Gesù ha sempre affermato: Chi vede me vede il Padre. Chi ascolta me ascolta il Padre. Chi ama me ama il Padre.
Amare vuol dire dare, donare, regalare amore. Il verbo “amare” contiene un profondo significato: Colui che ama deve necessariamente diffondersi, deve donare, regalare se stesso. Dio è, per definizione, Amore. Egli ha creato il cielo e la terra e ha creato l’uomo capace di intendere e di volere in piena libertà e a lui si è donato con infinito amore per mezzo del suo Figlio incarnato. All’uomo Dio ha dato se stesso.In Dio tutto ciò si realizza pienamente: Egli è il Donatore generoso, perenne e allo stesso tempo è il Dono per eccellenza, il grande e sommo regalo. Dio sa di esserlo. Lui ci ha svelato se stesso sempre per mezzo del suo Figlio che ha preso dimora in mezzo a noi. Egli vuole essere l’infinito Amore misericordioso per tutti, e in particolare per i peccatori che si convertonoi, perché tutti possano ricevere il suo abbraccio.
Ci ha creati a sua immagine e somiglianza, come dice la Bibbia. Quindi, svelando se stesso, ci ha regalato il suo Unico Figlio che si è incarnato nel grembo della Vergine di Nazaret. Il Figlio Gesù si è fatto nostro fratello, ha pagato con la sua morte il prezzo dei nostri peccati, si è donato come cibo e bevanda nel sacramento dell’Eucaristia.
Lo Spirito Santo donato a noi dal Padre e dal Figlio è il Soffio d’Amore, impegnato a vivere in noi per la nostra salvezza. Egli ci aiuta a riconoscerci pèccatori, unica condizione per ricevere il pèrdono e l’Amore.
Questa proposta di contemplazione vuole portarci a vivere in stretta unione con Dio, sicuri che Egli provvede a noi, che non ci abbandona e che con Lui possiamo camminare tranquilli e sicuri in questo mondo.Non si tratta di andare in trance, di avere visioni, non si perde né la coscienza di quello che siamo, e neppure è necessario andare in estasi come santa Teresa di Gesù.
Importante è metterci in silenzio profondo, con il cuore che ama, e ammirare stupefatti tanta grandezza e bellezza e misericordia divina che innamora sempre e ci incanta: la Trinità Beata: il Padre e il Figlio e lo Spirito Santo.
.In ogni momento dobbiamo e possiamo essere presenti a noi stessi e nello stesso tempo, ma nella fede, ci aggrappiamo con sicurezza a Dio. Lo amiamo con ardore segreto e a Lui ci consegniamo perdutamente nella certezza di essere guidati in ogni cosa.
Amo l'Amore che è il mio primo e grande Amante. A Lui offro lo stesso Amore infinito, che ho accolto, unitamente al mio, anche se vale ben poco, ma che Egli gradisce assai.
Mi voglio muovere come si comportava la Vergine Maria sia quando concepì il Figlio di Dio, sia quando ai dodici ani lo ritrovò nel Tempio. E così sempre fino al Calvario e per tutta la sua vita Maria viveva in continua contemplazione del suo grande Amore, Gesù, senza smettere di interessarsi delle necessità di suo Figlio, di Giuseppe, degli Apostoli e della Chiesa nascente.
Ogni cristiano ha ricevuto le tre virtù teologali. Sfruttiamo queste potenze divine, eccellenti doni dello Spirito Santo, e cerchiamo l’Amore, anche se ci sentiamo peccatori indegni. La Fede ci apre gli occhi, la Speranza ci dà la certezza e la Carità infiamma i nostri cuori.
Vediamo Dio nelle meraviglie della natura, nelle persone, soprattutto nei poveri, nel volto dei bambini. Lo troviamo nel buio di una chiesa, nella distesa del mare, in un ruscello saltellante di montagna. Ma bisogna creare in noi silenzio, pace e deserto.
Era ancora buio il mattino dopo il sabato quando la Maddalena si recò al sepolcro per onorare il Corpo di Gesù, ma non lo trovò. Tutta triste gira per il giardino per cercarlo quando sente una voce, era quella e di Gesù “che disse alla donna: Maria! Lei subito si voltò e rispose: Rabbunì!, Maestro! (Gv 20,16). E subito, tutta gioiosa, corse ad annunciare la bella notizia agli Apostoli: Ho visto Gesù, è vivo!
