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L'eternità non sarà noiosa
Sono tanti i cristiani che non conoscono la gioia. E anche quando sono in chiesa a lodare Dio, sembrano a un funerale più che a una celebrazione gioiosa. Se invece imparassero a uscire da se stessi e a rendere grazie a Dio, "capirebbero realmente cos'è quella gioia che ci rende liberi".
E proprio la gioia cristiana è stata al centro dell'omelia di Papa Francesco, questa mattina, venerdì 31 maggio, festa della Visitazione, durante la messa concelebrata nella cappella della Domus Sanctae Marthae, fra gli altri, con il cardinale Jozef Tomko. Tra i presenti, un gruppo di dipendenti dei Servizi tecnici del Governatorato.
"Le due letture di oggi - ha infatti esordito il Pontefice riferendosi ai brani tratti dal libro del profeta Sofonia (3, 14-18) e dal vangelo di Luca (1, 39-56) - ci parlano di gioia, di allegria: "rallegrati, grida di gioia", dice Sofonia. Gridare di gioia. Forte questo! "Il Signore in mezzo a te"; non temere; "non lasciarti cadere le braccia"! Il Signore è potente; gioirà per te. Anche lui gioirà per noi. Anche lui è gioioso. "Esulterà per te con grida di gioia". Sentite quante cose belle si dicono della gioia!".
Nel racconto evangelico la gioia caratterizza la visita di Maria a Elisabetta. "La Madonna va a fare visita a Elisabetta" ha ricordato il Santo Padre. E presentando l'immagine di Maria come madre che va sempre in fretta - così come aveva fatto domenica scorsa nella parrocchia romana dei Santi Elisabetta e Zaccaria - Papa Francesco si è soffermato su quel "sussulto del bimbo nel grembo di Elisabetta" rivelato da lei stessa a Maria: "Ecco, appena il tuo saluto è giunto alle mie orecchie, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo". "Tutto è gioia. Ma noi cristiani - ha notato il vescovo di Roma - non siamo tanto abituati a parlare di gioia, di allegria. Credo che tante volte ci piacciano più le lamentele! Cosa è la gioia? La chiave per capire questa gioia è quello che dice il vangelo: "Elisabetta fu colmata di Spirito Santo". Quello che ci dà la gioia è lo Spirito Santo. Anche nella prima preghiera della messa abbiamo chiesto la grazia della docilità allo Spirito Santo, quello che ci dà la gioia".
Il Papa ha parlato poi di un altro aspetto della gioia che ci viene dallo Spirito. "Pensiamo - ha detto - a quel momento in cui la Madonna e san Giuseppe portano Gesù al tempio per compiere la Legge. Il vangelo dice che loro vanno a fare quello che stava scritto nella Legge". Lì sono anche due anziani; ma, ha notato, il Vangelo non dice che essi sono andati lì per compiere la Legge, quanto piuttosto perché spinti dalla "forza dello Spirito Santo. Lo Spirito li porta al tempio". Tanto che, davanti a Gesù, i due "fanno una preghiera di lode: ma questo è il messia, benedetto il Signore! E anche fanno una liturgia spontanea di gioia". È la fedeltà maturata in tanti anni in attesa dello Spirito Santo a far sì che "questo Spirito venga e dia loro la gioia".
"A me - ha poi confidato Papa Francesco - piace pensare: i giovani compiono la Legge; gli anziani hanno la libertà di lasciare che lo Spirito li guidi. E questo è bellissimo! È proprio lo Spirito che ci guida. Lui è l'autore della gioia, il creatore della gioia. E questa gioia nello Spirito ci dà la vera libertà cristiana. Senza gioia noi cristiani non possiamo diventare liberi. Diventiamo schiavi delle nostre tristezze". Quindi il Pontefice ha citato "il grande Paolo VI", ricordando che diceva "non si può portare avanti il Vangelo con cristiani tristi, sfiduciati, scoraggiati; non si può. Questo atteggiamento è un po' funerario". Invece la gioia cristiana deriva proprio dalla lode a Dio.
"Ma cosa è questo lodare Dio?" si è chiesto il Papa. "Lodare lui gratuitamente, come è gratuita la grazia che lui ci dà" è stata la sua risposta. Poi, rivolgendosi a uno dei presenti alla celebrazione, ha detto: "Io posso fare la domanda a lei che è qui a messa: lei, loda Dio? O soltanto chiede a Dio e ringrazia Dio? Ma loda Dio?". Questo, ha ripetuto, significa "uscire da noi stessi per lodare Dio, perdere il tempo lodando". A questo punto il Pontefice ha fatto riferimento a una delle critiche che spesso viene rivolta ai sacerdoti: "Questa messa che fate è lunga". Certo, ha spiegato rivolgendosi ancora ai presenti, "se tu non lodi Dio e non conosci la gratuità del perdere il tempo lodando a Dio, certo che è lunga la messa! Ma se tu vai a questo atteggiamento della gioia, della lode a Dio, questo è bello". Del resto, "l'eternità sarà questa: lodare Dio. Ma questo non sarà noioso, sarà bellissimo. Questa gioia ci fa liberi".
