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1) SI può parlare di un incremento nel preoccupante fenomeno dell’adesione alle sette?”Dal 1 gennaio a oggi il numero verde nazionale contro le sette, attivo presso l'associazione 'Comunità Papa Giovanni XXIII', ha registrato un'impennata di chiamate: il 48% sono telefonate di familiari alla ricerca dei propri cari. Di questi, il 23% sono genitori in cerca dei propri figli, che hanno aderito a psicosette o sette sataniche. Il 38% delle vittime sono adulte, il 31% giovani, il 12% adolescenti. Il restante 19% persone che preferiscono restare nell'anonimato. I dati sono stati diffusi dall'associazione fondata da don Oreste Benzi. Il numero verde riceve in media 15 chiamate al giorno. Nel 20% dei casi è possibile intervenire con la collaborazione delle forze di polizia. Quando il culto diventa reato, dunque. Satanismo, psico-sette, culti orientali, rigidissimi clan neopagani, plasmatori di vite umane, organizzazioni ... ... che annientano le coscienze insinuandosi nella debolezza. Un fenomeno in continuo e preoccupante aumento. Sono oltre 600.000 in Italia gli adepti di sette occulte, tra le quali numerose sette pseudoreligiose o sataniche, e il numero aumenta sempre più. Per contrastare questo boom è stata istituita la Squadra anti-sette del servizio centrale operativo della polizia. Secondo il responsabile della Sas, Luigi Carnevale, si tratta di un fenomeno variegato e l'aspetto religioso non sempre è presente. "Le sette - spiega - nascondono un modo preordinato per sottomettere la volontà delle persone per fini che a volte sono di tipo economico". Oltre ai manipolati, vittime indirette dei manipolatori sono le famiglie che "non hanno armi per recuperare" i loro parenti”. 2)Cosa si intende per manipolazione?2)”In certi casi si tratta di "persuasione", ma in altri si è in presenza di "suggestione o ipnosi", precisa Anna Maria Giannini, docente di psicologia generale dell'Università 'La Sapienza', secondo la quale i manipolatori sfruttano il particolare stato di 'fragilità' delle vittime. Il 38% degli adepti di sette è formato da adulti, per il 31% sono giovani (e il 12% adolescenti). Il 28% dei 'manipolatori' si rifà a riti di satanismo, il 28% alla magia e il 13% alla stregoneria. I personaggi che muovono le fila dell'oscuro mondo delle sette sono per il 28% vicini a pratiche di magia, per il 13% alla 'stregoneria', per il 22% si rifanno a riti di satanismo, per il 12% allo spiritismo. Il restante 25% è suddiviso fra coloro che guidano le psicosette (10%) e presunti guaritori, guru, santoni e pseudo-veggenti (15%). Don Aldo Bonaiuto, attraverso il telefono verde dell'associazione Giovanni XXIII di don Oreste Benzi (800228866), riceve ogni giorno segnalazioni di violenze sessuali, istigazioni al suicidio, uso di droghe, truffe. E, con una task force di sacerdoti e psicologi, interviene, in collaborazione con la squadra anti-sette della Polizia (Sas) per soccorrere le vittime dei satanisti costrette a nascondersi per sfuggire alle più atroci persecuzioni di guru, maghi e santoni. 'Non sono preti-detective, collaborano per fornire assistenza spirituale e umana a persone in difficoltà', precisano in Vaticano”. 3)Quali sono le dimensioni dell’emergenza?3)”Inquietanti, senza dubbio. Uno spaccato drammatico e segreto del mondo dell'occulto attraverso i crimini gravissimi di gruppi esoterico-religiosi che irretiscono sempre più persone, soprattutto giovani. Le sette sataniche in Italia sono 8mila, con oltre 600mila adepti, cui si aggiungono (un censimento è impossibile) migliaia di nuovi culti e forme di religiosità legate a figure carismatiche. Le occasioni per entrare sono tante (Internet, negozi di musica gotica, raduni camuffati da feste), difficilissimo uscirne. Un universo sotterraneo che di tanto in tanto affiora attraverso tragici casi di cronaca nera (dai delitti delle Bestie di Satana, all'omicidio di suor Mainetti a Brescia, all'assassinio di Manfredonia, compiuto da due giovani che sostenevano di essere possedute dal demonio), ma che forma una ragnatela, in gran parte sconosciuta, di manipolazioni, abusi, violenze, e sottrazione di denaro. Donne utilizzate in riti sacrificali, ragazzini spinti a fuggire da casa, malati indirizzati da stregoni e ciarlatani verso cure alternative di chetamina per renderli mansueti e spersonalizzarli”. 