Nei giorni scorsi Benedetto XVI ha ricevuto nuovamente in udienza il cardinale George Pell, arcivescovo di Sidney e ha ufficializzato la nomina a Prefetto della Congregazione dei vescovi. Pell ha successivamente avuto un lungo colloquio con il suo predecessore, il cardinale Giovanni Battista Re. L’annuncio della nomina sarà dato nelle prossime settimane e comunque prima dell’estate. Pell dovrebbe insediarsi alla guida della “fabbrica dei vescovi” con la ripresa a pieno ritmo delle attività, dopo le vacanze estive. Con l’arrivo di un australiano alla guida del dicastero-chiave della Curia romana, quello che si occupa si selezionare i vescovi, Benedetto XVI compie una delle scelte più importanti del suo pontificato, destinata a condizionare la vita della Chiesa mondiale per i prossimi vent’anni. E’ vero infatti che Pell non è più giovane - compirà 70 anni nel giugno 2011, e dunque ha davanti a sé non più di sette anni - ma è anche vero che le nomine episcopali che passeranno per la sua scrivania prima di essere sottoposte al Pontefice condizioneranno per almeno due decenni la vita della Chiesa. Papa Ratzinger ancora una volta sceglie per posti-chiave del governo curiale dei non italiani, e dei non italiani che non hanno esperienza di Curia (negli ultimi 35 anni alla Congregazione dei vescovi si erano alternati italiani e non italiani - da Baggio a Moreira Neves, da Gantin a Re - ma tutti avevano esperienza curiale). Una scelta destinata certamente a rinnovare, a internazionalizzare la Curia e anche a rafforzare il ruolo guida della Segreteria di Stato.
fonte:blog di Andrea Tornielli
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