terça-feira, 13 de julho de 2010

Card.Canizares: il SP, una questione liturgica per un movimento liturgico: I giovani e i bambini dovrebbero partecipare a liturgie celebrate con grande dignità, che sono permeate dal mistero di Dio e l’individuo coinvolto lo sa. La partecipazione attiva non significa fare qualcosa, ma entrare nel culto e nel silenzio, nell’ascolto e nella domanda e in tutte le cose che fa veramente la liturgia. Finché ciò non accadrà, non ci sarà rinnovamento liturgico. Dobbiamo ruotare di centottanta gradi. La pastorale giovanile deve essere un luogo dove avviene ‘incontro con il Cristo vivente nella Chiesa.

Ordinations sacerdotales 
2010

 
Published: luglio 12, 2010

Tre anni dopo la pubblicazione del Motu proprio “Summorum Pontificum” , il Prefetto della Congregazione romana per il Culto divino e la disciplina dei Sacramenti fa il punto della situazione in questa intervista: “Dobbiamo ruotare di centottanta gradi” e dare il via ad un  nuovo movimento liturgico.

Eminenza, il Papa nella lettera ai Vescovi di accompagnamento al Motu proprio “Summorum Pontificum” parla delle reazioni, dall’accettazione gioiosa ad un’opposizione dura. Il clima è cambiato da allora?
Il clima è rimasto sostanzialmente lo stesso. Ma credo che  sia in corso un movimento. Ora si capisce molto meglio di cosa si tratta nel Motu proprio. La comprensione della liturgia nella Tradizione della Chiesa è cresciuta. Lo stesso vale per l’ermeneutica della continuità. Tutto questo gioverà non solo all’accettazione e all’applicazione del motu proprio, ma servirà anche per arricchire il rinnovamento liturgico e di portarlo avanti – nel senso che lo spirito della liturgia è un rivivere in maniera sempre nuova.
In Francia, due seminari diocesani insegnano per i loro seminaristi le due forme del rito romano. Come si può vedere questo modello?
C’è solo una liturgia. Di conseguenza, se le due forme di celebrazione del rito romano si inseriscono con facilità nella formazione stessa è proprio perché sono la medesima liturgia. E’ importante notare anche che la Chiesa in virtù dell’ermeneutica della continuità non congela Il Messale di Giovanni XXIII, non ha rotto esso. La Tradizione della Chiesa viene integrata nello sviluppo del Concilio Vaticano II. Perciò, l’educazione liturgica sarà sempre allineata per tutti con la Sacrosanctum Concilium. Data la ricchezza del rito romano in tutte le sue tradizioni – e questo include il Messale di Giovanni XXIII e la riforma liturgica post-conciliare – non si può giocare gli uni contro gli altri. Esse sono espressione della stessa ricchezza liturgica.
Lei condivide l’opinione del vescovo di Tolone, che riteneva l’ideale formare i propri seminaristi in entrambe le forme?
Il vescovo di Tolone, un grand’uomo, vuol leggere tutta la Tradizione della Chiesa  alla luce dell’ermeneutica della continuità. E poiché la Sacrosanctum Concilium è ancora valida, cresce i suoi seminaristi in questa formazione unica, nella quale viene insegnata la celebrazione in entrambe le forme del rito romano. I buoni frutti a Tolone sono evidenti.
Quali elementi della forma straordinaria possono essere integrati anche nella forma ordinaria del rito?
Il senso di mistero e dei santi, il che significa il senso della Divinità (Gottesherrschaft).  Si tratta della grandezza di Dio e del mistero di Dio. L’uomo è veramente sempre indegno di partecipare a questa liturgia che è dono divino. Abbiamo bisogno della legge di Dio, di riconoscere ancora una volta lo “ius divinum”- quanto prima, tanto meglio. La liturgia di oggi appare spesso come qualcosa su cui l’uomo ha un diritto e nella quale può agire. Ciò riflette la secolarizzazione della nostra società, mentre  dietro ad essa altri aspetti svaniscono. Ciò ha portato alla riforma del Concilio Vaticano II, la cui ricchezza e la  cui portata non sono state sviluppate come s’era sperato.