Giovanni Evangelista, quando era sui novant’anni, ci ha tramandato quanto gli Apostoli hanno amato Gesù mentre era ancora qui in terra, e ancor più l’hanno amato dopo la sua salita in cielo.
A caratteri indelebili tutto quanto riguardava Gesù venne impresso e scolpito nella mente e nel cuore degli Apostoli. Scrive infatti Giovanni, il discepolo che Gesù amava: Quello che noi abbiamo veduto, udito e toccato, riguardo a Gesù, lo comunichiamo anche a voi, quindi a noi oggi, perché la vostra gioia sia piena (cfr 1Gv).
E dire che sono passati per mille tribolazioni, eppure Gesù li ha sempre incantati, attirati, confortati e difesi: Gesù era sempre presente in loro.
Questa è contemplazione. Pertanto anche noi, quando ci serviamo delle tre virtù teologali, riusciamo vedere, udire e toccare Gesù nello stupore della contemplazione.
Entriamo nei segreti di Dio
“Voi siete figli di Dio: egli ha mandato nei vostri cuori lo Spirito del Figlio suo, che grida “Abbà, Padre”. (Gal 4)
San Paolo, illuminato dallo Spirito di Gesù, scrive ai Galati e apre a loro e a noi la porta segreta dell’altissimo Iddio. E ci fa sapere che Dio non è un Dio solitario, ma un Dio uno in tre Persone uguali e distinte, legate in modo indissolubile, e fortemente interessate di noi creature umane.Dio, il Padre, colui che noi invochiamo dicendo: Padre nostro che sei nei cieli.
Dio, il Figlio che da sempre si chiama Gesù, colui che si è incarnato nel grembo di Maria Vergine, per salvarci dal peccato e dalla morte eterna e che noi invochiamo così: O Signore nostro Gesù Cristo.
Dio, lo Spirito Santo che noi supplichiamo così: O Spirito del Padre e del Figlio, scendi su di noi e facci santi.
Il compito dello Spirito Santo è quello di consolarci e di metterci in contatto con Dio per rivolgerci a lui con il dolcissimo nome di: Abbà, Padre.Noi apparteniamo al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo, e questi Tre appartengono a noi perché a noi si sono manifestati e consegnati con amore.Dove ci possiamo incontrare con loro? In noi stessi, nel nostro cuore, guidati dallo stesso Spirito Santo.
Egli, dono del Padre e del Figlio, anticipa e prepara sempre i nostri incontri con il Signore nostro Dio. Ci apre la mente e il cuore, costruisce e addobba, come lui sa fare, una piccola tenda in noi, perché sia accogliente e piena di calore. Quindi infiamma la mia volontà e tutta l’anima mia per intrattenermi con il mio Signore e lascerò fare tutto a lui. Allora mi farà entrare, per far parte al suo grande progetto: partecipare all’infinito amore misericordioso.Qui c’é tutto il cuore del nostro Dio Gesù Cristo: il Corpo offerto e il Sangue versato. Se partecipiamo a questo grande Mistero d’Amore, lo Spirito Santo ci riunisce in un solo Corpo. L'incontro è a due, tutti e due sono attivi: il più forte, però, è Lui, Dio. Egli si lascia vedere, mi abbaglia con la sua luce senza spaventarmi e io lo abbraccio con gioia e tento di possederlo. Tutto ciò avviene nella oscurità dei miei sensi e nella luminosità dei doni dello Spirito Santo.
Ma è Lui per primo, il mio Dio, che mi accoglie e mi abbraccia con il suo amore misericordioso e mi concede di possederlo e di farlo mio. Accogliendo l'Infinito, il mio cuore scoppia. È Lui l'Amante che opera sempre. Eppure io stesso mi offro a Lui. Questa è la beata e dolce meraviglia: io e Dio ci offriamo scambievolmente con amore profondo. Io accetto e gusto la sua infinita compassione e Lui accoglie me e ama la profondità del mio nulla. E siamo sempre nella sfera della notte oscura dei sensi, ma nella certezza che ci danno i doni dello Spirito Santo. Soltanto i grandi mistici, come San Paolo e Santa Teresa d’Avila e altri, hanno avuto il privilegio di superare il buio della notte dei sensi.
