Una “giunta” all’inchiesta di Vinicio Catturelli sul cattocomunismo toscano, per ricordare la figura di Don Divo Barsotti, mistico testimone della Fede di sempre, lucido nei giudizi, irremovibile sulla Dottrina. Il pensiero di Don Barsotti sulla “preghiera in comune” con le false religioni.
di Osvaldo Ravoni
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E che dire di don Divo Barsotti, il mistico fondatore dei Figli di Dio che il sottoscritto ha ben conosciuto in vita e del quale serba anche del buon materiale cartaceo di cui pensa di servirsi per difendere il sacerdote “fedele” ?Sarà un caso ma, in contemporanea alla “sparata” di Betori, è uscito un libro – sembra per volere di un microcefalo, in qualche modo eletto successore di don Divo, un personaggio che vive di cattiverie, di gelosie, di invidie e, se è vero che lui sia l’ispiratore di questa pubblicazione, anche di menzogne…come il Diavolo! – a cura di due sconosciuti, naturalmente di “sinistra”, che rispondono ai nomi di Stefano Albertazzi e Agostino Ziino, e dal titolo sconvolgente ma furbesco : “Don Barsotti un uomo dentro il Concilio” (ed: San Paolo)…così da contentare tutti: quelli che, come il sottoscritto, hanno conosciuto don Divo (e sanno benissimo del suo giudizio sul Concilio) e quelli che non hanno conosciuto il mistico toscano o coloro che lo hanno conosciuto e, in malafede, cercano di turlupinare, falsando la sua figura e il suo insegnamento.
Don Divo Barsotti anche nei nostri incontri non faceva mistero delle sue idee e, tanto per fare un esempio, le esponeva anche pubblicamente su articoli di giornale o in interviste. C’è un libro illuminante in questo senso, ovvero “I cristiani vogliono essere cristiani” edito dalla San Paolo, a cura di Paolo Canal, con la presentazione di Antonio Socci, che comprende interventi del “Padre” dal 1950 fino al nuoco Secolo.
Centra bene il personaggio Antonio Socci allorché scrive:
“Don Divo Barsotti – come Maria , la sorella di Lazzaro – non ha fatto che scegliere la ‘parte migliore’ e non separarsene mai , non tradire mai quel Volto amato per i legnosi e menzogneri idoli dei tempi”.
Ecco, i legnosi e menzogneri idoli dei tempi erano proprio le idee a cui si rifacevano quei personaggi che l’arcivescovo di Firenze ha additato come “testimoni cattolici” (proprio così) del XX Secolo che hanno seguito il Magistero del cardinale Elia Dalla Costa.
Non mi resta che invitare i nostri lettori a leggere il libro “barsottiano”. E intanto, e lo faccio con grande umiltà, pensando di rendere un servigio alla mia Chiesa, vorrei far presente al nostro eminentissimo arcivescovo cosa pensasse don Barsotti della preghiera e, soprattutto, della preghiera fatta in comune con le false religioni :
“I giovani…ne riscoprono in pieno il bisogno (della preghiera) . Molti si rivolgono a concezioni e tecniche che vengono dall’Oriente e che non sono conciliabili, malgrado certe apparenze, con l’autentica preghiera cristiana. Questa è sempre un dramma, perché è un rapporto di persone con Dio Trinitario, con il Dio di Persone. Il moderno pensiero occidentale e molta religiosità orientale , invece propongono l’uomo come termine ultimo, come dio a se stesso. …l’Islamismo invece, accentuando fortemente e unilateralmente l’unicità di Dio, la sua trascendenza, la sua libertà assoluta senza contatto con l’uomo, impedisce a quest’ultimo di entrare in rapporto. Al fondo si scopre che il rapporto uomo – Dio, nella preghiera, è possibile solo se Dio è Trinità, se dunque è rapporto già in sé stesso“.
Ecco, se ne avessi l’autorità e l’autorevolezza, mi verrebbe voglia di chiedere al nostro arcivescovo – salto a piè pari il microcefalo per la mia idiosincrasia per tutto ciò che è viscido e strisciante – ma domenica scorsa, con tutto il musulmanune di Firenze, in Santa Maria del Fiore, chi avete pregato? Il nostro Dio, Uno e Trino, no di certo… siccome, date le condizioni, non avete pregato neanche Allah, il falso dio, allora posso pensare che abbiate pregato, come appunto predicava l’altro “testimone cattolico” del XX Secolo, p. Balducci, il “deus absconditus” ovvero il Grande Architetto dell’Universo…nella Loggia (pardon, nel duomo) di Firenze!
