segunda-feira, 28 de setembro de 2009

"LAICITA'": NEUTRALITA' E MULTICULTURALISMO, MODELLI DI DIALOGO? Pubblichiamo oggi uno splendido saggio , a cura del Prof. Don Matteo De Meo

Di fronte a certi avvenimenti, soprattutto drammatici, che hanno come sfondo una certa morale, o cultura o religione, ci ritroviamo spesso spaesati e confusi. L’ultimo avvenimento di cronaca- l’omicidio di un padre musulmano che uccide la propria figlia perchè aderisce al modo di vivere occidentale richiama fortemente l’urgenza di un dialogo fra le culture e le religioni nella nostra vecchia Europa. Ma come? É possibile? Oppure stiamo lentamente scivolando verso un inevitabile scontro fra civiltà? La religione che funzione può avere in merito? Qualcuno in questi giorni continua fortemente a sostenere che l’unica soluzione è una laicizzazione a tutto campo! E che questi tragici avvenimenti sono l’ennesima riprova di una sostanziale insidia costituita dal fenomeno religioso....!


Uno dei “valori” propri di questa cultura laicista -e direi tra i più subdoli nel suo diffondersi- è da ravvisarsi in quella neutralità, tanto invocata, in una società che si tende a definire come globalizzata, multietnica e multiculturale. Una neutralità, ritenuta da molti Stati, come unica e necessaria opzione, ai fini di una uguaglianza, di una parità di diritti, di un rispetto e di una tolleranza! Tutti valori, in sè positivi (che affondano le loro radici in un sostrato culturale cristiano) e fatti propri dal mondo laico, ma traviati e imposti da una visione laicista che ha, invece, la meglio, nel suo trasformarsi in mentalità comune (politica, sociale, culturale, giuridica), sempre più evidente nella nostra Europa. La gestione di interi Stati è determinata da essa (guardiamo la Spagna di Zapatero, la laicissima Francia, per fare solo alcuni esempi!).
L’uso di riferirsi alla nozione di “laicità”, per rivendicare una vera e propria separazione fra la religione, la fede e la ragione, è ormai ovvio, anche per molti cristiani! Questa separazione viene declinata anche nel mondo civile, naturalmente, applicandola al rapporto Chiesa e Stato. Riemerge ancora, quella pericolosa insidia, a cui si accennava nelle pagine precedenti, e che bisogna mettere bene in luce: “separazione” non si equivale ad “autonomia”. Mi spiego.
In primo luogo, troppo spesso, si dimentica che la laicità, ovvero l’affermazione della legittima autonomia di tutto ciò che riguarda il seculum, il mondo, l’uomo e la sua natura, fa parte di un’eredità di pensiero e di riflessioneche è propria dell’eredità cristiana. Basta approfondire anche solosemplicemente la storia del termine “laico”, (dal greco “laikòs”, del popolo) che si origina all’interno del popolo di Dio per indicare la distinzione tra “chierici” e “non –chierici” (cioè laici).

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fonte:Fides et Forma