segunda-feira, 6 de maio de 2019

don Divo, Prima di tutto dobbiamo dunque cercare nella preghiera che sia vinta questa opposizione al Signore, che è in noi per effetto del peccato originale e attuale

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Perché non cerchiamo di liberarci sempre più da un
legame alle cose sicché il desiderio di Dio, l'amore per Lui veramente ci spingano al di là di ogni cosa al Suo divino possesso?

Molto spesso invece nella nostra preghiera noi chiediamo a Dio che Egli ci leghi di più a questo mondo. Siamo malati? Che ci doni subito la salute; le nostre cose vanno male? Che vadano meglio! Che vadano meglio gli affari ...

Vorremmo che Lui ci legasse sempre di più a questo mondo, piuttosto che sciogliercene per divenire Lui veramente il nostro unico bene. Per questo, nonostante che Nostro Signore abbia assicurato l'efficacia della preghiera, le nostre preghiere sembrano non ottenere nulla.
Ottengono: ottengono perché ci danno almeno la pazienza di sopportare i dolori e i distacchi che sono inevitabili all'uomo che vuol giungere a Dio al di là delle cose. Come volete che il Signore ascolti la vostra preghiera se voi nella vostra preghiera non chiedete Lui, ma chiedete le cose? Se continuate a chiedere queste cose, Dio è
costretto a rifiutarsi di rispondere alla vostra preghiera, perché non farebbe certamente il vostro bene.

Nella nostra preghiera diremmo così: «Signore, ti
voglio bene, ma sta’lontano, allontanati sempre un po’da me: lasciami vivere la mia povera vita!»
Se Egli vi ama e voi Lo volete amare, come volete che Egli vi
ascolti? Egli ci ascolta in un piano più alto, nel piano vero di un rapporto di amore che implica una comunione ed esige un avvicinamento al Signore: non una opposizione a Lui, sia pure solamente psicologica, ma piuttosto un aprirsi della nostra anima ad accogliere Dio che è il Nulla di tutte le cose come lo chiamava il
Beato Suso.

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Don Divo Barsotti,dal libro “il lavoro del cristiano”