4) Può raccontarci le vicende maggiormente significative al riguardo?4)”Flora aveva tutto: la giovinezza dei 16 anni, amici, una famiglia unita, bellezza, e una passione: lo sport. Una piccola campionessa di pattinaggio, che sognava le Olimpiadi e grandi stadi riempiti dal rumore degli applausi. Tutti per lei. Quando roteava su quelle sottili lame di acciaio sentiva che la sua vita era perfetta. Poi, improvviso, il buio. Un incidente d'auto che la condanna per sempre alle stampelle, la passione più grande che si trasforma in un ricordo. E la sua vita entra in un tunnel nero. Rifiuta gli amici con cui condivideva lo sport e l'allegria della sua età, preferisce stare sola, fino a quel giorno in cui una coetanea bussa alla porta e le racconta di quel corso per ritrovare forza e autostima che anche lei ha fatto e le ha cambiato la vita. Cambiare, questa è la parola magica che convince Flora ad andare al primo incontro, poi al secondo, al terzo, fino a trovarsi impigliata in una rete di riti magici e stregonerie. La madre si dispera ma non riesce a convincerla a lasciare perdere. Il padre si chiude nel dolore per questa figlia perduta e un giorno muore. Infarto. Flora non ha più contatti con nessuno della famiglia. Le droghe che le hanno iniziato a dare sotto forma di 'infusi' l'hanno resa dipendente. Tutti i soldi che le ha lasciato il padre li dona alla setta. Una psico-setta. E quando muore anche la madre i suoi 'amici' chiedono che intesti tutti i beni ricevuti in eredità alla comunità. Lei è quasi convinta ma quando va dal notaio di fiducia dei suoi genitori, che la conosce fin da piccola, qualcosa cambia. Lui le parla con affetto e inizia a instillare un dubbio tra i fumi degli acidi e la coscienza annullata. Ci vuole tempo, ma la ragazza, oggi ha 25 anni, si convince a farsi aiutare. Viene portata in un posto segreto, dove un sacerdote e uno psicologo lavorano sulle menti devastate di chi cade vittima di una setta. E adesso Flora aiuta chi come lei, un giorno, ha aperto la porta e ha pensato di trovare la risposta ai suoi problemi in un corso”. 5) E un'altra situazione drammatica?”Luca è sempre stato un ragazzo modello, il primo della classe, divoratore di libri, affettuoso in casa. Piccolo di statura e minuto si sentiva solo inadeguato fisicamente, più debole dei compagni, incapace di attirare l'attenzione di una ragazzina. Un giorno, però, su Internet, in chat, incontra un un uovo amico, Andrea, che gli parla di forza, di antiche divinità, di una nuova vita da vivere con coraggio. Dopo qualche mese l'incontro e l'inizio del cambiamento. I genitori non si accorgono di niente all'inizio. Imputano all'adolescenza quella fissazione di chiudere a chiave la porta della camera, i vestiti cupi, "total black", che hanno sostituito i jeans nell'armadio. E quel ciondolo, la stella a cinque punte, il 'pentacolo', sembra solo un inutile orpello di moda. Niente di più. Neanche immaginano quello che sta accadendo a Luca. La setta lo ha 'preso' e lui passa dall'esaltazione di sé al terrore. Si sente forte perché Satana è con lui e per fare carriera nella scala gerarchica della setta, affronta delle prove: deve picchiare alcuni dei suoi amici più cari perché Lucifero nega l'esistenza dell'amicizia fra esseri umani; sacrifica animali, si autopunisce. Quando inizia a rendersi conto di quello che sta facendo, capisce anche che sarà difficile lasciarsi tutto alle spalle. Loro, i "nuovi amici" non lo lasceranno andare tanto facilmente. Riesce a confidarsi con il professore di lettere e in lui trova la forza di sfuggire a quel mondo diabolico. I genitori lo allontanano dalla sua città e lo affidano alle cure di uno psichiatra. Oggi, dopo anni di psicoterapia, ha una vita normale. Sono rimasti gli incubi, tremendi, a ricordare a Luca quella fuga dall'adolescenza. Pagata a caro prezzo”. 