quarta-feira, 18 de março de 2015

Intervista esclusiva a don Nicola Bux


1. Caro don Nicola, ti ringrazio innanzitutto di aver voluto accettare l’invito a rilasciare una breve intervista in esclusiva per il blog Scuola Ecclesia Mater
Entro subito nel vivo con una domanda: è da pochi giorni caduto il secondo anniversario del pontificato di papa Bergoglio. Indubbiamente un pontificato assai originale e, per molti versi, “rivoluzionario”, che ha infranto molte immagini che noi avevamo della figura di un pontefice. Sul quotidiano “Libero” del 14 marzo scorso l’ex direttore de “Il Foglio”, Giuliano Ferrara, si avventura in una sorta di profezia – se vogliamo dir così – secondo la quale poiché il papa “piace a troppi, finirà malissimo”. Tu, dal tuo punto di vista, come giudichi questo biennio di pontificato? Qual è stata la tua esperienza di questo vescovo di Roma?

R. Un amico ha richiamato la mia attenzione su quest’altra affermazione di Giuliano Ferrara circa la Chiesa: “il fine di riconquistare il mondo è santo, ma i mezzi implicano l’alto rischio che sia il mondo a conquistarti definitivamente, cancellandoti come contraddizione o segno di contraddizione”. Mi è subito venuta in mente la profezia di Simeone a proposito del Messia, ed anche un corso di esercizi spirituali del card. Karol Wojtyla, pubblicato da ‘Vita e Pensiero’ nel 1978, poco prima della sua elezione a papa, intitolato appunto ‘Segno di contraddizione’. Se la Chiesa non fosse più tale, rispetto al mondo, e al modo di pensare dell’uomo, come Simon Pietro si sentirebbe dire da Gesù: “Allontanati da me, satana, perché tu non ragioni secondo Dio, ma secondo gli uomini” (Mc 8, 33).La società attuale, materialista ed edonistica, rischia di distruggere la Chiesa? - mi ricorda ancora l’amico - come hanno tentato la rivoluzione francese o i governi anticlericali messicani dei primi del novecento? La Chiesa non sarà distrutta perché Gesù l’ha promesso: portae inferi non praevalebunt contra eam. Essere segno di contraddizione, significa che la Presenza divina - il “Sacro-santo” per definizione - giudica in permanenza il profano (profanus, fuori dal Tempio: ciò che non è ancora stato raggiunto dalla Presenza), non ancora con-sacrata, si direbbe liturgicamente, o dommaticamente. ‘salvata’. Per questo, Cristo ha pregato per i suoi, ma non per il mondo, dice Giovanni.leggere...