Cap. XXII, p. 212:
«Se il Pontefice Massimo diventasse eretico, e tentasse
di distruggere la Chiesa allontanandola dalla fede cattolica, può essere
deposto o, certamente, dichiarato deposto, come si evince dai Canoni “Se il
Papa”, dist. 40. Questo non lo nega né Bellarmino, né alcun cattolico. Non fa
meraviglia, perciò, che i Re possano esser deposti a causa dell’eresia, benché
non abbiano autorità temporali superiori, se anche il Papa, per una simile
causa, può esser deposto, anche se sulla terra non c’è alcuna autorità, né
temporale, né spirituale, superiore alla sua. È vero che “al Concilio non è
lecito giudicare, punire, o deporre il Papa che tenta di turbare e distruggere
la Chiesa di Dio; ma solo è lecito resistergli non facendo quello che comanda,
e ponendo ostacolo affinché non sia eseguita la sua volontà” (Bellarmino, lib. 2 De Pontif., cap. 29). Questo vale solo se il Papa volesse turbare e
distrugger la Chiesa con la sua vita e i suoi costumi, ma fa eccezione il caso
dell’eresia».
p. 213:
«Ma se il Papa non ha alcun superiore sulla terra, con
quale diritto può esser deposto da un Concilio, o dalla Chiesa, a causa
dell’eresia? Rispondo subito: mentre gli uomini sono espulsi dalla Chiesa
tramite la scomunica a causa di altri crimini, gli eretici escono dalla Chiesa
per sé, e se ne allontanano perché, in qualche modo, si scomunicano da se
stessi. Come osservava san Girolamo, spiegando quelle parole dell’Apostolo a
Tito, cap. 3: l’eretico è condannato dal suo proprio giudizio. Così che se il
Pontefice - la qual cosa ritengo che non possa accadere -, diventasse eretico,
infedele o apostata, non dovrebbe essere deposto, ma dichiarato deposto da un
concilio».
p. 244:
«Il potere delle chiavi di Pietro non si estende fino al
punto che il Sommo Pontefice possa dichiarare “non peccato” quello che è
peccato, oppure “peccato” quello che non è peccato. Ciò sarebbe, infatti,
chiamare male il bene, e bene il male, la qualcosa è, sempre è stata, e sarà
lontanissima da colui che il Capo della Chiesa, colonna e fondamento della
verità».
[Commento, ma se un papa rinuncia a queste qualifiche di
maestro di Verità, e opta per una dottrina fatta di dubbi, incertezze ed
errori, sia auto esclude dal munus petrino che gli compete, e deve esser
dichiarato deposto da un concilio].
p. 255:
«Se accadesse che il Pontefice ordinasse a qualche uomo
particolare qualcosa che fosse contro la legge di Dio – ossia, non con un insegnamento
universale ex cathedra -, allora vale la nota dottrina di san Pietro: “Bisogna
obbedire a Dio, piuttosto che agli uomini” (At 1)».