S. Alfonso Maria de Liguori
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CONSID. VII. PER IL SABBATO
Festinans descende, quia
hodie in domo tua oportet me manere. (Luc. 19. 5.)
Immaginati, come Gesù Cristo dica a te stamattina queste istesse
parole che già disse a Zaccheo: Presto, vieni all'altare, ch'io voglio entrare
oggi nella casa dell'anima tua per conservarle la vita, per guarire le sue
piaghe, e per infiammarla del mio amore. Sì tutto ciò fa il divin sagramento.
Egli è pane che dà vita all'anima: Panis
quem ego dabo, caro mea est pro mundi vita 1. Egli è medicina con cui siamo
liberati e preservati da' peccati: Antidotum quo liberemur a culpis
quotidianis, et a peccatis mortalibus praeservemur 2. Egli è fuoco che
infiamma l'anima del santo amore; sicché tutti (come dice il Grisostomo), se noi
non mettessimo impedimento, partiremmo dall'altare flammam spirantes, terribiles effecti
diabolo.
Ma, mio Dio, come poi tanti sacerdoti, che ogni settimana si
cibano di questo pane celeste, invece di ardere di divino amore, si vedono
sempre più attaccati al mondo? e vanno sempre all'altare cogli stessi peccati
veniali deliberati? Tutto nasce, perché vanno a celebrare senza fine e desiderio
di farsi santi, ma o per interesse o per uso fatto. E perciò sempre commettono
gli stessi difetti; e così s'accostano alla morte, e se ne vanno a render conto
a Gesù C. della loro vita menata nel sacerdozio tutta tepida e disordinata.
Sacerdote mio, se tu sei uno di costoro, vedi che questo pane
celeste non ti gioverà a farti santo, ma ti renderà più reo per tua colpa avanti
al divin tribunale. Emendati; pensa che la morte si avvicina. Rifletti, quali
sono quegli attacchi e quei difetti che t'impediscono di avanzarti nel divino
amore, e toglili. Pensa che sei sacerdote. Pensa che Dio ti ha eletto per suo
favorito e non potea farti più grande di quello che t'ha fatto.
Affetti
O Dio d'infinita maestà, voi volete venire questa mattina
nell'anima mia ad alloggiare; ma le case dove voi abitate, debbono esser sante:
Domum tuam decet sanctitudo, Domine
3.
Come potrò ricevervi io che sono così imperfetto e pieno di difetti? Domine, non
sum dignus, ut intres sub tectum meum.
Ah, mio Redentore, se ora dovessi comparire al vostro giudizio,
qual buon conto vi darei di tante messe dette, e degli anni in cui sono stato
sacerdote? Signore, aspettatemi, non mi giudicate ancora: Non intres in iudicium cum servo tuo
4.
Aspettatemi un altro poco per pietà: Dimitte me, ut plangam paululum dolorem
meum, antequam vadam, et non revertar 5. Datemi un altro poco di vita,
acciocché io pianga l'ingratitudine, con cui sinora vi ho trattato, o Gesù mio.
Voi m'avete fatto sacerdote; ma qual vita di sacerdote io misero ho fatta
finora? Con tante messe e comunioni avrei avuto da diventar tutto fuoco del
vostro amore, tutto puro e santo. Per voi già non è mancato, tutto è mancato per
colpa mia, e per gli impedimenti ch'io ho posti alla vostra grazia. La mia vita
non vi ha
onorato no, ma vi ha disonorato appresso il cielo e la terra.
Voi mi avete cacciato dal mondo, ed io ho amato il mondo più che gli stessi
mondani. Mio Dio, pietà, non mi abbandonate ch'io voglio emendarmi. Mi pento con
tutto il cuore di quanti disgusti vi ho dati. Voglio cominciare ad amarvi da
vero, voglio cominciare da questa mattina, in cui vi ho da tornare a
ricevere.