"E voglio aggiungere - ha detto in conclusione - un'ultima cosa: è proprio lei, la Madonna che porta le gioie. La Chiesa la chiama causa della nostra gioia, causa nostrae letitiae, Perché? Perché porta la gioia nostra più grande, porta Gesù. E portando Gesù fa sì che "questo bambino sussulti nel grembo della madre". Lei porta Gesù. Lei con la sua preghiera fa sì che lo Spirito Santo irrompa. Irrompe quel giorno di Pentecoste; era là. Dobbiamo pregare la Madonna perché portando Gesù ci dia la grazia della gioia, della libertà; ci dia la grazia di lodare, di fare una preghiera di lode gratuita, perché lui è degno di lode, sempre".
(©L'Osservatore Romano 31 maggio - 1° giugno 2013)
Il Papa chiude il mese mariano: "Come Maria portiamo agli altri Gesù, senza indugio"
Ascoltare, decidere e agire sull’esempio della Madonna. Così papa Francesco questa a sera a conclusione del mese mariano in piazza san Pietro dopo la recita del rosario guidata dal card. Angelo Comastri, arciprete della Basilica Vaticana nella festa della Visitazione di Maria. Il Santo Padre, presente fin dall'inizio della preghiera, ha esortato ad andare senza indugio verso gli altri, soprattutto verso i più bisognosi, portando loro aiuto, comprensione, carità e, come Maria, ciò che abbiamo di più prezioso: Gesù e il suo Vangelo. A conclusione del mese mariano Papa Francesco invita tutti a mettersi alla scuola di Maria, che con realismo, umanità, concretezza seppe ascoltare, decidere, agire. La Vergine insegna al mondo contemporaneo, spesso distratto, l’ascolto della volontà di Dio:
Attenzione: non è un semplice “udire” superficiale, ma è l’“ascolto” fatto di attenzione, di accoglienza, di disponibilità verso Dio. Non è il modo distratto con cui a volte noi ci mettiamo di fronte al Signore o agli altri: udiamo le parole, ma non ascoltiamo veramente.
Maria – prosegue il Santo Padre - è attenta alla voce di Dio e sa cogliere il significato profondo dei fatti:
Questo vale anche nella nostra vita: ascolto anche della realtà quotidiana, attenzione alle persone, ai fatti perché il Signore è alla porta della nostra vita e bussa in molti modi, pone segni nel nostro cammino; a noi la capacità di vederli.
Maria – aggiunge Papa Francesco – è poi “maestra” di decisione. Dopo l’ascolto delle parole dell’Angelo, la Vergine medita nel suo cuore, quindi decide senza affanno, ma anche senza esitazione di andare controcorrente perché “nulla è impossibile a Dio”:
Nella vita è difficile prendere decisioni, spesso tendiamo a rimandarle, a lasciare che altri decidano al nostro posto, spesso preferiamo lasciarci trascinare dagli eventi, seguire la moda del momento; a volte sappiamo quello che dobbiamo fare, ma non ne abbiamo il coraggio o ci pare troppo difficile perché vuol dire andare controcorrente.
Dalla decisione all’azione. Maria – spiega il Papa - ha chiaro cosa Dio le chiede e non indugia, non ritarda, va in fretta dalla cugina Elisabetta che, come rivelato dall’angelo, nella sua vecchiaia ha concepito un figlio. La Vergine esce da se stessa e porta alla parente quanto ha di più prezioso: Gesù.
A volte, anche noi ci fermiamo all’ascolto, alla riflessione su ciò che dovremmo fare, forse abbiamo anche chiara la decisione che dobbiamo prendere, ma non facciamo il passaggio all’azione. E soprattutto non mettiamo in gioco noi stessi muovendoci “in fretta” verso gli altri per portare loro il nostro aiuto, la nostra comprensione, la nostra carità; per portare anche noi, come Maria, ciò che abbiamo di più prezioso e che abbiamo ricevuto, Gesù e il suo Vangelo, con la parola e soprattutto con la testimonianza concreta del nostro agire.
Rivolto alla Madre del Salvatore, esempio di ascolto, decisione e azione, Papa Francesco ha quindi pronunciato questa preghiera:
Maria, donna dell’ascolto, rendi aperti i nostri orecchi; fa’ che sappiamo ascoltare la Parola del tuo Figlio Gesù tra le mille parole di questo mondo; fa’ che sappiamo ascoltare la realtà in cui viviamo, ogni persona che incontriamo, specialmente quella che è povera, bisognosa, in difficoltà.
Maria, donna della decisione, illumina la nostra mente e il nostro cuore, perché sappiamo obbedire alla Parola del tuo Figlio Gesù, senza tentennamenti; donaci il coraggio della decisione, di non lasciarci trascinare perché altri orientino la nostra vita.
Maria, donna dell’azione, fa’ che le nostre mani e i nostri piedi si muovano “in fretta” verso gli altri, per portare la carità e l’amore del tuo Figlio Gesù, per portare, come te, nel mondo la luce del Vangelo. Amen.
Testo proveniente dalla pagina http://it.radiovaticana.va/Articolo.asp?c=697349
del sito Radio Vaticana