Che cosa consiglia ai sacerdoti? Dove iniziano?
I sacerdoti devono esser preparati per la Messa anche nella forma straordinaria così come previsto. Lo stesso vale per l’atto penitenziale (Bußritus) e la consapevolezza che di fatto siamo indegni di celebrare, ma che dobbiamo mettere la nostra fiducia nella misericordia e nel perdono di Dio e accostare così la presenza di Dio nella celebrazione. Un tesoro che non dobbiamo dimenticare è il sacrificio come è descritto nei testi di preghiera e che riflette un atteggiamento profondo. Dovremmo interiorizzarlo.
Nella sua lettera ai Vescovi, il Santo Padre ha sottolineato che il motu proprio parla di riconciliazione interna della Chiesa. Come giudica il dibattito sulle ordinazioni illecite della Fraternità Sacerdotale di San Pio X?
Le ordinazioni sono un momento di svolta in un tempo di  gravi decisioni.  Sarebbe altamente auspicabile ritardare le ordinazioni, perché se un giorno ci sarà una reale opportunità di apertura e una possibilità di cooperazione le ordinazioni potrebbero essere un ostacolo (das Faktum der Weihen erschwert werden).
Parole chiave: Giornata Mondiale della Gioventù di Madrid nel 2011. Che cosa consiglia ai giovani che sono curiosi di conoscere la Messa antica?
I giovani devono essere educati allo spirito della liturgia. Sarebbe un errore, se si ponessero  verso l’una o l’altra forma in modo polemico. Hanno bisogno di essere introdotti al culto e allo senso del mistero.  Si vuole insegnare la lode e il ringraziamento – e questo è ciò che la celebrazione liturgica della Chiesa ha identificato attraverso i secoli. Oggi ai giovani manca soprattutto l’istruzione liturgica – a prescindere dalla forma da difendere in particolare. Questa è la grande sfida per il prossimo futuro, anche per la Congregazione per il Culto Divino e i Sacramenti. Oggi abbiamo bisogno di un nuovo movimento liturgico, poiché nel diciannovesimo e nel ventesimo secolo c’è stato. Non si tratta dell’una o dell’altra forma, ma  della liturgia come tale.
E come può questo nuovo movimento liturgico divenire una realtà?
Abbiamo bisogno di una nuova introduzione al cristianesimo. Anche per i bambini e per i giovani. Un’introduzione alla liturgia non è solo per sapere qualcosa sulla celebrazione, anche se, naturalmente, ciò è essenziale in senso teologico e dottrinale. I giovani e i bambini dovrebbero partecipare a liturgie celebrate con grande dignità, che sono permeate dal mistero di Dio e l’individuo coinvolto lo sa. La partecipazione attiva non significa fare qualcosa, ma entrare nel culto e nel silenzio, nell’ascolto e nella  domanda e in tutte le cose che fa veramente la liturgia. Finché ciò non accadrà, non ci sarà rinnovamento liturgico. Dobbiamo ruotare di centottanta gradi. La pastorale giovanile deve essere un luogo dove avviene ‘incontro con il Cristo vivente nella Chiesa. Nel caso in cui Gesù Cristo apparisse come una persona di ieri, né istruzione né attiva partecipazione liturgica sarebbe possibile. Finché la coscienza dei vivi non sarà di nuovo svegliata da Cristo, non verrà nulla da un rinnovamento tanto necessario. Regina Einig © Die Tagespost 12 Luglio 2010

Trad. dal tedesco a cura della Redazione. Ci scusiamo per le inesattezze riscontrabili dall’originale e invitiamo i lettori a fornire suggerimenti per migliorarla.

fonte:http://www.rinascimentosacro.org/2010/07/canizares-il-sp-una-questione-liturgica-per-un-movimento-liturgico/