sábado, 6 de março de 2010

I gallici "vescovi felloni" incassano l'uppercut della FSSPX

Sul sito del distretto francese della Fraternità S. Pio X, La Porte Latine, è apparso in questi giorni un editoriale del Superiore distrettuale, l'abbé de Cacqueray, il quale elenca alcune (solo alcune, e tra le più recenti!) delle sbandate di un episcopato francese che, tolti alcuni fulgidi esempi resi ancor più luminosi dallo squallore della massa dei colleghi, sembra precipitare viepiù in un cupio dissolvi che attesta la verità di quel famoso detto: quem Deus vult perdere, dementat prius. Qualche esempio? L'Institut Catholique s'è messo a rilasciar diplomi agli imam mussulmani i quali, per poter diventare cappellani di prigioni, esercito, ospedali e università, vi sorbiscono il corso in "Religioni, laicità e multiculturalità". Il cardinal di Parigi, il ben noto Vingt-trois, non contento di aver snobbato il suggerimento di incentrare il ritiro quaresimale sull'anno sacerdotale, preferendo il tema programmatico della difesa del Vaticano II, ha chiamato un rabbino a predicare a Notre-Dame. Non si contano poi i vescovi che vanno alle inaugurazioni di moschee, felicitandosi pubblicamente per la "apertura" e la "multiculturalità", arrivando a difendere l'uso del burqa e a condannare le manifestazioni di chi teme la violenza islamista. Andate quindi a leggere quel comunicato; qui invece pubblichiamo la reazione di quello stesso episcopato, ossia l'articolo apparso su La Croix e tradotto da Finesettimana.org. Come vedete: il quotidiano accusa il colpo e non trova di meglio che deplorare la virulenza (tutta giustificata, aggiungiamo noi) delle accuse.


La cosa potrebbe passare inosservata, ma la sua virulenza è molto evidente. Chi legge con attenzione all'indirizzo web il comunicato pubblicato ieri dalla Fraternità San Pio X (FSPX) sul suo sito internet (la Porte latine) leggerà al termine della riga: eveqfelons (ossia évêques félons, vescovi felloni) [L'indirizzo http della pagina è stato poi cambiato e ora presenta il non meno forte titolo "eveqinfidel"]. Il testo corrispondente a questo indirizzo ha un titolo più rispettoso: “Vescovi: guardiani della Fede o protettori proseliti di altri culti?”

In un comunicato, l'abate Régis de Cacqueray, superiore del distretto francese della FSPX, se la prende violentemente con certi vescovi francesi, accusandoli di “annegare il cattolicesimo in una coabitazione con le altre religioni”: sembrano più preoccupati, secondo lui, di “volare in soccorso del burqa” o di “celebrare 'un buon Ramadan' per i dignitari dell'islam che di far conoscere e osservare la Quaresima al loro gregge”.

In causa sono: il diploma conferito dall'Institut catholique di Parigi a diversi imam in gennaio; la partecipazione di mons. Hyppolite Simon (Clermont-Ferrand) e mons. Dominique Lebrun (SaintÉtienne) alla posa della prima pietra della moschea della loro città; o ancora l'invito del rabbino Rivon Krygier a pronunciare una conferenza di Quaresima a Notre Dame di Parigi. Esempi “sintomatici di una serie di scandali troppo numerosi per essere citati tutti”, riassume l'abate, che intende farsi difensore dei fedeli, “questi nuovi mendicanti agonizzanti della compiacenza episcopale che vengono sacrificati sul cammino del 'dialogo'” L'abate, abile nell'arte della diatriba, accusa insomma i vescovi divenir meno al loro dovere di “sorveglianti” della Chiesa, accontentandosi di costituire “un sindacato in difesa dei culti”.

Per quanto aspre, queste critiche non sono nuove negli ambienti lefebvriani, in cui c'è l'abitudine di cercare di opporre il papa ai vescovi “gauchistes”. “Le conferenze episcopali sono state un mezzo per istituzionalizzare la disobbedienza”, affermava l'abate di Cacqueray in una conferenza a Parigi un anno fa.

Inedito per il suo carattere frontale e ufficiale, l'attacco di oggi arriva mentre sono in corso le discussioni tra il Vaticano e i lefebvriani. Tra l'altro, proprio sui punti spinosi dell'ecumenismo e del dialogo interreligioso.

fonte:messainlatino.it