quinta-feira, 6 de dezembro de 2012

Avendoci Iddio donato il suo diletto Unigenito ch'è il fonte e tesoro di tutti i beni, chi può temere che voglia negarci qualunque grazia che gli cerchiamo?

MEDITAZIONE III. - Sic... Deus dilexit mundum, ut Filium suum unigenitum daret (Io III, 16.).

Considera come l'Eterno Padre dandoci il Figlio per Redentore, per vittima e per prezzo del nostro riscatto, non poteva darci motivi più forti di speranza e d'amore, per darci confidenza e per obbligarci ad amarlo. Egli donandoci il Figlio,



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dice S. Agostino, non sa né ha più che donarci.1 Egli vuole che noi ci avvagliamo di quest'immenso dono, a fine di guadagnarci la salute eterna ed ogni grazia che ci bisogna; mentre in Gesù noi troviamo quanto possiamo desiderare: troviamo luce, troviamo fortezza, pace, confidenza, amore e gloria eterna; essendoché Gesù Cristo è un dono che contiene tutti i doni che possiamo cercare e desiderare. Quomodo non etiam cum illo omnia nobis donavit?,(Rom. VIII, 32). Avendoci Iddio donato il suo diletto Unigenito ch'è il fonte e tesoro di tutti i beni, chi può temere che voglia negarci qualunque grazia che gli cerchiamo? Christus Iesus factus est nobis sapientia a Deo, et iustitia et sanctificatio et redemptio (I Cor. I, 30).2 Iddio ce l'ha donato acciocché a noi ignoranti e ciechi ci fosse luce e sapienza per camminare nella via della salute: a noi rei dell'inferno fosse giustizia per aspirare al paradiso: a noi peccatori, santificazione per ottenere la santità: a noi finalmente schiavi del demonio, riscatto per acquistare la libertà de' figli di Dio. In somma, dice l'Apostolo che con Gesù Cristo noi siamo stati fatti ricchi di ogni bene e di ogni grazia, se la domandiamo per li meriti suoi. In omnibus divites facti estis..., ita ut nihil vobis desit in ulla gratia (I Cor. I, [5, 7]). E questo dono che ci ha fatto Dio del suo Figlio è un dono fatto a ciascuno di noi; poich'egli l'ha donato tutto ad ognuno, come se a lui solo fosse stato donato; sicché ognuno di noi può dire: Gesù è tutto mio, mio è il suo corpo, il suo sangue; mia è la sua vita, i suoi dolori, la sua morte, miei sono i suoi meriti. Perciò diceva S. Paolo: Dilexit me et tradidit semetipsum pro me (Gal. II, 20). E lo stesso può dire ciascuno: Il mio Redentore ha amato me, e per l'amore che mi ha portato si è dato tutto a me.






1 Non abbiamo trovato questo testo di S. Agostino.





2 Ex ipso autem vox estis in Christo Iesu, qui factus est... I Cor. I, 30.





Affetti e preghiere.

O Dio eterno, e chi mai poteva farci questo dono ch'è d'infinito valore, se non voi che siete un Dio d'infinito amore! O mio Creatore, e che più potevate fare per darci confidenza nella vostra misericordia e per metterci in obbligo di amarvi? Signore, io v'ho pagato d'ingratitudine; ma voi avete detto:



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Diligentibus Deum, omnia cooperantur in bonum (Rom. VIII, 28). Non voglio dunque che il gran numero e l'enormità de' peccati miei mi faccian diffidare della vostra bontà; voglio che mi servano per maggiormente umiliarmi quando mi sarà fatto qualche affronto: altri affronti e disprezzi merita chi ha avuto l'ardire d'offendere voi maestà infinita. Voglio che mi servano per meglio rassegnarmi nelle croci che m'invierete: per essere più diligente a servirvi ed onorarvi, affin di compensare l'ingiurie che v'ho fatte. Voglio sì ricordarmi sempre, o Dio mio, de' disgusti che vi ho dati, per più lodare la vostra misericordia, e per sempre più accendermi nell'amore verso voi che mi siete venuto appresso quand'io da voi fuggiva, e che m'avete fatto tanto bene dopo ch'io v'ho tanto maltrattato. Io spero, Signore, che già m'abbiate perdonato.

Io mi pento e voglio sempre pentirmi degli oltraggi che v'ho fatti. Voglio esservi grato, compensando col mio amore l'ingratitudine che v'ho usata: ma voi mi avete da aiutare; a voi cerco la grazia di adempire questa mia volontà. Fatevi, o mio Dio, per gloria vostra, fatevi amare assai da un peccatore che vi ha offeso assai. Dio mio, Dio mio, e chi potrà più lasciarvi d'amare e separarsi di nuovo dal vostro amore?

O Maria Regina mia, soccorretemi voi; voi sapete la mia debolezza. Fate ch'io mi raccomandi a voi sempre che 'l demonio pretenderà di separarmi da Dio. Madre mia, speranza mia, aiutatemi.





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