sexta-feira, 12 de março de 2010

“La liturgia ferita”, letta da S.E. Mons. Marc Aillet, vescovo di Bayonne, al Convegno Teologico “Fedeltà di Cristo, fedeltà del Sacerdote”,

Aillet Nel breve intervento del prelato, ho apprezzato la dottrina e anche le denuncie che giustificano il titolo della Comunicazione...


“… Senza negare i frutti autentici della riforma liturgica, si può dire tuttavia che la liturgia è stata ferita da ciò che Giovanni Paolo II ha definito “pratiche non accettabili” (Ecclesia de Eucharistia, n.10) e Benedetto XVI ha denunciato come “deformazioni al limite del sopportabile” (Lettera ai vescovi in occasione della pubblicazione del motu proprio Summorum Pontificum). Così è stata ferita anche l’identità della Chiesa e del sacerdote.

Negli anni postconciliari si assisteva ad un sorta di opposizione dialettica fra i difensori del culto liturgico e i promotori dell’apertura al mondo. Siccome questi ultimi arrivavano a ridurre la vita cristiana al solo impegno sociale, in base a un’interpretazione secolare della fede, i primi, per reazione, si rifugiavano nella pura liturgia fino al ‘rubricismo’, col rischio di incoraggiare i fedeli a proteggersi eccessivamente dal mondo. Nell’esortazione apostolica Sacramentum Caritatis, Benedetto XVI pone fine a questa polemica e ricompone questa opposizione. L’azione liturgica deve riconciliare la fede e la vita. Proprio in quanto celebrazione del Mistero pasquale di Cristo, reso realmente presente in mezzo al suo popolo, la liturgia dà una forma eucaristica a tutta la vita cristiana per farne un ‘culto spirituale gradito a Dio’. Così l’impegno del cristiano nel mondo e il mondo stesso, grazie alla liturgia, sono chiamati ad essere consacrati a Dio. L’impegno cristiano nella missione della Chiesa e nella società trova, infatti, la sua sorgente e il suo impulso nella liturgia, fino ad essere attirato nel dinamismo dell’offerta d’amore di Cristo che vi è attualizzata…”

fonte:blog di Matias Augé