V. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo. R. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.
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PAROLA DI DIO |
Dal Vangelo secondo Marco. 15, 10-19 [Pilato] sapeva che i sommi sacerdoti gli avevano consegnato [Gesù] per invidia. Ma i sommi sacerdoti sobillarono la folla perché egli rilasciasse loro piuttosto Barabba. Pilato replicò:"Che farò dunque di quello che voi chiamate il re dei Giudei?". Ed essi di nuovo gridarono:"Crocifiggilo!". Ma Pilato diceva loro:"Che male ha fatto?". Allora essi gridarono più forte:"Crocifiggilo!". E Pilato, volendo dar soddisfazione alla moltitudine, rilasciò loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso. Allora i soldati lo condussero dentro il cortile, cioè nel pretorio, e convocarono tutta la coorte. Lo rivestirono di porpora e, dopo aver intrecciato una corona di spine, gliela misero sul capo. Cominciarono poi a salutarlo:"Salve, re dei Giudei!". E gli percuotevano il capo con una canna, gli sputavano addosso e, piegando le ginocchia, si prostravano a lui. Dopo averlo schernito, lo spogliarono della porpora e gli rimisero le sue vesti, poi lo condussero fuori per crocifiggerlo. |
LA FEDE DELLA CHIESA |
"Il Mistero pasquale della croce e della Risurrezione di Cristo è al centro della Buona Novella che gli Apostoli, e la Chiesa dopo di loro, devono annunziare al mondo. Il disegno salvifico di Dio si è compiuto una volta per tutte con la morte redentrice del Figlio suo Gesù Cristo. La Chiesa resta fedele all' “interpretazione di tutte le Scritture” data da Gesù stesso sia prima, sia dopo la sua Pasqua: “Non bisognava che il Cristo sopportasse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?” (Lc 24,26-27; Lc 24,44-45). Le sofferenze di Gesù hanno preso la loro forma storica concreta dal fatto che egli è stato “riprovato dagli anziani, dai sommi sacerdoti e dagli scribi” (Mc 8,31), i quali lo hanno consegnato “ai pagani” perché fosse “schernito e flagellato e crocifisso” (Mt 20,19)". [Catechismo della Chiesa Cattolica 571-572] |
MEDITAZIONE |
La sentenza di Pilato fu emessa sotto la pressione dei sacerdoti e della folla. La condanna a morte per crocifissione avrebbe dovuto soddisfare le loro passioni ed essere la risposta al grido: "Crocifiggilo! Crocifiggilo!" (Mc 15, 13-14 ecc.). Il pretore romano pensò di sottrarsi alla sentenza lavandosi le mani, come si era disimpegnato prima dalle parole del Cristo che aveva identificato il suo regno con la verità, con la testimonianza alla verità (Gv 18, 38). Nell'uno e nell'altro caso Pilato cercava di conservare l'indipendenza, di restare in qualche modo "in disparte". Ma erano solo apparenze. La Croce alla quale fu condannato Gesù di Nazaret (Gv 19, 16), come pure la sua verità del regno (Gv 18, 36-37), dovevano toccare la profondità dell'anima del pretore romano. Questa fu ed è una realtà di fronte alla quale non si può restare in disparte o al margine. Il fatto che Gesù , Figlio di Dio, sia stato interrogato sul suo regno, che per questo sia stato giudicato dall'uomo e condannato a morte, costituisce il principio di quella testimonianza finale di Dio che tanto ha amato il mondo. Noi ci troviamo di fronte a questa testimonianza e sappiamo che non ci è lecito lavarci le mani. Giovanni Paolo II |
PREGHIAMO |
O Dio, Padre nostro, effondi sempre più largamente in noi i benefici della tua redenzione e donaci di condividere la passione di Cristo per aver parte, un giorno, alla sua gloria di vincitore risorto. Egli vive e regna nei secoli dei secoli. Amen. |
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome; venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male. Amen.
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Stabat Mater dolorosa, iuxta crucem lacrimosa, dum pendebat Filius.
fonte:http://www.maranatha.it/via/crucis/cr01page.htm |