Questo ci aiuta nel proseguire compiutamente nelle nostre riflessioni. Ho già fatto notare il nesso tra fede e preghiera, la liturgia cioè; ma in modo particolare ciò vale per il rapporto tra fede e la più alta espressione liturgica, il culto pubblico cioè della S. Messa.
Una espressione classica di questo legame l’abbiamo nella trattazione che questo Concilio ha dedicato all’Eucarestia in tre Sessioni: nella tredicesima dell’ottobre 1551, nella ventesima del luglio 1562, che trattò del Sacramento dell’Eucarestia, e so-prattutto nella ventiduesima del settembre 1562, che stabilì i capitoli ed i canoni dogmatici concernenti il Santo Sacrificio della Messa.
A questo si aggiunge uno specifico decreto su ciò che deve essere osservato ed evitato nella celebrazione della Messa. E’ una dichiarazione ufficiale e classica centrale che esprime il pensiero della Chiesa su questa materia.
Il decreto studia prima di tutto la natura della Messa. Martin Lutero rinnegò apertamente e chiaramente questa natura, dichiarando che la Messa non è un sacrificio. Occorre notare che i Riformatori, per non turbare i fedeli semplici, non eliminarono subito tutte quelle parti della Messa che esprimono la fede vera in contrasto con le loro nuove dottrine. leggere...