Per due anni Benedetto ha rivisto tutta la documentazione pro e contro, ha consultato esperti storici ed archivisti vaticani (che hanno accesso a tutti i fascicoli interni su Pacelli), ha rivisto testimonianze di prima mano e appoggiato una conferenza storica di tre gioni a Roma che ha affrontato e risposto a tutte le principali accuse sul pontefice della seconda guerra mondiale. Soltanto allora Papa Benedetto ha finalmente agito, credendo Pio XII degno dell'onore. E non è il solo a pensarla così.
Agli inizi del 1940, Pio XII si confrontò personalmente col Ministro degli Esteri Tedesco Joachim von Ribbentrop, raccogliendo questo titolo sul New York Times: “ Il Papa pone enfasi sulla pace giusta: diritti degli Ebrei difesi". (14 Marzo 1940).
Le allocuzioni di Pio XII che condannano l'assassinio razziale, in particolare quella del Natale 1942 e il suo discorso al Collegio Cardinalizio del 2 Giugno 1943, provocarono i Nazisti tanto che lo marchiarono come un "portavoce dei criminali di guerra giudei", e censurarono la sua voce nelle terre occupate. Coloro che distribuivano segretamente i discorsi di Pio XII venivano arrestati e talvolta giustiziati. La Radio Vaticana svolse un ruolo chiave nella lotta all'Olocausto. Sostenuta e confortata da Pio XII, la stazione radio aiutò a rompere il muro del silenzio sui crimini nazisti in Polonia, evidenziando "l'inaccusabile testimonianza di testimoni oculari" che rivelarono che "Ebrei e Polacchi vengono ammassati in ghetti separati, chiusi ermeticamente..." (Trasmissione del 21 Gennaio 1940).
Il giornale The Palestine Post scrisse: “Nei loro sermoni, preti cattolici hanno citato l'avvertimento di Radio Vaticana che chiunque continui la persecuzione degli Ebrei è come se compisse un assassinio." (20 Settembre 1942). E queste parole inequivocabili vennero pure dalla stazione radio Vaticana: "Colui che fa distinzione fra Giudei e altri uomini è infedele a Dio ed è in conflitto con i comandamenti di Dio" (New York Times, 27 Giugno 1943).
La controversia continua a circondare la reazione di Pio XII alla retata contro gli ebrei romani dell'Ottobre 1943, ma Michele Tagliacozzo, una autorità di spicco su questa vicenda, ed egli stesso un suo sopravvissuto, ha affermato che Pio XII "fu il solo ad intervenire per impedire la deportazione degli ebrei il 16 ottobre 1943, e fece davvero molto per nascondere e salvare migliaia di ebrei. Non fu cosa di poco conto l'ordine di aprire i conventi di clausura. Senza di lui, molti di noi non sarebbero sopravvissuti."
Il 12 Marzo 1945, Radio Vaticana raccontò quanto segue di Pio XII: “Durante l'occupazione di Roma, fra l'8 settembre 1943 e il 5 giugno 1944, diede rifugio in 120 istituti femminili e 60 istituti maschili, come anche in altre case e chiese di Roma a più di 5200 ebrei che furono così in grado di sopravvivere alla paura e alla miseria. Come un padre con i suoi figli, il Papa ha in questi lunghi anni di guerra votato se stesso ad una instancabile cura..."
Nuova evidenza è anche emersa in anni recenti - lettere private di Pio XII, misure che egli prese per proteggere ebrei ed altri a Castel Gandolfo, testimonianze filmate dei suoi subordinati, che agirono su sue esplicite istruzioni per salvare coloro che erano minacciati dalla morte; diari di religiosi che rivelano il suo supporto agli ebrei di Roma perseguitati e rivelazioni sugli sforzi di Pio XII per rovesciare Hitler.
Il Vaticano ha già reso disponibile una enorme quantità di importanti archivi di guerra (ampiamente... non letti, purtroppo); ma poichè qualcuno deve essere ancora catalogato e rilasciato, molte persone, inclusi alcuni che supportano la causa di Pio XII, pensano che sarebbe stata preferibile la loro pubblicazione prima di andare avanti verso il prossimo passo della causa di Santificazione di Pio XII. Non è una richiesta irragionevole, specialmente dal momento che il Papa e il Vaticano sono completamente fiduciosi sul fatto che ciò che resta ancora in archivio potrà solo rilanciare la reputazione di Pio XII.
Nel 1946, sulla scia dell'Olocausto, la Conferenza delle Relazioni Ebraiche pubblicò dei Saggi sull'Antisemitismo, un libro che non risparmiava pugni su come questo malvagio pregiudizio abbia pouto infettare la civiltà, inclusi alcuni cristiani, che hanno tradito gli insegnamenti della loro fede. L'editore del libro, il Professor Koppel Pinson, ripensando alla documentazione del papato in tempo di guerra fece questa dichiarazione:
“Possiamo concordare o meno sulle linee generali della politica vaticana. Ma questo fatto è molto più indiscutibile: mai il papato ha parlato in maniera così inequivocabile contro il razzismo e l'antisemitismo come nelle parole e nelle azioni dell'attuale pontefice, Pio XII, e del suo predecessore, Pio XI."
Si invochi pertanto la storia per valutare Pio XII, ma prima la si consulti, e dopo si passi al giudizio.
William Doino, Jr. scrive per il magazine Inside the Vatican; ha scritto un suo contibuto anche per The Pius War: Responses to the Critics of Pius XII (Lexington Books)
fonte:messainlatino.it