6) E poi?”Il caso di Beatrice. Rosa e Paolo sono due genitori disperati. O meglio: non lo sono più da quando sono entrati nella stanza della loro bambina e l'hanno trovata con il cappio al collo. Morta a soli 15 anni. Perché? Suicidio, ha tagliato corto la polizia, spiegando questa fine con la depressione che assale tanti giovani nel passaggio dalla fanciullezza all'età adulta. E quei segni sul corpo, quelle cicatrici, un modo di esprimere il disagio, come accade anche in tanti casi di disturbi alimentari. Depressione, si dicevano l'un l'altro la mamma e il papà di Beatrice, incapaci di farsene una ragione ma anche di indagare più a fondo. La cameretta rimane chiusa a chiave, come tante volte l'aveva lasciata Beatrice, negli ultimi tempi sempre più gelosa della sua privacy. Come era cambiata Bea negli ultimi mesi, la bambina solare che amava il rosa si era trasformata in una cupa dark lady. Il nero come colore cult, i piercing a sfregiarle il volto, strani amuleti appesi al collo. L'improvvisa timidezza per cui impediva anche alla mamma di vederla nuda (e di vedere i segni dell'autopunizione). Solo quando, molti mesi dopo la sua scomparsa, mamma Adele riesce ad aprire la porta del mondo segreto della figlia, a frugare nei suoi cassetti, a guardare meglio quei poster appesi alla parte con frasi inneggianti a Satana, inizia a capire. Non è stata l'adolescenza a rubarle la sua bambina. Adele fruga e studia gli oggetti che trova. Interroga le amiche di un tempo sulle nuove frequentazioni della figlia, capisce che deve chiedere aiuto, che deve fare in modo di fermare chi ha indotto al suicidio la sua bambina. Chiama chi la può aiutare e insieme a loro ancora sta cercando di fermare gli assassini di sua figlia”. 7) E’ possibile salvarsi?)”La storia di Barbara è a lieto fine ma è costellata di terribili sofferenze. "Le torture nella comunità assumevano mille volti: potevano essere violenza fisica, punizioni umilianti per chi si ribellava oppure la condanna a settimane di digiuno forzato e lavori massacranti". Ha ancora lo sguardo carico di paura Barbara, trentenne palermitana, prigioniera per sei anni di una setta orientale: "Non potevo chiedere aiuto a nessuno, mi proibivano ogni contatto con la mia famiglia, se protestavo erano botte, giorni di reclusione in minuscole stanze, disprezzo e riprovazione da parte del gruppo, isolamento, turni disumani nei campi". Insomma, un lager che porta alla distruzione fisica e psicologica: "Ero come morta". Questa bella ragazza dagli occhi verdi e dai capelli corvini deve nascondersi per sfuggire a fortissime pressioni psicologiche. Una vita "sotto copertura", in perenne fuga, quella di Barbara, costretta a continui spostamenti per nascondersi dall'organizzazione che le ha distrutto la vita. "L'abisso della mia disperazione l'ho toccato quando ho capito che ero diventata una schiava in mano ai capi della setta", spiega Barbara. "Non ero più libera di pensare, non ero più in grado di fare niente da sola. Una sofferenza indicibile, un degradante supplizio". Una volta, per un "atto di insubordinazione", fu punita con il 'lavaggio del cervello' e rischiò di morire soffocata nella capanna in cui era stata rinchiusa, tra fumi stordenti e il suono giorno e notte dei tamburi. Non poteva avere denaro né allontanarsi dalla comunità. Ai genitori fu detto che era scappata all'estero. L'uscita dalla setta è un'interminabile sequela di variazioni di residenza, false identità e numeri di telefono cambiati. "Ti inseguono più che per riconquistare un adepto per impedire che una voce infranga la cappa di terrore. Se resisti puoi tornare un essere umano, se ti fai trascinare di nuovo nel pozzo, sei perduto". Bruno Volpe fonte:pontifex.roma |