Lo Spirito mi ha convinto che, non ostante tutto, è cosa bella che io miserabile mi lasci amare dall'Amore, il che avviene in ogni istante in coloro che amano Dio. E questo mi basta.Ricostruito così dallo Spirito creatore potrò accedere all'Amore infinito e diventare io stesso l’amante. Ed è sempre lo stesso Spirito che compie tutto ciò. Ecco stiamo entrando nel più profondo dei segreti di Dio-
Non fa dunque meraviglia se i miei amatissimi Tre, il Padre, il Figlio Gesù e lo Spirito Santo, rimangono deliziosamente sorpresi alle effusioni del mio profumo e, dopo d'avermi attirato, mi accoglieranno nella loro fulgida dimora. Lì il mio nardo continuerà a inondare con il suo profumo questa segreta stanza, così magnificamente addobbata dal Padre amoroso.
Anche a me pure sarà dato di gustare il profumo dei miei Diletti, la Trinità beata, in tal modo che li possa portare con me per segnalare a tutti la loro presenza divina. Proprio come avvenne con Maria, anche se non allo stesso grado, la quale così rispose all’annuncio dell’Angelo Gabriele: Ecco la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto.
Anch’io mi offro liberamente a fare la volontà di Dio, questa è la mia scelta.
Mi devo sempre ricordare che tutto ciò avviene veramente nel dolce silenzio e nella luminosa oscurità delle tre virtù teologali, doni squisiti dello Spirito Santo.
Viva il mio Signore in eterno.
Benedetti i miei Tre, mia forza, mia salvezza, mia vita e mio canto.
PREGHIERA A GESÙ!
Amami! E io mi lascerò amare, da te, Gesù!
Intono un piccolo ritornello: "Gesù è il Signor!" (Che ripeto quattro volte). Dolcissima melodia, suadente, quasi un retto tono, che tocca il cuore, e che si conclude con un bel crescendo. E poi da capo. Sempre e poi ancora, come non mi stanco mai di sapere d’esser amato. Così canto liberamente con una piccola variazione: "Buono è il Signor!" (da ripetere come la prima strofa).
E ci ricamo sopra e gli angeli vengono a far coro con me. Non c'è noia quando, nella fede limpida, sento la presenza di colui che mi ama:
"Buono è il Signor!" Posso cantarlo a più voci ora, perché attingendo al tuo cuore, Gesù, ho molti fratelli e sorelle.
L'eco del mio canto si moltiplica nel profondo della mia anima e tutti i sensi invade e infiamma. Io vedo te, Gesù dolcissimo. Io sento te, Gesù impastato di misericordia infinita (si può dire così?). Io amo te, Gesù, Amore crocifisso per me. Altri non vedo, altri non sento, altri non amo. Solo Tu hai saputo amarmi. Da sempre. A te solo mi sono donato, senza riserve, fin dalla nia giovinezza. Tutto ciò lo posso fare serenamente senza emozioni sensibili, con i doni dello Spirito Santo ricevuti nel battesimo: la fede, la speranza e la carità.
Nel segreto della mia stanza, hai bussato e sei entrato e tutto mi hai rinnovato. Tu eterno Amante, ti sei concesso a me. Una creatura, ora, può amarti. Il mio cuore può contenere il tuo. Io, amante e Tu, amato! La creatura ama il suo creatore. Come è possibile?
E io canto:"Grande è il Signor!"
Nella tua stanza sono entrato, Signore, presso il trono di tuo Padre, furtivamente accompagnato dal tuo Spirito, per un incontro d'amore: Papà, sii buono con me peccatore, eccomi, sono io il tuo amore, Dio, Dio della vita mia! Te solo cerco, te solo amo, te solo desidero.
"Santo è il Signor!" Cantando questi brevi versetti a te, Figlio prediletto del Padre, te amo, te ascolto, te contemplo, e sono certo che amo, ascolto e contemplo il Padre tuo e nostro.
Posso fare delle variazioni, nel canto, ma non mi distolgo da te, anche se una nube oscura ti nasconde da me.
Ti ho afferrato, Gesù, mio Bene, e più non mi sfuggi. In verità, se io ti amo è perché Tu ami me in modo assolutamente forte e gratuito.
Se io ti possiedo, mio caro Gesù, Tu mi stringi fortemente con le tue mani divine. Eppure io ti possiedo, io ti amo, io ti desidero, io proprio io che sono nulla, io peccatore! "Buono è il Signor!"
