terça-feira, 19 de março de 2019

Don Divo Barsotti, da una Meditazione sul Cantico di San Sergio

 «TUTTA L'IMMENSITÀ, L'UNITÀ CHE TUTTO TRASCENDE, LO SPIRITO SANTO È: IL DONO CHE DALL'ABISSO SI EFFONDE E PENETRA TUTTO E DI SÉ, INDIVISIBILE E UNO, TUTTE LE COSE RIEMPIE E TUTTO IN UNA LUCE TRASFORMA».
Qui il Cantico di San Sergio ci chiama a realizzare, a vedere, a sperimentare una presenza divina che riempie veramente tutte quante le cose in tal modo che attraverso a tutte le cose l'anima possa vivere una sua contemplazione di Dio.
È questa la nostra vocazione. Vedete, oggi il Signore non fa mica sorgere dei contemplativi nei monasteri! Sì, qualche contemplativo viene fuori anche dai Trappisti e dalle Carmelitane, ma per sbaglio. I veri contemplativi oggi nascono nel mondo. Vengono fuori nel mondo come funghi. Pensate: un banchiere e deputato come Gerolamo Jaeger, una donna di casa, una serva, come Gemma Galgani, Elisabetta di Leseur [Elisabetta (Elisabeth) Arrighi, francese (1866-1914), sposata con Felix Leseur; donna di forte spiritualità, dopo la morte attraverso i suoi scritti convertì il marito ateo, che si fece domenicano col nome di fra Maria Alberto e poi sacerdote], che doveva educare i suoi fratelli più piccini di lei, Lucia Mangano [orsolina, 1896-1946; dichiarata Venerabile nel 1994], la Piccaretta di Bari...
I contemplativi oggi sono nel mondo, ed è giusto che sia così, perché se i contemplativi non vivono in contatto col mondo, con coloro che vivono nel mondo, il mondo non si accorge più della presenza dei contemplativi, se questi stanno al Carmelo! Dice il mondo: «Stiano pure là, loro hanno scelto là e noi facciamo la nostra vita». E questa vita degli uomini così affaticati, così presa, travolta, dal fervore delle opere, sarebbe totalmente assenza da Dio.
Proprio questa mi sembra che sia la nostra funzione, di richiamare gli uomini a questa presenza, perché questa presenza di Dio veramente riempie tutte quante le cose. Non vi è Carmelo che solo ci renda possibile questa vita di comunione con Dio; la vita di famiglia, di casa, di insegnanti, la nostra vita comune, semplice, di tutti i giorni, deve essere una vita divina, perché nulla ci sottrae a Dio tranne la nostra poca fede, il nostro poco amore. Oh se, come tutte le cose sono un sacramento di grazia per l'anima vostra, così voi diveniste un sacramento di grazia per ogni anima che a voi si avvicina!
Vedete, gli uomini hanno bisogno di entrare in chiesa per accostarsi a Dio, per adorare il Santissimo Sacramento; ma se voi sarete questi contemplativi, se voi vivrete questa vita di unione con Dio, voi porterete a spasso Nostro Signore. Siccome gli uomini non entrano più in chiesa, voi li obbligate a entrare in comunione con Dio per il fatto stesso che andate al mercato. Nelle scuole, per la strada, in villeggiatura, ovunque andiate, ivi è il Signore. Voi lo trovate da ogni parte, ma anche gli altri sono obbligati a incontrarsi con Lui se voi, vivendo in questa comunione, sarete trasformati in un sacramento divino.
Don Divo Barsotti, da una Meditazione sul Cantico di San Sergio