Cari fratelli e sorelle!
Sono lieto di accogliervi e di rivolgere a
ciascuno il mio cordiale saluto.]
Questo albero
resterà accanto al presepe, in allestimento, fino al termine delle festività
natalizie per essere ammirato dagli abitanti di Roma e dai pellegrini che
giungono qui da ogni parte del mondo.
Significativo simbolo del Natale
di Cristo, perché con i suoi rami sempre verdi richiama il perdurare della vita,
l’abete è anche segno della religiosità popolare della vostra terra e delle
radici cristiane della vostra cultura. Auspico che queste radici possano
rinsaldare sempre più la vostra unità nazionale, favorendo la promozione di
valori autentici e condivisi. Nel corso dei secoli, il vostro Paese è stato
crocevia di culture diverse, punto di incontro tra ricchezze spirituali
d’Oriente e d’Occidente. Nella tenace adesione ai valori della fede, possa
continuare a rispondere a questa peculiare vocazione.
Voi avete voluto
accompagnare questo imponente abete rosso con alberi più piccoli per il Palazzo
Apostolico e altri ambienti del Vaticano. Queste piante, unitamente ai
tradizionali costumi, alle suggestive musiche e ai prodotti locali, faranno
conoscere a Roma gli elementi tipici della vostra terra. Possa questo vostro
pellegrinaggio suscitare nell’intera comunità cristiana ucraina un rinnovato
desiderio di vivere e testimoniare con gioia la fede e promuovere i valori della
vita, della solidarietà e della pace, che il Natale di Cristo ogni anno ci
ripropone.
In questo tempo di Avvento, la Chiesa ci invita a prepararci
alla Nascita del Salvatore, intensificando il cammino spirituale e il rapporto
con Cristo. La nostra epoca ha bisogno dei cristiani santi, entusiasti della
propria fede! La Vergine Maria ci è modello e guida: per comprendere la volontà
di Dio sulla sua vita e il senso degli avvenimenti che riguardano il Figlio di
Dio, Ella rivela un singolare sguardo contemplativo: ascolta, osserva,
custodisce, medita, prega. Quanto c’è bisogno di recuperare il gusto della
preghiera! Come dobbiamo essere attenti a non lasciarci sopraffare dai ritmi
incalzanti della vita, che ci impediscono di rientrare in noi stessi e di
ritrovarci davanti al mistero stupendo di Dio che abita nel nostro
cuore!
Cari amici, l’albero e il presepio sono elementi di quel clima
tipico del Natale che appartiene al patrimonio spirituale delle nostre comunità;
un clima soffuso di religiosità e di intimità familiare, che dobbiamo conservare
anche nelle odierne società, dove talora sembrano prevalere il consumismo e la
ricerca dei beni materiali. Natale è festa cristiana e i suoi simboli
costituiscono importanti riferimenti al grande mistero dell’Incarnazione e della
Nascita di Gesù, che la liturgia costantemente rievoca. Il Creatore
dell’universo, facendosi bambino, è venuto tra noi per condividere il nostro
cammino; si è fatto piccolo per entrare nel cuore dell’uomo e così rinnovarlo
con il suo amore. Predisponiamoci ad accoglierlo con fede.
[Rinnovo la
mia viva gratitudine a tutti voi, ai vostri collaboratori rimasti in patria e a
quanti si sono prodigati per il trasporto dell’albero. Grazie per il contributo
che ciascuno di voi ha offerto con grande generosità. E colgo questa propizia
occasione per porgervi i più fervidi voti augurali per il prossimo Natale e le
festività natalizie. Assicuro un ricordo nella preghiera per voi, per le vostre
famiglie, per l’Ucraina e per tutti gli Ucraini, mentre imparto di cuore la
Benedizione Apostolica. Buon Natale!]
© Copyright 2011 - Libreria
Editrice Vaticana
- E senti o espírito inundado por um mistério de luz que é Deus e N´Ele vi e ouvi -A ponta da lança como chama que se desprende, toca o eixo da terra, – Ela estremece: montanhas, cidades, vilas e aldeias com os seus moradores são sepultados. - O mar, os rios e as nuvens saem dos seus limites, transbordam, inundam e arrastam consigo num redemoinho, moradias e gente em número que não se pode contar , é a purificação do mundo pelo pecado em que se mergulha. - O ódio, a ambição provocam a guerra destruidora! - Depois senti no palpitar acelerado do coração e no meu espírito o eco duma voz suave que dizia: – No tempo, uma só Fé, um só Batismo, uma só Igreja, Santa, Católica, Apostólica: - Na eternidade, o Céu! (escreve a irmã Lúcia a 3 de janeiro de 1944, em "O Meu Caminho," I, p. 158 – 160 – Carmelo de Coimbra)