terça-feira, 19 de março de 2019

don Divo Barsotti, Dobbiamo lasciar giocare Dio, ecco quello che c'insegna la vita di san Giuseppe



Buona festa di San Giuseppe patrono della Chiesa e dei Consacrati
LASCIAR FARE A DIO
“Dobbiamo lasciar giocare Dio, ecco quello che c'insegna la vita di san Giuseppe: dobbiamo lasciare che Dio giochi con noi, rimettendoci a Lui. Fidiamoci di Dio, lasciamoci portare da Lui con semplicità ed
amore, con abbandono perfetto, serenamente
.
Non ci turbiamo per tutto quello che avviene.
Penso alla situazione del mondo e della Chiesa: più gravi sono le situazioni nelle quali ci troviamo, più grande può essere l'azione divina perché, certo, in queste situazioni, più pura è la fede dell'uomo che si abbandona e spera.
Proprio per questo dobbiamo sperare.
Son proprio sfortunati quelli che sono vissuti in tempi di
pace, di serenità, quando tutto andava bene ma allora potevano avere meno fede di noi.
Pensate la nostra fortuna!
Vivendo in tempi così calamitosi, in tempi così bui, in tempi così tenebrosi, non possiamo fare altro che chiudere gli occhi e gettarci nelle mani di Dio.
Bisogna fidarci del Signore, avere una fede assoluta in Dio il quale ci porta attraverso una via di oscurità, ma che sfocia nella luce di una sua presenza, nella manifestazione di una sua divina potenza.
Ed è questo meraviglioso: che alcune volte questo sfociare nella luce avviene soltanto nel momento della morte, come certamente è avvenuto per Giuseppe perché questo pover’uomo è vissuto tutta la vita in questa fede e non ha visto nulla. Ha dovuto credere fino in fondo, e mai il Signore è uscito dal suo silenzio, ma gli ha chiesto la fede fino all'ultimo giorno e solo chiudendo gli occhi alla luce di quaggiù egli li ha aperti alla rivelazione di quel mistero che si era compiuto anche attraverso di lui, perché,
attraverso di lui il Cristo, il Figlio di Dio, era entrato nel mondo.
Miei cari fratelli, la grandezza di Giuseppe!
Di questa fede assoluta in un Dio che, sì, operava attraverso di lui e ha compiuto attraverso di lui l'opera sua ma in un modo così sconcertante per gli uomini, in un modo che andava al di là di ogni previsione umana.
E tuttavia Giuseppe rimaneva tranquillo, sereno, non si lasciava turbare. Proseguiva il suo cammino lavorando ogni giorno senza veder nulla. Forse non ha visto nemmeno il primo miracolo di Gesù, forse era già morto
quando Gesù iniziava la vita pubblica.
È vissuto sotto il medesimo tetto con il Figlio di Dio senza che gli apparisse mai nemmeno uno spiraglio, umanamente parlando, di quell'avvenimento che proprio sotto il suo tetto giorno per giorno si realizzava.
Vivere così! Del resto anche noi viviamo così, più o meno, perché anche in noi il Signore è presente, anche attraverso di noi il Signore vuole operare. Fede, fede umile in Dio, ecco che cosa ci dice la festa di oggi.”


Don Divo Barsotti

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