John Sonnen nos ofrece en su blog, Orbis catholicus, esta fotografía de unos jóvenes seminaristas en Roma, todos ellos con el traje clerical.
Ayer por la tarde, y en la catedral de Oviedo, tuvo lugar la ordenación de tres nuevos presbíteros asturianos. En su homilía el Arzobispo de Oviedo, Fray Jesús Sanz, O.F.M., pidió a los nuevos sacerdotes “por dentro, un corazón solícito hacia los demás y por fuera, qué vistáis de curas“, recordando que “no es un empeño mío sino de la Iglesia”.
http://hocsigno.wordpress.com/
Ayer por la tarde, y en la catedral de Oviedo, tuvo lugar la ordenación de tres nuevos presbíteros asturianos. En su homilía el Arzobispo de Oviedo, Fray Jesús Sanz, O.F.M., pidió a los nuevos sacerdotes “por dentro, un corazón solícito hacia los demás y por fuera, qué vistáis de curas“, recordando que “no es un empeño mío sino de la Iglesia”.
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La Tradizione della Chiesa: una questione di coraggio .Tradizione della Chiesa e Vaticano II . La Tradizione vita e giovinezza della Chiesa
La Tradizione della Chiesa: una questione di coraggio
Riportiamo l'intervento della Dott.ssa Cristina Siccardi al convegno sulla Tradizione della Chiesa, tenuto a Firenze, in Ognissanti, il 20 maggio 2011, dal titolo Quaecumque dixero vobis. La Tradizione vita e giovinezza della Chiesa.
Grande è la responsabilità nel parlare della Tradizione e ciò per due ordini di motivi. Parlare della Tradizione significa parlare della Chiesa: infatti Monsignor Brunero Gherardini, nella quarta di copertina del suo libro, Quaecumque dixero vobis. Parola di Dio e Tradizione a confronto con la storia e la teologia, afferma: «Se vuoi conoscere la Chiesa, non ignorare la Tradizione. Se ignori la Tradizione, non parlar mai della Chiesa». La seconda responsabilità è quella di trattare un libro del grande teologo di Santa Romana Chiesa e, quindi, non posso che ringraziare immensamente Monsignore di questa fiducia.
Mi viene da esprimere questo pensiero: Se avessimo avuto Monsignor Gherardini come teologo ispiratore del Concilio Vaticano II, probabilmente le cose sarebbero andate in modo diverso... Invece il Signore ha permesso che nel Concilio Vaticano II influissero teologi alla moda, in voga nel XX secolo, Chenu, Congar, de Lubac… tutta questa schiera di pensatori e di teologi che al posto di mettere sotto la luce e i riflettori Nostro Signore Gesù Cristo hanno messo in scena se stessi. “Grandi” teologi… divennero grandi soprattutto perché erano portati probabilmente da un sentire comune di voglia di rivoluzione, di novità; tutto sembrava in rivolta, dalle Università ai Seminari, dal pensiero alla società tutta: è stata una concatenazione di idee nate e maturate durante la Rivoluzione francese, poi travasate nel liberalismo, nel modernismo, nel relativismo che Newman aveva così manifestamente denunciato nel XIX secolo; queste idee rivoluzionarie sono entrate nel Vaticano II, perciò questo Concilio non è stato un fungo, nato dalla sera al mattino, ma è stato quasi una valvola di sfogo per tutti coloro che avevano voglia di cose nuove, di rivoluzione, di coloro che volevano tagliare con la Tradizione, che appariva come qualcosa di vecchio e vetusto e si auspicava, si pretendeva una Chiesa moderna.
continua in:
Riportiamo di seguito l'intervento di p. Serafino M. Lanzetta, FI al convegno organizzato a Firenze il 20 maggio 2011 sulla Tradizione della Chiesa, dal titolo: Quaecumque dixero vobis. La Tradizione vita e giovinezza della Chiesa.
Nell'occasione sono stati presentati due recenti volumi di Mons. Gherardini sulla Tradizione.
