Riprendiamo un articolo di Sandro Magister. Ci ricorderemo di quel: «Presto,
presto».
L’icona
di Maria “Salus Populi Romani” è la prediletta da papa Francesco. Così
prediletta che il suo primo atto da papa l’ha dedicato ad essa, recandosi a
venerarla nella basilica di Santa Maria Maggiore la mattina dopo
l’elezione.
Ma certo Jorge Mario Bergoglio non si aspettava
di ricevere una copia di tale icona dalle mani dei coniugi Pio e Annamaria
Manelli, padre e madre di nove figli, di cui due frati e quattro suore
appartenenti ai Francescani dell’Immacolata, compreso il fondatore della
congregazione, Stefano.
È accaduto domenica 6 aprile, alla fine della
messa celebrata da Francesco nella parrocchia di San Gregorio Magno alla
Magliana.
In questa parrocchia di periferia i Manelli
sono talmente di casa che il 30 ottobre scorso padre Stefano ha festeggiato qui
i suoi 58 anni di sacerdozio, assieme a un gran numero di frati e suore dei
Francescani dell’Immacolata, a ciò autorizzato da padre Fidenzio Volpi, il
commissario esterno al quale la Santa Sede ha delegato il comando della
congregazione.
Sì, perché il commissariamento dei Francescani
dell’Immacolata – con la decapitazione di tutti i loro dirigenti – è uno degli
atti che hanno caratterizzato l’inizio del pontificato di Francesco, compreso il
divieto
loro imposto di celebrare la messa secondo il rito romano antico.
Un commissariamento tuttora inesplicato, visto
il fervore di questa giovane congregazione, l’abbondanza di vocazioni e il raro
spirito di obbedienza, anche nella prova.
A presentare al papa i coniugi Manelli è stato
il parroco di San Gregorio Magno, perché – ha detto – “avere una famiglia
numerosa in parrocchia al giorno d’oggi è un dono e se per di più questa
famiglia ha in sé tanti sacerdoti e suore diventa un vanto che non si può tener
nascosto”.
A tu per tu con il papa, i coniugi Pio e
Annamaria – quest’ultima pittrice dell’icona – gli hanno detto: “Santo Padre,
noi abbiano nove figli, di cui sei consacrati tra i Francescani dell’Immacolata.
La supplichiamo, li tiri fuori dai sepolcri”.
Al che papa Francesco – che nell’omelia
della messa aveva parlato di Gesù che tira fuori non solo Lazzaro ma tutti
quanti dai sepolcri – un po’ sorpreso ha sorriso, li ha accarezzati e ha detto
loro: “Presto, presto”.
Cosa voglia dire questo “presto” non si sa. I
più ottimisti confidano in una imminente e pacifica fine del
commissariamento.
(di Sandro Magister)