Nel novembre 1983, i Vescovi Lefebvre e Castro-Mayer inviarono a Giovanni Paolo II una Lettera aperta con un Manifesto Episcopale: “La situazione della Chiesa, da venti anni, è tale che essa appare come una città occupata. Migliaia di sacerdoti e milioni di fedeli vivono nell’angoscia e nella perplessità a motivo della “autodemolizione della Chiesa”. Gli errori contenuti nei documenti del Vaticano II, le riforme postconciliari, e particolarmente la Riforma liturgica, le false concezioni diffuse da documenti ufficiali, gli abusi di potere compiuti dalla gerarchia, li gettano nel turbamento e nel disagio. […]
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Leggendo il testo dell'articolo "La « tesi Ocariz » contraddetta anche dalla tesi Ratzinger", pubblicato da "Disputationes theologicae", si rimane basiti in quanto si afferma che (seguendo la linea modernista di Ratzinger), la dottrina dei Pontefici pre conciliari risulterebbe "riformabile", in quanto dottrine legate ai tempi storici, in più si afferma che queste dottrine pre conciliari non sarebbero definitive, ebbene tutto ciò é inaccettabile ma almeno svela a che punto possa portare il traviamento modernista penetrato definitivamente durante l'ultimo Concilio...
Disse il Cardinal Ratzinger : “[l’Istruzione “Donum Veritatis”] afferma - forse per la prima volta con questa chiarezza - che ci sono delle decisioni del magistero che non possono essere un’ultima parola sulla materia in quanto tale, ma sono in un ancoraggio sostanziale nel problema, innanzitutto anche un’espressione di prudenza pastorale, una specie di disposizione provvisoria. Il loro nocciolo resta valido, ma i singoli particolari sui quali hanno influito le circostanze dei tempi, possono aver bisogno di ulteriori rettifiche. Al riguardo si può pensare sia alle dichiarazioni dei Papi del secolo scorso sulla libertà religiosa, come anche alle decisioni antimodernistiche dell’inizio del secolo”. (Osservatore Romano, 27 giugno 1990, p. 6 ).
Ed ecco ciò che scrive il cardinale Ratzinger nel suo libro “I principi della teologia cattolica” a proposito del testo della Chiesa nel mondo (Gaudium et spes) con il titolo: “Il Vangelo ed il mondo riguardo alla questione della ricezione del secondo Concilio del Vaticano.” Sviluppa le sue argomentazioni su più pagine e precisa: “Se cerchiamo una diagnosi globale del testo, potremmo dire che è (in connessione con i testi sulla libertà religiosa e sulle religioni nel mondo) una revisione del Sillabo di Pio IX, una specie di contro-Sillabo (Dignitatis Humanæ)”.
Disse nella sua interezza questo:
"Se si deve offrire un'analisi del testo (Gaudium et Spes) nella sua interezza, bisognerebbe affermare che esso è (insieme ai testi sulla libertà religiosa e le religioni del mondo) una revisione del Sillabo di Pio Nono, una specie di Contro-Sillabo ... Lasciateci essere felici nel dire che il testo serve come Contro-Sillabo e pertanto rappresenta, da parte della Chiesa, un tentativo di riconciliarsi ufficialmente con la nuova era inaugurata nel 1789 ... la partigianeria della posizione adottata dalla Chiesa sotto Pio IX e Pio X in risposta alla situazione creata dalla nuova fase storica, inaugurata dalla Rivoluzione Francese, è stata corretta via facti in larga misura, specialmente in Europa Centrale, ma non esisteva ancora una base comune su cui fondare le relazioni tra la Chiesa ed il mondo che si era venuto a creare dopo il 1789. Infatti, un atteggiamento largamente contro-rivoluzionario ha continuato ad esistere tra nazioni a forte maggioranza Cattolica. Ormai quasi nessuno nega al giorno d'oggi che i concordati con la Spagna e l'Italia si sforzano di conservare un'impostazione del mondo che non corrisponde più ai fatti. E difficilmente si può negare che, per quanto riguarda l'educazione ed il metodo critico-storiografico della scienza moderna, vi è stato un anacronismo strettamente legato alla fedele adesione a questa vecchia impostazione di rapporti tra Chiesa e stato".