1. La Tradizione della Chiesa
Uno dei tabù post-moderni più insidiosi, dal quale fino a qualche anno fa bisognava necessariamente emanciparsi nella Chiesa, è stato il lemma “Tradizione”. Il rischio, sempre ricorrente, è quello di emanciparsi però non solo da uno slogan, da una parola, per coniarne una nuova, ma dalla Chiesa stessa, che dalla Tradizione è strutturata e della Tradizione vive. Infatti, in diversi livelli ecclesiali, il processo del rinnovamento conciliare, doveva passare necessariamente per un ammodernato concetto di Traditio, che non ripetesse semplicemente quello che era stato già detto nei secoli precedenti, ma che desse alla stessa Chiesa un vigore nuovo e potesse essere inteso come dinamicità intrinseca, come vivezza del mistero, come progressività in una conoscenza biblica sempre più matura e intelligente, fino a scartare come non cattolico, quanto nella Bibbia non risultasse letteralmente scritto. Tradizione doveva passare attraverso il filtro delle Scritture, viste in qualche modo in opposizione ad essa e come suo metro di valutazione teologica. Il problema è che, in realtà, si trattava di un falso problema. Non c’era un’opposizione irriducibile tra Scrittura e Tradizione, per il semplice fatto che gli agiografi avevano scritto quanto il Signore aveva detto e quanto gli Apostoli avevano insegnato nella loro predicazione. La regola della fede sono le Scritture canoniche in quanto consegnate alla Chiesa, ispirate da Dio in ragione del fatto che, quei fedeli agiografi, avevano ricevuto dalla Chiesa per mano degli Apostoli quelle Parole, trasmesse con l’assistenza dello Spirito Santo. La Tradizione andava a costituire le Scritture e le Sacre Scritture diventavano il canone fisso di un dogma maturato in una compagine viva, nella Chiesa del Dio vivo, che così, con la sua stessa vita, diventava metro ultimo e prossimo della cattolicità. Perciò, la Bibbia non escludeva la Tradizione, né lo potrebbe. Facendo leva sulla scarsa distinzione dogmatica tra Scrittura e Tradizione di Dei Verbum – Tradizione è solo la predicazione apostolica e solo la trasmissione della Parola di Dio? (cf. Dei Verbum 9), oppure l’intera comprensione e trasmissione della fede, principiante dalla predicazione ed estesa a tutta la Chiesa, in ragione del Magistero ecclesiastico? –, e sul fatto che la classica distinzione delle due fonti della divina Rivelazione fu accantonata per chiari motivi pastorali ed ecumenici del Vaticano II, la divina Tradizione si è facilmente smarrita ed offuscata, per fare spazio solo alla Bibbia, che facilmente però scade nel libero esame, in una fede adogmatica, che oggi si direbbe “fai da te”. Si è smarrito il criterio dell’essere cristiani. La forma del cattolicesimo. Non basta la Bibbia, è necessaria anche la Chiesa. Quel «non crederei al Vangelo se non mi ci inducesse l’autorità della Chiesa», rivolto da S. Agostino ai donatisti, oggi è di un’attualità imprescindibile e potrebbe essere riformulato anche così: non avrei il Vangelo, né lo capirei, se non mi venisse dato e spiegato dalla Chiesa. La Scrittura come regola di se stessa, del suo esserci, di barthiana memoria, non regge. C’è prima la Chiesa e poi la stesura del Vangelo, prima la trasmissione di quanto il Signore aveva detto e fatto e poi la sua elaborazione scritta. Questo “prima” è da intendersi in senso cronologico, che distingue in modo ontologico l’alterità tra Tradizione e Scrittura e ne determina la loro impossibile riduzione ad unum. Nella “Tradizione apostolica”, poi, che riceve e trasmette la Parola del Signore, si innesta e si salda nell’unicità dello stesso tradere la “Tradizione ecclesiastica”, quale fedele deposito e accresciuta comprensione nel tempo della Chiesa di quelle verità di fede, che sempre identiche, crescono con colui che le medita, lasciando alla Chiesa il compito di scrutarle, di interpretarle rettamente e di insegnarle senza possibilità di errore. Anche quando le Parole del Signore furono messe per iscritto, la Tradizione (orale) non perse la sua efficacia, non solo al fine di interpretare rettamente le divine Scritture, ma per approfondire la stessa fede. Così, con quella divina suggestio dello Spirito Santo (cf. Gv 14,26), si arrivò alla comprensione e alla definizione di verità, quali la Verginità perpetua di Maria, l’Immacolata Concezione, il numero settenario dei Sacramenti, ecc.: non altre verità, ma quelle che il Signore aveva insegnato e che la Tradizione aveva ininterrottamente consegnato, attraverso le Scritture e attraverso la Trasmissione orale dell’unico insegnamento del Signore Gesù. Unico è il deposito della fede, identico e immutabile, due però le vie per riceverlo e ritrasmetterlo accresciuto fino a quando il Signore verrà: quella scritta e quella orale.
