sexta-feira, 19 de fevereiro de 2010

MISSA TRIDENTINA CELEBRADA EM 1425 PARÓQUIAS NO MUNDO E EM 116 EM ITÁLIA

Documento della Commissione ‘Ecclesia Dei’, procede la riscoperta della Tradizione Liturgica: “Il Motu Proprio ‘Summorum Pontificum’ applicato in 116 Parrocchie di 42 Diocesi”


CITTA’ DEL VATICANO - In Italia le celebrazioni col rito antico sono state attivate in 42 diocesi su 225 (19 per cento). Ma su 26 mila parrocchie presenti sul nostro territorio, solo in 116 e' possibile partecipare a una Messa in latino (0,4 per cento), tra l'altro piu' spesso in cappelle e rettorie che non nelle Chiese parrocchiali. La percentuale, sottolinea l'associazione "Una Vox", e' piu' bassa che nel resto del mondo, dove su 222.530 parrocchie la celebrazione col rito tradizionale si svolge in 1425 centri (0,6 per cento). Proprio nelle scorse ore e' stata resa nota una lettera della Pontificia Commissione ‘Ecclesia Dei’ che ammette la possibilita' per le parrocchie di sostituire una Messa di orario ordinaria con una celebrazione con il rito straordinario (se ve ne sono le condizioni), consentendo inoltre la Messa tradizionale anche quando non c'e' un gruppo stabile di fedeli che lo ha richiesto. "Si rimetta la questione al prudente giudizio del parroco, fermo restando che il gruppo stabile di fedeli ha diritto di assistere alla celebrazione della Messa in forma straordinaria", afferma infatti il dicastero vaticano che ha il potere di interpretare il documento "Summorum Pontificum", con il quale tre anni fa Benedetto XVI ha liberalizzato l'uso del vecchio messale. Il quesito sulla Messa senza gruppo stabile di fedeli e' stato posto alla Santa Sede da un gruppo tradizionalista polacco che - riferisce il sito messainlatino.it - ha domandato anche come interpretare l'articolo 2 del Motu Proprio di Papa Ratzinger, che consente ad ogni sacerdote di celebrare "sine populo" indifferentemente in forma ordinaria o straordinaria, senza necessita' di permesso alcuno e in qualunque giorno ("et quidem qualibet die"), ma introduce un'unica eccezione: "Excepto triduo sacro". Dal giovedi' al sabato Santo, infatti, le Messe private sono proibite per regola generale, essendo previste e concesse soltanto le funzioni peculiari a quei giorni. Secondo la ‘Ecclesia Dei’, invece, e' possibile la celebrazione successiva dei riti del triduo sia in forma ordinaria che straordinaria "se l'Ordinario - ossia, normalmente, il vescovo - e' d'accordo". Ovviamente, la distinzione tra Messe pubbliche e Messe private non riguarda la possibilita' per i fedeli di assistervi ma il fatto che esse siano programmate per consentire ai fedeli di assistervi (assolvendo se del caso il precetto festivo). La Pontificia Commissione ‘Ecclesia Dei’, in risposta a un ulteriore quesito del gruppo polacco, ha affermato che nulla ostacola nel rito tradizionale che dopo le letture in latino i testi possano essere proposti anche nella lingua corrente, mentre non e' possibile leggerli soltanto nelle traduzioni.

FONTE:http://www.papanews.it/