Ora sento che il mio spirito continua a ripetermi: Cerca il volto di colui che ami. Oh, sì, io cerco il tuo volto, Signore. Caro Gesù, mio Signore, non nascondermi così a lungo il tuo volto! (Cfr. Sal 26,8-9).
Ecco, ho capito, il tuo volto è quello di tutte le creature che incontro ogni giorno! Grazie, mio buon Gesù.
Ti preghiamo umilmente, o Padre,
a noi, che ci nutriamo del corpo e sangue del tuo Figlio, dona la pienezza dello Spirito Santo perché diventiamo in Cristo un solo corpo e un solo spirito.
MENTRE IL RE È NEL SUO RECINTO,
IL MIO NARDO SPANDE IL SUO PROFUMO. (Ct 1,12)
Noi due soli, o Santo Spirito, e tanti altri nel mio cuore. Quelli che Gesù ama.
Hai aperto la porta segreta e mi hai introdotto nel tuo giardino.
È notte profonda nella mia anima. Non vedo ma sento il profumo della tua presenza. Tu guidi i miei passi e presto sarò presso la soglia della casa paterna, lo bramo ardentemente. Una cosa sola chiedo a te, o mio Tutto: abitare nella tenda del Padre nostro, tutti i giorni della mia vita (cfr. Sal 26,4).
Ecco io sono nel tuo recinto e per te il mio nardo spande il suo profumo. Per la verità sei Tu il mio nardo, Tu il mio profumo e il mio Consolatore.
Ho labbra impure, o mio Fuoco ardente, brucia tutte le mie scorie e sarò purificato.
Ho un cuore freddo, riscaldami con il tuo grande amore e potrò prostrarmi in adorazione nella tenda dei miei Amori.
Ho il corpo debole e ferito, risanami con la tua unzione spirituale e sarò tutto tuo.
Eccomi: mi prostro ai tuoi piedi e ti adoro, o Spirito creatore. Tu, fontana vivace, ristorami e preparami all’incontro.
Apri la tua bocca e parlami d'amore.
E ora accompagnami Tu, Spirito d’Amore e stammi sempre vicino.
Entriamo nella tenda e presentami al Padre e al Figlio, nel pieno silenzio dove regna amore, bellezza, splendore, pace, serenità.
Tu ti lasci amare da me, dolcissimo Iddio. Anche Tu godi di essere amato? Grazie, tante grazie! Sono felice.
Toccami con la tua mano, rialzami, abbracciami e stringimi a te fortemente. Sono tuo per sempre.
Tu gradisci il mio profumo. Eccomi, sono come Tu mi hai creato!
Ecco:"Venne una donna con un vasetto di olio profumato; e fermatasi dietro si rannicchiò piangendo ai piedi di Lui e cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di olio profumato" (Lc 7, 37-78).
Sono sempre ai tuoi piedi, Signore Gesù, in adorazione e Tu, ora, ti sei chinato su di me, con amore e mi hai perdonato.
"Come sei bella, amica mia, come sei bella " (Ctl,15).
Tu gradisci il mio amore, Tu gusti il mio profumo.
Hai vinto, Signore, Spirito dell’Amore, hai vinto. Sono felice! Amami e mi lascerò amare da te! Per il tuo amore sarò creatura nuova. Fa’ che il tuo progetto su di me non trovi ostacoli.
"Come sei bello, mio diletto, quanto grazioso!" (Ct 1,16).
Quando mi ami, mi possiedi e io non pongo resistenza e ti ringrazio: è tutta opera tua.
Mi rendo conto che quando ti amo, anch’io ti possiedo tutto. Oh! Meravigliosa verità, tutta in nostro favore! Ti assicuro: è opera tua, Soffio divino.
Siete forti, o miei Tre.
Il mio respiro si ferma, il mio cuore batte forte e le mie labbra pronunciano sommessamente: Ti amo, mio Dio! Te lo ripeto: Eccomi tuo!
Per il tuo amore, il mio tempo è tutto nelle mani dei miei fratelli e delle mie sorelle. Il mio impegno quotidiano sarà dunque questo: camminare con perseveranza, senza stancarmi, "tenendo fisso lo sguardo su di te,Gesù, autore e perfezionatore della mia fede" (cfr Eb 12,2). Sempre in tua compagnia, o benedetto e amato Spirito Santo!
PERCHÉ "CONTEMPLARE L’AMORE?
