
Chi è che dà un senso alla storia? Chi è che fa sì che certe cose possano succedere e altre no? La storia ci sfugge, rimane vero quello che diceva Pascal [Blaise Pascal, scienziato e filosofo francese, 1623-1662]: «Se la storia del mondo ha proceduto in un certo senso lo si deve in gran parte al naso di Cleopatra, perché se il naso di Cleopatra fosse stato un centimetro più lungo, le cose sarebbero andate tutte diverse da come sono andate». Pensate un po’: il naso di Cleopatra ha più importanza di tante persone importanti. È vero! È l’imponderabile che gioca. Allora chi è che conduce? Si ha l’impressione di avere le redini della storia. Non è vero nulla. Chi è che conduce e dà alla storia un suo cammino, una sua direzione? Vivere sia sul piano biologico sia sul piano storico, vuol dire credere ad un senso, e il senso precede l’uomo, perché non è l’uomo che glielo dà. E allora chi glielo dà?
Questa fede è implicita, questa fede di per sé potrebbe essere anche fede in un mondo chiuso in una certa concezione religiosa immanentistica, in una certa concezione religiosa panteistica che ancora non è il credere a una persona, non è l’affidarsi a un destino personale, a una persona che ti sceglie liberamente; invece la fede suppone un rapporto personale, e dicevo che la religione d’Israele comincia con l’atto di fede di Abramo che ascolta la parola di Dio, che accetta che Dio gli prometta che egli diventerà padre di una moltitudine di popoli e si affidi a questa parola e affidandosi a questa parola intraprenda un cammino