Quale audacia per un cardinale definire due dei più grandi Papi della storia della Chiesa “partigiani” nei loro tentativi di proteggere la Chiesa dagli errori del liberalismo e del modernismo! Secondo il Cardinale Ratzinger, al Vaticano II la Chiesa ha fatto un “tentativo” per “correggere” e “confutare” gli insegnamenti del Beato Pio Nono e di San Pio X, e per riconciliarsi piuttosto con la Rivoluzione Francese e l'Illuminismo.
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"In effetti, non può esistere un vero e proprio “Contro-Sillabo”, dato che il Sillabo del Beato Papa Pio Nono del 1864 è un insegnamento solenne e definitivamente vincolante per tutti i Cattolici (Can 750 § 2). Nel paragrafo 6 dell'Enciclica Quanta Cura, pubblicata insieme al Sillabo l'8 dicembre 1864, Papa Beato Pio Nono affermò solennemente che: “In tanta perversità dunque di depravato opinioni, Noi, giustamente memori del Nostro Apostolico officio, e grandemente solleciti della Santissima Nostra Religione, della sana dottrina, e della stessa umana società, abbiamo nuovamente stimato d'innalzare la Nostra Apostolica voce. Pertanto tutte e singole le prave opinioni e dottrine ad una ad una in questa lettera ricordate con la Nostra Autorità Apostolica riproviamo, proscriviamo e condanniamo; e vogliamo e comandiamo, che da tutti i figli della Chiesa Cattolica s'abbiano affatto come riprovate, proscritte e condannate” (Enfasi aggiunta). Citazione contenuta in The Popes Against Modern Errors (Tan Books and Publishers, Rockford, Illinois, 1999) p. 21. Versione italiana: <http://web.tiscali.it/pionono/quanta_cura.htm>
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Inoltre Il Cardinale Ratzinger ha dichiarato, seguendo le tesi di Hans Urs von Balthasar:
"Il fatto è che come disse Hans Urs von Balthasar già nel 1952 … essa [la Chiesa] deve abbandonare molte delle cose che le hanno fin qui dato sicurezza e che ha considerato come date per scontato. Essa deve abbattere gli antichi bastioni ed affidarsi solamente allo scudo della fede..."
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Leggendo ciò che diceva Ratzinger sull'evoluzione di dottrine definite in maniera definitiva, e non passibili di revisione, si rimane sconcertati e delusi in quanto Egli stesso nel 2005 coniò il termine "ERMENEUTICA DELLA CONTINUITÀ". Risulta evidente che questo pensiero di Ratzinger è inaccettabile, e perché inaccettabile? Perché la dottrina espressa dai Papi, e dai Concili dogmatici, è contraria a parecchie affermazioni teologiche promulgate con il Conciliabolo modernista Vaticano II. Secondo, questa cosiddetta "ermeneutica della continuità", che ad oggi rimane non dimostrata.
Come dar torto alla Fraternità San Pio X se non ha potuto accettare il Preambolo consegnatogli dalla Gerarchia modernista?
Diceva Monsignor Lefebvre, riguardo a colloqui futuri con la Santa Sede:
Riguardo alla ripresa dei contatti con Roma. Porrò la questione sul piano dottrinale:"Siete d'accordo con le grandi encicliche dei Papi che vi hanno preceduto? Siete d'accordo con "Quanta Cura" di Pio IX, "Immortale Dei" e "Libertas" di Leone XIII, "Pascendi" di San Pio X, "Quas primas" di Pio XI, "Humani Generis" di Pio XII. Accettate ancora il giuramento antimodernista? Siete ancora per il Regno Sociale di NSGC? Se non accettate la dottrina dei vostri predecessori è inutile di parlare. Finche non avrete accettato di riformare il Concilio considerando la dottrina di questi Papi che vi hanno preceduto nessun dialogo è possibile. E’ inutile. Cosi le posizioni sono più chiare. (Conferenza tenuta al ritiro sacerdotale a Econe il 4 settembre 1987 "Sous la Banniere" n.133 ottobre 2007 p.4)...
Ora proporremo, su alcuni punti, la dottrina Cattolica irriformabile, che va contro alcuni principi teologici che il Concilio ha sovvertito, annullandoli di fatto: