CONSID. IV. PER IL MERCOLEDÌ
Ipse est propitiatio pro
peccatis nostris.
(1. Io. 2. 2.)
Considerate come col sacrificio dell'altare si rimettono le pene
dovute de' peccati, e si ottengono immense misericordie a beneficio de'
peccatori. Poveri noi, se non vi fosse questo gran sacrificio col quale si
trattiene la divina giustizia a non eseguire quei giusti castighi che meritano
le nostre colpe! Certamente che tutte le vittime dell'antica legge non potevano
placare lo sdegno di Dio contro de' peccatori. Numquid placari potest Dominus in millibus
arietum 1? Ancorché si sacrificassero le vite di tutti gli
uomini e di tutti gli angeli, non potrebbero soddisfar degnamente la divina
giustizia per una sola colpa commessa da una creatura contro del suo Creatore.
Solo Gesù Cristo ha potuto soddisfare Dio per li nostri peccati: Ipse est propitiatio pro peccatis
nostris. E perciò il Padre eterno lo mandò al mondo, acciocché facendosi
uomo mortale, col sacrificio della sua vita lo placasse verso de' peccatori. E
questo sacrificio si rinnova in ogni messa che si celebra.
Considera dunque, o sacerdote, il tuo grande officio, ch'è di
essere il mediatore fra i peccatori e Dio, con offerirgli nell'altare la vita ed
i meriti di Gesù Cristo, per li quali si muove poi il Signore a donare a'
peccatori luce e forza di pentirsi, ed indi il perdono de' peccati: Hac oblatione placatus Deus, gratiam et
donum poenitentiae concedens, peccata etiam ingentia dimisit 2. Le voci del
sangue innocente del Redentore oh come meglio implorano pietà verso di noi, che
non implorava vendetta contro Caino il sangue di Abele! Accessistis
ad mediatorem Iesum, et
sanguinis aspersionem, melius loquentem quam Abel 1.
Affetti
O sommo Dio, voi siete sdegnato contro de' peccatori, e troppo
ne avete ragione, mentre pagano d'ingratitudine tutto il grande amore che voi
avete loro portato. Ma se sono grandi i peccati del mondo, è più grande
l'offerta e 'l dono che questa mattina io vengo a presentarvi: Non sicut delictum, ita et donum 2. Io vi
offerisco questa mattina il sagrificio del vostro medesimo Figlio; questa
vittima, ch'è a voi sì diletta, questa vi plachi e vi muova ad usare pietà verso
tutti i poveri peccatori che o non vi conoscono, o conoscendovi non vogliono
amarvi e vivono privi della vostra grazia. Date loro lume e vigore di uscire
dallo stato miserabile in cui vivono accecati.
Vi prego per tutti, ma vi prego specialmente, per me che da voi
sono stato più degli altri beneficato, e che più degli altri vi sono stato
ingrato e vi ho offeso e disprezzato. Per amore di Gesù Cristo, Dio mio,
perdonatemi tutti i peccati miei, mortali e veniali, tutte le impazienze, le
bugie, le intemperanze, le distrazioni e negligenze nell'officio e
nell'orazione; mentre di tutte me ne pento, perché sono stati disgusti di voi,
bontà infinita, che meritate da tutti, ma specialmente da me sacerdote, un amore
infinito.
V'amo, bontà infinita, v'amo sopra ogni cosa; e vi prometto di
voler prima morire, che darvi deliberatamente qualunque minimo dispiacere. Ah
Gesù mio, la morte vostra, il sangue vostro è la speranza mia! per li meriti
vostri vi domando e spero la grazia d'esservi fedele, d'amarvi con tutto il mio
cuore, e di non amare altro che voi. Accompagnatemi voi, o Maria santissima,
colla vostra assistenza, ora che io vado ad offerire a Dio questo gran
sagrificio.
1 Mich. 6. 7.
2 Trid. sess. 22. c. 2.
1 Hebr. 12. 24.
2 Rom. 5. 15.