Vi amo, o Dio dell'anima mia, vi amo, mio Salvatore, che per
salvarmi e farmi vostro sacerdote avete data la vita: Domine, non sum dignus, ut intres sub tectum
meum, sed tantum dic verbo, et sanabitur anima mea. Perdonatemi, Gesù mio, e
sanatemi. Distaccatemi dal mondo, e legatemi strettamente a voi; fatemi vivere
da sacerdote, quale m'avete fatto. Caro mio Redentore, i meriti vostri sono la
speranza mia. Eterno Padre, vi offerisco questa mattina Gesù Cristo, acciocché
mi rendiate tutto vostro. Maria ss., pregate Gesù per me.
RINGRAZIAMENTO VII. PER IL SABBATO.
Loquere Domine, quia
audit servus tuus.
(1. Reg. 3. 9.)
Caro mio Gesù voi siete venuto di nuovo a visitare questa
mattina l'anima mia; ve ne ringrazio con tutto il cuore. Giacché siete venuto,
parlate, dite quel che volete da me, che io tutto voglio farlo. Io meriterei che
voi non mi parlaste più, mentre tante volte sono stato sordo alle vostre voci
con cui mi avete chiamato al vostro amore, ed io ingrato vi ho voltate le
spalle. Ma dell'offese che vi ho fatte già mi son pentito; ora di nuovo me ne
pento e spero che già mi abbiate perdonato. Ditemi dunque che volete da me,
ch'io tutto voglio adempirlo.
Oh vi avessi sempre amato, mio Dio: misero me, e quanti anni ho
perduti! Ma il vostro sangue e le vostre promesse mi fanno sperare di compensare
per l'avvenire il tempo perduto, con attendere solo ad amarvi e darvi gusto.
Io vi amo, mio Redentore, vi amo, mio Dio, ad altro non anelo,
che ad amarvi con tutto il mio cuore, e di morire anche per amore di voi che
siete morto per amor mio. Amore amoris
tui (vi dirò con s.
Francesco) moriar, qui amore amoris mei
dignatus es mori. Voi, Gesù mio, vi siete dato tutto a me, mi avete dato
tutto il vostro sangue, la vita, tutti i vostri sudori, tutti i vostri meriti,
non vi è restato più che darmi; io mi dono tutto a voi, vi dono tutte le mie
soddisfazioni, tutti i piaceri della terra, il mio corpo, l'anima, la volontà;
non ho più che darvi; se più avessi, più vi darei. Caro mio Gesù, voi mi
bastate.
Ma, Signore, fate voi ch'io vi sia fedele; non permettete ch'io
mutando volontà vi abbia a lasciare. Spero per la vostra passione, o mio
Salvatore, che ciò non abbia mai a succedere. Voi avete detto: Nullus speravit in Domino et confusus
est 1. Dunque ben fermamente posso dire anch'io: In te, Domine, speravi, non confundar in
aeternum. Io spero e voglio sempre sperare, o Dio dell'anima mia, che non
avrò mai più a patir la confusione di vedermi separato da voi e in disgrazia
vostra: In te, Domine, speravi, non
confundar in aeternum.
Dio mio, voi siete onnipotente, fatemi santo; fate ch'io vi ami
assai, fate che io non tralasci cosa che intenda esser di gloria vostra, e vinca
tutto per darvi gusto. Beato me, se perdo tutto per fare acquisto di voi, e del
vostro amore! Voi a questo fine mi avete data la vita: fate ch'io la spenda
tutta per voi. Io non merito grazie, ma castighi; ed io vi dico, castigatemi
come volete, ma non mi private del vostro amore. Voi senza riserba avete amato
me: io senza riserba voglio amar voi, bene infinito, amore infinito. O volontà
di Dio! voi siete l'amor mio. O Gesù mio! voi siete morto per me: oh potessi
anch'io morire per voi, e far colla mia morte che tutti vi amassero! O infinito
bene, infinitamente amabile! io vi stimo ed amo sopra ogni cosa. O Maria!
tiratemi voi tutto a Dio; datemi confidenza in voi, e fate ch'io sempre a voi
ricorra; voi mi avete da far santo colla vostra intercessione: così spero.
Viva Gesù nostro amore,
E Maria nostra speranza.