Come si vede, Tradizione non è un elemento opzionale, facilmente superabile tacendone la sua essenza o riducendolo al mero momento dell’interpretazione scritturistica. Non è neanche un discrimen politico, come purtroppo da diversi anni a questa parte viene inteso. Sì, forse è stata questa la ragione del suo progressivo accantonamento: una Chiesa (politicamente) più aperta al domani, al progresso, al mondo, all’evoluzione (-ismo), avrebbe dovuto rinunciare al dato antico, al suo passato, al suo ieri. L’ieri era immagine di una Chiesa fissista. L’oggi quello di una Chiesa capace d’avanguardie. Emanciparsi dalla Tradizione (dal mistero in definitiva) era l’urgenza dei tempi nuovi. Anche qui però si era impostato il problema in modo surrettizio: la Tradizione non era identità di un partito conservatore della Chiesa, era ed è la sua vita, la sua possibilità di essere, ieri come oggi. Se si rinuncia alla Tradizione, dimenticando quello che la Chiesa era, si smarrisce il vero fine di quello che la Chiesa dovrà essere. Un ritorno alla genuina e cattolica identità della Chiesa, è indispensabile per superare le divisioni nell’unico Corpo di Cristo e per dare speranza al futuro come presenza dell’unico ed indiviso Cristo nel mondo, per mezzo della Chiesa.
La Tradizione vita e giovinezza della Chiesa
Il 20 maggio scorso presso la Chiesa di Ognissanti in Firenze, sono stati presentati due recenti libri di Mons. Brunero Gherardini: Quaecumque dixero vobis. Parola di Dio e Tradizione a confronto con la storia e la teologia, Lindau 2011 e Quod et tradidi vobis. La Tradizione vita e giovinezza della Chiesa, Casa Mariana Editrice 2010.
All'incontro sono intervenuti oltre all'Autore, il prof. Don Renzo Lavatori, il prof. p. Serafino M. Lanzetta e la Dr.ssa Cristina Siccardi.
Da sinistra: Mons. B. Gheradini, C. Siccardi, P. S. M. Lanzetta e Don R. Lavatori
domingo, 5 de junho de 2011
Missa Pontifical por ocasião da Solenidade da Ascensão de Nosso Senhor
Na festa da Ascensão de Nosso Senhor, Sua Excelência Reverendíssima Dom Juan Rodolfo Laise, bispo emérito de São Luís na Argentina, celebrou Missa Pontifical- ao faldistório- em ocasião de seus quarenta anos de episcopado.
