CONSID. V. PER IL GIOVEDÌ
In Omnibus divites facti
estis in illo.
(1. Cor. 1. 15.)
Considera come per mezzo della santa messa Dio meglio esaudisce
le preghiere de' sacerdoti. Iddio in tutti i tempi, sempre ch'egli è pregato per
li meriti di Gesù Cristo, dispensa le sue grazie, ma dice s. Giovan Grisostomo,
che nel tempo della messa le dispensa con più abbondanza alle preghiere del
sacerdote; poiché queste vengono allora avvalorate ed accompagnate dalle
preghiere dello stesso Gesù, ch'è il principal sacerdote che in questo
sagrificio offerisce se stesso, affin di ottenere a noi le grazie.
Secondo parla il concilio di Trento, il tempo in cui si celebra
la messa, è appunto quel tempo in cui sta il Signore in trono di grazia, a cui
ci esorta l'apostolo di andar con confidenza per ottenere la divina misericordia
e ritrovare le grazie: Adeamus ergo cum
fiducia ad thronum gratiae, ut misericordiam consequamur, et gratiam inveniamus
in auxilio opportuno 3. Dice il Grisostomo 4, che ancora gli
angeli aspettano il tempo della messa per intercedere con più efficacia a nostro
favore; e soggiunge che quel che non si ottiene nella messa, difficilmente si
ottiene in altro tempo.
Oh che tesori di grazie può ottenere un sacerdote per sé e per
gli altri, pregando il Signore con fiducia, quando sta celebrando
sull'altare!
Diceva il venerabile p. Antonio de Colellis: Io quando celebro e tengo in mano Gesù
Cristo mio, ne ottengo quel che voglio.
Dice in somma s. Paolo, che in Gesù Cristo noi otteniamo ogni
ricchezza, ogni grazia, se per li meriti suoi la domandiamo al Padre: In omnibus divites facti estis in illo… ita
ut nihil vobis desit in ulla gratia 1. Ma specialmente ciò vale quando il
sacerdote sta onorando Iddio, e compiacendolo con sacrificargli il suo medesimo
Figlio. E se il Padre, questo stesso Figlio a lui sacrificato, egli poi lo dona
a noi nel ss. sacramento, appunto per mezzo della messa; come mai, donandoci il
Figlio, potrà negarci alcun'altra grazia? Quomodo non etiam cum illo omnia nobis
donavit 2?
Affetti
O miserabile ch'io sono stato! quante grazie, o mio Dio, io m'ho
perdute per la negligenza di non cercarvele nelle messe che ho celebrate! Ma
giacché me ne date la luce, non voglio in ciò esser più trascurato. Unisco
dunque, o eterno Padre, le mie preghiere con quelle di Gesù Cristo, e per amore
di questo vostro Figlio, che questa mattina vengo a sacrificarvi, vi prego per
prima a concedermi il perdono di tutti i miei peccati, di cui mi pento con tutto
il cuore. E poi fatemi conoscere il merito infinito che voi avete d'essere
amato, e l'obbligo immenso che ho io d'amarvi per la vostra bontà, e per l'amore
che voi mi avete portato; e datemi forza a staccarmi da tutti gli affetti di
terra, e ad impiegare il mio cuore in amare solamente voi, sommo bene, che tanto
mi avete amato. Vi prego ancora a dar luce a chi non vi conosce, ed a chi vive
privo della vostra grazia. Date a tutti il dono della vostra grazia. Date a
tutti il dono del vostro santo amore. O amore infinito del mio Dio, fatevi
conoscere e fatevi amare.
E voi, mio caro Salvatore, fatemi tutto vostro prima che io
muoia, e non permettete ch'io m'abbia a separare più da voi. Ah Gesù mio, che
sino che vivo io sto in questo pericolo! Io non vi voglio perdere più. Pregate
voi il vostro Padre, che mi mandi la morte, prima ch'io vi abbia di nuovo a
voltare le spalle. Pregate che coll'amore sempre più mi stringa a voi che tanto
mi avete obbligato ad amarvi. Gesù mio, voi siete l'amor mio e la speranza mia.
Fate che ogni volta ch'io vi miro sull'altare vi dica con tutto il cuore quel
che vi dicea s. Filippo Neri vedendovi nel ss. sacramento: Ecco l'amor mio, ecco l'amor mio, ecco tutto
il mio amore. Maria ss., pregate voi ancora per me. Son sacerdote. Rendetemi
colla vostra intercessione qual dev'essere un sacerdote, tutto di Gesù
Cristo.
3 Hebr. 4. 16.
4 Hom. 3. de incompr. Dei.
1 1. Cor. 1. 5.
2 Rom. 8. 32.