quarta-feira, 2 de dezembro de 2009

La catechesi del Pontefice all’Udienza Generale: “L’amore è vera sapienza ma impararlo esige un cammino lungo e impegnativo”

CITTA’ DEL VATICANO - "Imparare ad amare richiede un lungo e impegnativo cammino", che copre tutte "le eta' dell'uomo: l'infanzia, la giovinezza, la maturita' e la vecchiaia". In questo itinerario, "la persona deve imporsi un'ascesi efficace, un forte controllo di se' per eliminare ogni affetto disordinato, ogni cedimento all'egoismo, e unificare la propria vita in Dio, sorgente, meta e forza dell'amore, fino a giungere al vertice della vita spirituale". Lo ha detto il Papa citando il monaco Guglielmo di Saint-Thierry, amico e discepolo di San Bernardo di Chiaravalle, del quale e' stato anche il principale biografo. L'amore, ha spiegato il Pontefice, e' la vera "sapienza", e solo "a conclusione di questo itinerario ascetico si sperimenta una grande serenita' e dolcezza", perche' "tutte le facolta' dell'uomo - intelligenza, volonta', affetti - riposano in Dio, conosciuto e amato in Cristo". Secondo Benedetto XVI, questa "radicale vocazione all'amore per Dio" costituisce "il segreto di una vita riuscita e felice", che lui descrive come "un desiderio incessante, crescente, ispirato da Dio stesso nel cuore dell'uomo". In una delle sue meditazioni, ha ricordato, Guglielmo dice che "l'oggetto di questo amore e' l'Amore con la A maiuscola, cioe' Dio. E' lui che si riversa nel cuore di chi ama, e lo rende atto a riceverlo. Questo slancio d'amore e' il compimento dell'uomo". "Dio lo si conosce se lo si ama!", ha quindi esclamato il Papa in piazza San Pietro, davanti alle diverse decine di migliaia di fedeli accorsi per assistere alla tradizionale catechesi dell’Udienza Generale del Mercoledi’. "Nella nostra vita", ha evidenziato ancora il Pontefice, "noi conosciamo realmente solo chi e cio' che amiamo", e cio' "vale anzitutto nella conoscenza di Dio e dei suoi misteri, che superano la capacita' di comprensione della nostra intelligenza". Nel parlare dell'amore a Dio, Guglielmo di Saint-Thierry attribuisce "una notevole importanza alla dimensione affettiva", ha tenuto a ricordare Ratzinger, che martedi’ aveva affrontato, in un discorso ai membri della Pontificia Commissione Teologica Internazionale, il tema della "vera conoscenza" di Dio, rilevando che "ci sono grandi dotti, grandi specialisti, grandi teologici maestri della fede che sono penetrati nei dettagli della Sacra Scrittura, ma non hanno potuto vedere il mistero stesso, il vero nucleo" della Rivelazione. "Il nostro cuore - ha aggiunto all’udienza Generale - e' fatto di carne, e quando amiamo Dio, che e' l'amore stesso", in questa "relazione con il Signore" esprimiamo "anche i nostri umanissimi sentimenti, come la tenerezza, la sensibilita', la delicatezza", visto che "il Signore stesso, facendosi uomo, ha voluto amarci con un cuore di carne". Per il Papa teologo, inoltre, "l'amore illumina l'intelligenza e permette di conoscere meglio e in modo profondo Dio e, in Dio, le persone e gli avvenimenti". Questo perche', ha rilevato citando ancora il monaco Guglielmo, "la conoscenza che procede dai sensi e dall'intelligenza riduce, ma non elimina, la distanza tra il soggetto e l'oggetto, tra l'io e il tu. L'amore invece produce attrazione e comunione, fino al punto che vi e' una trasformazione e un'assimilazione tra il soggetto che ama e l'oggetto amato". Una "reciprocita' di affetto e di simpatia", questa, che "permette una conoscenza molto piu' profonda di quella operata dalla sola ragione". "L'amore e' una forza dell'anima che la conduce come per un peso naturale al luogo e al fine che le e' proprio", ha poi sintetizzato Ratzinger, esortando i fedeli ad "operare nella propria vita la scelta di fondo, che da' senso e valore a tutte le altre scelte: amare Dio e, per amore suo, amare il nostro prossimo; solo cosi' potremo incontrare la vera gioia, anticipo della beatitudine eterna". "L'energia principale che muove l'animo umano e' l'amore", ha proseguito Benedetto XVI, per il quale "la natura umana, nella sua essenza piu' profonda, consiste nell'amare". Cio' significa che "un solo compito e' affidato a ogni essere umano: imparare a voler bene, ad amare, sinceramente, autenticamente, gratuitamente. Ma solo alla scuola di Dio questo compito viene assolto e l'uomo puo' raggiungere il fine per cui e' stato creato". "Diciamo anche noi al Signore che vogliamo vivere d'amore", ha infine concluso con le parole della piu' bella preghiera di Santa Teresa di Gesu' Bambino. Al termine dell'Udienza Generale, il Papa ha salutato, con grande cordialita', Marcello Pera, ex Presidente del Senato, presente in piazza San Pietro con Monsignor Rino Fisichella, Rettore dell’Universita’ Lateranense, Presidente dell'Accademia della Vita e "cappellano" del Parlamento italiano. Pera e' autore con Ratzinger del volume "Senza radici. Europa, relativismo, cristianesimo, islam". L'Arcivescovo Vincenzo Pelvi, ordinario militare per l'Italia, ha invece guidato in Vaticano un pellegrinaggio dell'Associazione Marinai, con 4.000 partecipanti. Il Pontefice ha augurato loro che "questo incontro possa ravvivare in ciascuno il desiderio di amare Dio e il prossimo". Dopo l’Udienza Generale, Monsignor Pelvi ha presentato al Pontefice 130 allievi marescialli della Scuola dell'Aeronautica Militare che ha sede a Viterbo.

fonte:Petrus