Fotos de: ICRSS
http://caius-santachiesa.blogspot.com/Benedict XVI presides over Holy Mass for families : report from Zagreb
Wrapping the bell tower of this Cathedral dedicated to Our lady and St Stefan of Hungary like a birthday present, a huge yellow and white cloth proclaiming “Benedictus qui venit!” It’s not enough to hide the crumbling sandstone beneath the scaffolding put up to restore the centuries-old shrine, built and re-built countless times after earthquakes, fires and war. Thousands of flag waving faithful filled the square before the Cathedral, in the shadow of the golden statue of Our Lady and a mega video screen to follow the vespers from outside. The Pope probably felt he was passing through a time warp when he walked into richly ornate Baroque and neo Gothic interior. He had just come from lunch and a visit to the spanking new, ultra-modern glass, steel and marble headquarters of Croatia’s ...» | |
Benedict XVI presides over Holy Mass for families : report from Zagreb Pope Benedict presided over Holy Mass for thousands of famiglies in Croatia' s capital Zagreb on Sunday to celebrate the first National Day for Croatian Catholic Families. Tracey McClure reports : Two hearts joined at the side: Croatia’s flag and Pope Benedict’s coat of arms – just one symbol from Sunday’s celebration: the closeness of this nation’s majority Catholics to their beloved Pope, who ...» |
Pope Benedict XVI's homily at the Holy Mass on the occasion of the National Day of Croatian Catholic Families This is the full text of Pope Benedict XVI's homily at the Holy Mass on the occasion of the National Day of Croatian Catholic Families in the Zagreb Hippodrome Dear Brothers and Sisters! In this Mass at which it is my joy to preside, concelebrating with numerous brothers in the Episcopate and with a great number of priests, I give thanks to the Lord for all the beloved families gathered here, and for ...» |
Recitation of the Regina Caeli in the Zagreb Hippodrome Pope Benedict recited the Regina Caeli with the people of Croatia after Mass in the Zagreb Hippodrome. Here is the full text of his remarks... Dear Brothers and Sisters! Before concluding this solemn celebration, I wish to thank you for your fervent and devout participation, through which you express your love and your commitment to the family, as Bishop Župan – to whom I also express my warm gratitude ...» |
If I first had the impression that Croatians were rather relaxed about the Pope’s visit – the cheering throngs of young people who braved the rain and muggy Zagreb climate for the vespers celebration put me to shame. Some 50,000 crowded into Josip Jelacic square and surrounding streets, waving yellow and white Vatican banners and chanting Benedict we love you!
And the Pope was clearly pleased, ...»
Benedetto XVI alle famiglie croate: nell'Europa in crisi di valori, difendete la vita e mostrate la bellezza dell'amore coniugale duraturo
http://www.radiovaticana.org/it1/index.aspBenedetto XVI alle famiglie croate: nell'Europa in crisi di valori, difendete la vita e mostrate la bellezza dell'amore coniugale duraturo
La famiglia tradizionale che affronta difficoltà e minacce, l’intangibilità della vita umana, dal concepimento fino al suo termine naturale, l’apertura alla vita. Ma anche il contributo delle “piccole chiese domestiche” all’evangelizzazione nel mondo. Sono questi alcuni dei temi affrontati stamani a Zagabria, in Croazia, da Benedetto XVI alla Santa Messa in occasione della prima Giornata nazionale delle famiglie cattoliche croate, fulcro del suo 19.mo viaggio apostolico internazionale. Da Zagabria, il servizio della nostra inviata Giada Aquilino:
La famiglia, fondamentale realtà umana, in Croazia come altrove “deve affrontare difficoltà e minacce”: ha quindi particolare bisogno di essere “evangelizzata e sostenuta”. Questa la riflessione di Benedetto XVI stamani alla celebrazione ...»Il Papa prega sulla tomba del beato Stepinac: vincere la mediocrità nella fede, o siamo cattolici o non lo siamo
“Amata Chiesa in Croazia, assumi con umiltà e coraggio il compito di essere la coscienza morale della società, ‘sale della terra’ e ‘luce del mondo’. Sii sempre fedele a Cristo e al messaggio del Vangelo, in una società che cerca di relativizzare e secolarizzare tutti gli ambiti della vita. Sii la dimora della gioia nella fede e nella speranza”: è questa l’accorata esortazione ...»
L'incontro del Papa con la società civile croata: senza una coscienza aperta a Dio, l'Europa è destinata all'involuzione
Se l’Occidente emargina dalla vita sociale la coscienza, “l’Europa è destinata all’involuzione”. Se invece la ascolta, “c’è speranza per il futuro”. Lo ha affermato ieri pomeriggio Benedetto XVI al Teatro Nazionale di Zagabria, durante il suo Incontro con gli esponenti della società civile, del mondo politico, accademico, culturale e imprenditoriale della Croazia, alla presenza anche del Corpo ...»
