12 ottobre 2014
Maria
Mentre il mondo fissa i suoi occhi sugli obiettivi che passano, cambiamenti avvengono ogni giorno che precipitano solo verso il basso il cuore umano. Queste forze sono nascoste, ma possono facilmente venire rivelate. Si tratta di un flusso crescente, come le infezioni nel sangue, che lentamente distruggono la vita. Come io enumero e descrivo questi virus mortali, rivelerò anche la grande necessità per i doni che ho promesso.
Il primo virus mortale è la disonestà della massa monetaria, una malattia che ha avuto inizio lentamente, ma ora è totalmente fuori controllo, al di là delle competenze anche della più ricca delle nazioni. La malattia cresce ogni giorno. La febbre sale. Nessuno risponde. Le soluzioni sono troppo complicate e richiederebbero sacrifici che nessuno vuole fare.
Questo non è come gli altri problemi, che invece sembrano così reali. La malattia economica non rapisce, non uccide, non effettua esecuzioni o fa cadere bombe. Si presenta in numeri, su fogli contabili, come se i problemi fossero solo teorici. La malattia economica non è più teorica del virus ebola. Ogni giorno essa fa più vittime, strangolando la capacità dell’uomo di agire liberamente e di rilasciare benedizioni nelle quali tutti possono partecipare.
Parlerò ancora di questi problemi. LEGGERE..--
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- E senti o espírito inundado por um mistério de luz que é Deus e N´Ele vi e ouvi -A ponta da lança como chama que se desprende, toca o eixo da terra, – Ela estremece: montanhas, cidades, vilas e aldeias com os seus moradores são sepultados. - O mar, os rios e as nuvens saem dos seus limites, transbordam, inundam e arrastam consigo num redemoinho, moradias e gente em número que não se pode contar , é a purificação do mundo pelo pecado em que se mergulha. - O ódio, a ambição provocam a guerra destruidora! - Depois senti no palpitar acelerado do coração e no meu espírito o eco duma voz suave que dizia: – No tempo, uma só Fé, um só Batismo, uma só Igreja, Santa, Católica, Apostólica: - Na eternidade, o Céu! (escreve a irmã Lúcia a 3 de janeiro de 1944, em "O Meu Caminho," I, p. 158 – 160 – Carmelo de Coimbra)