Omelia pronunciata dal Cardinale Raymond Leo Burke, Prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica, nella celebrazione della Santa Messa in memoria di Papa Pio XII, all’altare di San Pietro presso le Grotte Vaticane, sabato 4 ottobre 2014, in prossimità dell’anniversario della morte di Papa Pacelli – il 9 ottobre 1958. [ne davamo notizia qui] Al termine della celebrazione, si è proceduto all’omaggio alla tomba del Venerabile Papa, ove hanno potuto sostare in preghiera i più di cento fedeli presenti.
Sia lodato Gesù Cristo!
Il Venerabile Papa Pio XII è stato il Papa della mia infanzia. La memoria della venerazione che i miei genitori avevano verso la sua persona e il suo magistero è ancora viva. Nonostante che la mia famiglia abitava in una parte rurale e remota dello Stato del Wisconsin negli Stati Uniti, sentivamo la vicinanza del Papa Pio XII quale Pastore della Chiesa universale. Ricordo anche i racconti di soldati americani ricevuti in udienza dal Santo Padre dopo la liberazione di Roma e di un medico che ebbe il privilegio di partecipare all’udienza concessa ad un gruppo di chirurgi statunitensi, il 24 maggio 1956. Raccontando la loro esperienza tutti si commuovevano per il senso della premura personale per ciascuno di loro da parte del Sommo Pontefice, che irradiava la sua intensa comunione con Colui del quale egli era Vicario sulla terra. Il medico ricordava come il Pontefice parlava dell’ospedale quale “Hotel de Dieu” per ricevere, con fede e amore, tutti gli ammalati, e dimostrava con la sua grande presenza e tenerezza le stesse qualità che stava raccomandando ai medici.