La famiglia tradizionale che affronta difficoltà e minacce, l’intangibilità della vita umana, dal concepimento fino al suo termine naturale, l’apertura alla vita. Ma anche il contributo delle “piccole chiese domestiche” all’evangelizzazione nel mondo. Sono questi alcuni dei temi affrontati stamani a Zagabria, in Croazia, da Benedetto XVI alla Santa Messa in occasione della prima Giornata nazionale delle famiglie cattoliche croate, fulcro del suo 19.mo viaggio apostolico internazionale. Da Zagabria, il servizio della nostra inviata Giada Aquilino:
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Benedetto XVI ai giovani in Piazza Jèlacic: solo nell’amore di Gesù si realizza la vera felicità “Lasciatevi prendere per mano da Gesù, solo in Lui si realizza la vera felicità”. E’ l’invito che il Papa ha rivolto ieri sera agli oltre 50 mila giovani che hanno preso parte alla Veglia di preghiera nella storica piazza Josip Jèlacic e nelle vie limitrofe. Benedetto XVI li ha esortati a non lasciarsi disorientare da promesse allettanti di facili successi, ma a cercare la verità che va ...» |
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Benoît XVI salue la figure du cardinal Stepinac, "défenseur de tous les persécutés"
Benoît XVI salue la figure du cardinal Stepinac, "défenseur de tous les persécutés"
Dernier temps fort du voyage de Benoît XVI en Croatie, la célébration des Vêpres en la cathédrale de Zagreb en présence des évêques, religieux, religieuses et séminaristes. Le Pape s'est aussi recueilli devant la tombe du bienheureux Aloojzije Viktor Stepinac. Face à la communauté catholique croate, Benoît XVI a rendu un vibrant hommage à cet homme de foi. Dans son discours, au cours des Vêpres, Benoît XVI a de nouveau insisté sur la figure du cardinal Stepinac : "son martyre marque le sommet des violences perpétrées contre l'Eglise durant la terrible période de la persécution communiste". La synthèse de notre envoyée spéciale Hélène Destombes
A l'issue de la célébration des Vêpres, le Pape a posé en compagnie des tous les séminaristes présents pour une photo de groupe, à ...»
L'Europe risque la régression si elle se ferme à la transcendance
Benoît XVI est allé à la rencontre de la société civile, ce samedi soir à Zagreb, il s’est adressé aux « milieux qualifiés de la société croate et au Corps diplomatique » - communautés religieuses, institutions politiques, scientifiques et culturelles, secteurs artistique, économique, et sportif - un rendez-vous qui figure généralement au programme de ses visites en Europe. L’ ...»
http://www.radiovaticana.org/fr1/index.asp
Visita do Papa Bento XVI à Croácia
Antes do Regina Coeli, em Zagreb, Bento XVI convidou a invocar a intercessão de Maria para que as instituições públicas apoiem a família, célula do organismo social
(5/6/2011) Amados Irmãos e Irmãs!
Antes de terminar esta solene celebração, desejo agradecer-vos pela vossa intensa e devota participação, ...»
Amada Igreja na Croácia, assume com humildade e coragem a tarefa de seres a consciência moral da sociedade, «sal da terra» e «luz do mundo»: a mensagem deixada pelo Papa, na celebração conclusiva da sua visita a Zagreb (5/6/2011) Foi num ambiente de intenso recolhimento que decorreu a celebração de Vésperas na catedral de Zagreb, um “particular momento de comunhão” do Papa com os bispos da Croácia e os seus padres, pessoas consagradas, seminaristas e noviços e noviças. Uma celebração toda ela dominada pela “heróica” figura ...» |
(5/6/2011) Neste domingo, segundo dia de visita à Croácia , e I Jornada Nacional das Famílias católicas croatas Bento XVI presidiu a uma missa no hipódromo de Zagreb, diante de dezenas de milhares de pessoas, a quem pediu que combatam a “secularização” da Europa.
Na homilia o Papa insistiu sobre a dimensão missionária da família, ...»