domingo, 9 de maio de 2010

L’Osservatore Romano elogia il compianto Cardinale Siri: “Preveggente e non retrogrado quando si oppose al centro-sinistra e mise in guardia dalle possibili derive del Concilio”


L’Osservatore Romano elogia il compianto Cardinale Siri: “Preveggente e non retrogrado quando si oppose al centro-sinistra e mise in guardia dalle possibili derive del Concilio”

CITTA’ DEL VATICANO - Opponendosi al centro-sinistra e mettendo in guardia dalle possibili derive che temeva potessero seguire al Concilio Vaticano II, il Cardinale Giuseppe Siri, storico arcivescovo di Genova e primo presidente della Cei, non fu retrogrado ma preveggente. L'accordo tra Dc e Psi lo avverti' infatti, spiega l'Osservatore Romano che ricorda questa grande figura, "come una svolta politica e culturale" collegata alla "fine progressiva dell'orizzonte 'cristiano' del partito di maggioranza relativa". "Il Cardinale genovese - scrive il giornale della Santa Sede - si rende conto, cioe', che con le scelte di Fanfani e di Moro ormai la Dc vuol 'fare da sè', pur continuando a chiedere il voto cattolico in nome del collateralismo". "Nella nuova fase, che sarebbe stata contrassegnata da una modernizzazione impetuosa del costume e della cultura, sarebbe cosi' progressivamente venuta meno alla Chiesa - temeva Siri ed e' poi accaduto - la principale forma di mediazione con la societa' politica di cui si era avvalsa fin dalla Liberazione". "Anche in un ambito tutto diverso come quello ecclesiastico - continua l'Osservatore Romano -, Siri prende una posizione complessa, non identificabile completamente con quella della minoranza conciliare: lo mostrano, sia pure in una diversa prospettiva, i saggi di Gheda e di Roberto de Mattei. Inoltre, quando emerge il suo dissenso da determinate scelte dei successori di Pio XII, esso si coniuga con un atteggiamento costante di totale obbedienza e affidamento al Papa, corrispondente anche all'altissima responsabilita' che egli annetteva alla porpora cardinalizia". "Cio' accade - sottolinea il giornale diretto dal professor Giovanni Maria Vian - anche nei momenti di maggior distanza da Paolo VI, quelli immediatamente successivi alla sua elezione al pontificato". "Il Cardinale - ricostruisce l'Osservatore - avverti' di aver avuto ragione in questa scelta di riservatezza, di non secondare, come scriveva, ne' blocchi, ne' antiblocchi, quando Paolo VI, nel novembre 1964, presento' ai padri conciliari la Nota explicativa praevia". "Tutto a posto! Lo Spirito Santo e' entrato in Concilio", annotava infatti nel suo diario il 17 novembre 1964, rilevando che "il crinale del Concilio e' stato passato: il Papa ha puntato i piedi e solo Lui poteva farlo. Dio e' colla sua Chiesa. Ora si comincia a vedere chiaro e la portata del voto di stamane e' da reputarsi storica". "D'altra parte - conclude il giornale vaticano - l'esperienza degli anni difficili del post-concilio spinse Paolo VI a rivalutare in qualche modo la 'linea' di Siri".