Donna Assunta Almirante non le manda a dire e si lamenta della crisi di identità che vive il nostro tempo: " oggi quello che era anormalità, si é trasformato in normalità e viceversa. I giovani fanno quello che vogliono, le famiglie assenti o indifferenti. Vai a fare capire ad un ragazzo che non deve ritirarsi alle quattro del mattino, ti ride in faccia". La modernità: " a questo ha portato. A un cambio di rotta che non promette nulla di buono, che ha sconvolto la società e i risultati sono sotto gli occhi di tutti". Pensa che la Chiesa abbia delle responsbilità?: " quando avvengono fenomeni del genere le responsabilità sono condivise. Certo, anche la chiesa ha contribuito a questo disorientamento. Ora sarebbe ingiusto attaccarla, perché oggi le istituzioni cattoliche fanno anche opere di bene e se molti poveri mangiano un pasto questo spesso lo si deve ad organizzazione di volontari cattolici. E lo Stato invece di ringraziare spesso critica, ... ... mentre la Chiesa e il papa rimangono sempre un punto di riferimento etico". Poi precisa: " l' errore della Chiesa é stato quello di inseguire la modernità. Indubbiamente non può rinchiudersi in sé stessa e sforzarsi di comprendere il mondo, ma per cambiarlo e non assecondarlo. Prima esistevano le parrocchie, gli oratori, che svolgevano una sana opera di educazione e crescita, oggi nulla o poco. Le parrocchie fanno maggiormente una finta opera culturale o sociale dimenticando che il compito dei preti é formare anime e non sindacalisti". A che cosa si deve questo?: "ad una idea fuorviante di modernità. Penso che sul piano dell' autorità e del prestigio, la Chiesa si sia fermata a Pio XII ,un grande papa spesso bistrattato, ma che dovrebbe essere rivalutato perché davvero santo. Lui era un colosso dottrinale, pastorale e di fede, uomo di carità e prudenza. Poi si é aperta una breccia, con la ricerca disperata del consenso e in questo il pontificato di Giovanni Paolo II ha molte colpe". Quali colpe?: " certo le piazze e i raduni erano pieni, ma le chiese vuote. Si assecondavano i capricci dei giovani con canzoni e balli, mentre non si comprendeva che la religione era ben altra cosa e ai ragazzi si é data la idea che tutto fosse lecito,tutto permesso, che la Chiesa fosse baldoria e divertimento allo stato puro. In questo la Chiesa ha sbagliato, smarrendo quel sano senso di autorità che ci vuole. Oggi si pensa che il prete sia un amico, un uomo di famiglia e si é smarrito quel sano senso di rispetto che un ministro di Dio deve incutere non per autorità, ma per autorevolezza". I preti non vestono da preti: " altro errore grave. Mi danno esteticamente fastidio quei sacerdoti che tralasciano la cura dei loro vestiti e si mettono jeans e maglione, quasi che si vergognino dei loro simboli. Anche la veste formale ed esteriore dice molto e un prete sciatto o vestito non da sacerdote sminuisce il ruolo della Chiesa". Infine la messa: " credo che la messa antica, quella di una volta e di sempre, la tridentina, fosse maggiormente rispettosa della tradizione e del sacro. Oggi molte celebrazioni sono diventate uno spettacolo e un circo, e lo si vede dal numero dei fedeli. Le chiese sono deserte, un fallimento, bisogna ammetterlo. Speriamo che questo Papa riporti l' orgoglio di essere cattolici". Bruno Volpe fonte:http://www.pontifex.roma.it |
- E senti o espírito inundado por um mistério de luz que é Deus e N´Ele vi e ouvi -A ponta da lança como chama que se desprende, toca o eixo da terra, – Ela estremece: montanhas, cidades, vilas e aldeias com os seus moradores são sepultados. - O mar, os rios e as nuvens saem dos seus limites, transbordam, inundam e arrastam consigo num redemoinho, moradias e gente em número que não se pode contar , é a purificação do mundo pelo pecado em que se mergulha. - O ódio, a ambição provocam a guerra destruidora! - Depois senti no palpitar acelerado do coração e no meu espírito o eco duma voz suave que dizia: – No tempo, uma só Fé, um só Batismo, uma só Igreja, Santa, Católica, Apostólica: - Na eternidade, o Céu! (escreve a irmã Lúcia a 3 de janeiro de 1944, em "O Meu Caminho," I, p. 158 – 160 – Carmelo de Coimbra)