Perché Dio è Amore e perché tutta la terra da gloria a Dio e lo contempla. L’Amore esiste da sempre. Egli è Colui che è, è l’Essere eterno, è l’Amore che si irradia e si espande donando se stesso.Perché Dio Padre, benedetto sia il suo Nome, ancor prima della creazione del mondo, ci ha scelti, uno a uno, per mezzo di Gesù Cristo, affinché fossimo santi e immacolati al suo cospetto nell'amore (Cfr.Ef 1,4). A Lui apparteniamo, anzi di più: siamo figli suoi, uniti al suo Primogenito, che è l’Amore per definizione.
Perché Il Signore è mia luce e mia salvezza (Sal 26), e così se ci mettiamo davanti a Dio che è l'Amore, e lo guardiamo con gli occhi interiori, nella più grande pace, sentiamo su di noi e dentro di noi lo sguardo sereno e avvincente dell’Amore. Proprio questa è la contemplazione: un fatto di sguardi, di pensieri, un movimento di labbra, una decisione della nostra volontà. L'esercizio più eccitante e forte avviene presso il Tabernacolo e di fronte a Gesù Eucaristico esposto. E assai con lo sguardo rivolto a Colui che pende dalla croce.
Lo afferma anche il Catechismo della Chiesa Cattolica dicendo: "La contemplazione è sguardo di fede fissato su Gesù" (n. 2715), e lo conferma in modo categorico la Beata Elisabetta della Trinità, scrivendo: "Dio non mi permette neppure uno sguardo all'infuori di Lui, che pure si tiene tanto nascosto" (p. 152).
Perché contemplare vuol dire essenzialmente conoscere il Padre e il Figlio nello Spirito Santo. Infatti “una cosa sola ho chiesto al Signore, abitare nella casa del Signore tutti i giorni della mia vita” (Sal26). Una esperienza che tocca i sensi della Fede pura - e per i grandi mistici anche i sensi umani, ma sempre sotto l'azione amorosa dello Spirito Santo. "Questa è la vita eterna: che conoscano te, o Padre, e Colui che Tu hai mandato, Gesù Cristo" (Gv 17,3).
Perché a coloro che si esercitano a contemplare Gesù, e allo stesso tempo si impegnano a mettere in pratica la sua parola, è riservata una grande ventura, quella di essere amati da Dio stesso e di ospitare nel proprio cuore la Santissima Trinità. "Se uno mi ama osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà, e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui" (Gv 14,23).
Perché contemplando l'Amore, eliminiamo ogni nostro ragionamento e gettiamo via tutte le preoccupazioni di questa vita. Per qualche minuto, più o meno lungo,diventiamo come bambini che fissano i loro occhi in quelli della mamma e sussultano di gioia sulle sue ginocchia, proprio come dice il salmista: "Io sono tranquillo e sereno come un bimbo svezzato in braccio a sua madre" (Sal 131,2).
Perché questo atteggiamento è l'anticipo di quello che sarà lassù nel bel Paradiso: "Contemplerò il tuo volto, mi sazierò alla tua presenza" (Sal 17,15). Si avvererà quello che diceva , con parole molto semplici ma vere, il nostro santo Padre Don Bosco: "Ci riposeremo in Paradiso"- Egli infatti attendeva con viva fede e opere di "entrare nel luogo del riposo di Dio" (Eb 4,3), cioè nella Visione Beatifica della Trinità.
Perché il nostro più profondo desiderio è quello di gustare la dolcezza del Signore nostro Dio e ammirare il suo volto per sempre (cfr Sal 26). Proprio come dice un bellissimo aforisma:
“DIO è un fiume impetuoso,
porta via sensi e spirito:
Ah, che non ne sono ancora
completamente sommerso!”
Angelus Silesius
E pertanto, l'unica cosa che uno deve desiderare intensamente è quella di essere completamente sommersi dalla Trinità beata. Così pure cantano i pellegrini diretti al Giordano: Fa' che io venga al tuo fiume, Signor, fa' che io venga, fa' che io beva, fa' che io viva.
Divina ed estasiante è l'ultima espressione della Bibbia: "Maranatha!, Vieni, Signore Gesù!" "Sì, verrò presto!" (Ap 22,20).
D. Timoteo MUNARI sdb
http://www.donbosco-torino.it/ita/Kairos/Celebrazioni/10-12/07-Dio-e-Amore.html