Quando Paolo VI chiese a don Divo Barsotti di cercare di mediare tra Vaticano e contestatori fiorentini (don Mazzi, p. Balducci, Turoldo e focolai simili) ne ebbe un netto rifiuto:
“Devono sentire la loro solitudine, devono accorgersi del peso di un cristianesimo che rifiuta la mediazione della Chiesa”.
Anche nei confronti dei democristiani, colpevoli di aver introdotto, con i loro tradimenti, la legge assassina sull’aborto fu inesorabile:
“Sono tra coloro che credono nel giudizio di Dio; pochi giorni dopo aver firmato , Leone se ne dovette scappare in modo disonorante dal Quirinale; subito dopo anche Andreotti dovette dimettersi. Dissero che se non avessero avallato quella legge il governo sarebbe caduto? Già, ma che importa a noi di tali governi?”.
E sul Concilio come la pensava Barsotti? Giulebbe per le mie orecchie…
“Newman, l’anglicano passato al cattolicesimo e divenuto cardinale, lo storico dei concili, ripeteva spesso che ogni Concilio è sempre un grave pericolo per la fede. E ‘ uno strumento da manovrare con grande prudenza e fermezza, da convocare dopo aversi pensato bene e solo per gravi questioni. Sin dalla prima sessione si vide dove le cose andavano a parare, con l’accantonamento sdegnoso di tutti gli schemi preparati. Inoltre i vescovi dissero subito che non intendevano condannare nessuno, il che significava però rinunziare al loro servizio di maestri della fede, di depositari della rivelazione…”
E il suo giudizio su Teilhard de Chardin? Eccolo, paro, paro: “ E’ il pensatore che sta dietro a molti errori che inquinano la teologia (e la mentalità moderna) . E’ stato il maestro di certi periti ed esperti conciliari. Stabilisce infatti una continuità tra progresso ideologico e progresso spirituale: è il concetto di evoluzione, insomma, applicato al cristianesimo. Con vari risultati inquietanti: il peccato diventa tutt’al più un incidente, una mancanza che sarà appianata dall’evoluzione; la libertà svanisce perché uomo e umanità sono coinvolti, lo vogliano o no, in un processo ascendente comunque verso l’alto; la verità e il dogma che cerca di esprimerla diventano relativi, destinati a essere sorpassati, ciò che conta è solo davanti, verso il punto finale dell’evoluzione. E, invece, il cristianesimo autentico impone di guardare contemporaneamente al futuro, al passato e al presente”
Siccome, però, ci vergogneremmo a fare come hanno fatto i due curatori del libro “Don Barsotti : un uomo dentro il Concilio”, ovvero a estrapolare, come hanno sempre fatto i falsari neomodernisti, alcune frasi per servirsi del “Padre” ad usum delphini, invitiamo a leggere la pubblicazione a cura di Paolo Canal, pubblicata dalla San Paolo “I cristiani vogliono essere cristiani”. Sono 350 pagine che documentano : “la lucidità eccezionale con cui don Barsotti a ogni svolta dei tempi, in ogni contingenza, ha illuminato il cammino confuso di tanti cristiani indicando sempre e solo Lui, la Verità fatta carne, il suo Santo Volto, la vita vera della Chiesa”.
Insomma, scegliete. Tra i testimoni del XX Secolo, se mettete Don Divo Barsotti, Bargellini e, sì, anche Giorgio la Pira, che alla Chiesa fu sempre fedele, allora levate i vari p. Balducci, don Milani, Giampaolo Meucci, David Turoldo etc. e levate anche i microcefali, lo dico con tutto il rispetto , di oggi. Sì, perché anche nell’errore e nell’eresia si può esser grandi. Come c’è una grandezza anche nel male: don Rodrigo e l’Innominato. Gli emuli dei Milani, Balducci, Turoldo, Meucci, si chiamano oggi don Mazzinghi, don Jacopuzzi, don Mohamed Maurizio Tagliaferri, don Stinghi , don Santoro, don Giannoni, don Marco Zanobini…come i carciofi al mercato in offerta nella stagione buona: tre mazzi un euro.
Con la differenza che ai carciofi non è concesso l’insegnamento nel seminario fiorentino.