E adesso, sui FI, parla anche Antonio Socci
L'onestà intellettuale riesce a porsi con
obbiettività di fronte alle situazioni.
COLPISCONO I MIGLIORI
IL DISASTRO DEI GESUITI
PERSECUZIONE
INQUISITORI SINISTRI
IN VATICANO C’E’
UNA NUOVA INQUISIZIONE CATTO-PROGRESSISTA.
PERSEGUITANO CON
ACCANIMENTO I “FRANCESCANI DELL’IMMACOLATA”
PERCHE’ HANNO FEDE E TANTE VOCAZIONI.
E’ UNA VERGOGNA!!!... MA IL PAPA LO SA?
PERCHE’ HANNO FEDE E TANTE VOCAZIONI.
E’ UNA VERGOGNA!!!... MA IL PAPA LO SA?
Ma il Papa sa quello che – a nome suo - stanno
facendo ai “Francescani dell’Immacolata”? Appena due giorni orsono Francesco ha
giustamente proclamato che “il Vangelo non si annuncia con le bastonate, ma
con amore e gentilezza”.
Eppure sui Francescani dell’Immacolata – senza
alcun motivo e alcuna colpa da parte loro – si è abbattuta una tempesta di
bastonate. Stanno radendo al suolo quello che è uno dei pochi ordini religiosi
vivi, ortodossi e pieno di vocazioni (stimato e sostenuto da Benedetto
XVI).
Il peggio è che la distruzione viene perpetrata
in nome di Francesco. Ma è mai possibile che il Papa della gentilezza approvi
questi metodi e questa persecuzione?
COLPISCONO I MIGLIORI
Fra l’altro i “Francescani dell’Immacolata”,
nel disastro generale degli ordini religiosi (senza vocazioni, spesso in crisi
dottrinale e disciplinare, con molti noti errori), dovrebbero essere portati ad
esempio: infatti loro vivono radicalmente la povertà, vivendo solo di carità,
hanno molte vocazioni, conducono una vita fortemente ascetica, fanno tante opere
di carità per i poveri e i diseredati, annunciano la Buona Novella con zelo
missionario e sono obbedienti alla Chiesa (in questi mesi di repressioni
subiscono tutto con mitezza e nel silenzio).
Molti fedeli sono scandalizzati
dall’accanimento con cui vengono colpiti. C’è gente che piange per i forzati
allontanamenti di questi buoni frati dalle comunità dove hanno lavorato fino ad
ora.
Io non ho mai avuto a che fare con loro, ma, da
osservatore imparziale, li ammiro. E mi chiedo: perché tanta durezza contro
religiosi che per i fedeli rappresentano un grande esempio di vita e un vero
riferimento spirituale?
Eppure non si è avuto un tale accanimento
nemmeno nei casi di religiosi, preti e teologi in cui c’erano grossi problemi di
dottrina, disciplina e altro.
Il post-Concilio, per esempio, fu una
catastrofe. A decine di migliaia buttarono l’abito religioso: “Si sono sparse a
piene mani idee contrastanti con la Verità rivelata e da sempre insegnata”
affermò Giovanni Paolo II, “si sono propalate vere e proprie eresie, in campo
dogmatico e morale, creando dubbi, confusioni, ribellioni, si è manomessa anche
la Liturgia; immersi nel ‘relativismo’ intellettuale e morale e perciò nel
permissivismo, i cristiani sono tentati dall’ateismo, dall’agnosticismo,
dall’illuminismo vagamente moralistico, da un cristianesimo sociologico senza
dogmi definiti e senza morale oggettiva”.
IL DISASTRO DEI GESUITI
Anche la Compagnia di Gesù, come Bergoglio sa
bene, è stata nella tempesta e alcuni suoi membri hanno alimentato la confusione
teologica. Eppure non sono mai stati presi provvedimenti come quelli adottati
oggi contro i “Francescani dell’Immacolata”.
Secondo le statistiche ufficiali dal 1965
(quando finisce il Concilio) al 2005, i membri della Compagnia di Gesù (i
gesuiti) sono crollati del 45 per cento, i salesiani del 24 per cento, i Frati
minori del 41 per cento, i Cappuccini del 29 per cento, i Benedettini del 35 per
cento, i Domenicani del 39 per cento.
Al contrario i “Francescani dell’Immacolata”,
famiglia religiosa nata negli anni Settanta da padre Stefano Maria Manelli e da
padre Gabriele Maria Pellettieri, hanno attratto subito tante vocazioni.
Riconosciuti dalla Chiesa nel 1990, con decreto
pontificio del 1998, oggi sono circa 400 frati in 55 case nel mondo e
altrettante suore con 47 case su tutto il globo. Anche le vocazioni – che in
tutte le diocesi languono – fra loro crescono a ritmi impressionanti. Davvero
una comunità benedetta da Dio.
Così l’11 luglio scorso la Congregazione
vaticana dei religiosi ha deciso di colpire col commissariamento questa fiorente
famiglia religiosa.
PERSECUZIONE
Da allora al fondatore, padre Stefano M.
Manelli, è stato imposto l’isolamento (i suoi frati non possono né scrivergli,
né telefonargli, né andare a trovarlo, né parlargli in alcun modo); tutti i
frati che avevano ruoli di responsabilità sono stati esiliati in luoghi remoti,
spesso all’estero; i movimenti laicali legati alla congregazione sono stati
ibernati; il seminario è stato chiuso e sono state sospese le ordinazioni
diaconali e sacerdotali.
Il commissario non ha potuto prendere in pugno
le riviste dell’ordine perché appartengono ai laici, così ha proibito ai
religiosi della congregazione di collaborarvi. In sostanza si è usato il pugno
di ferro.
Nessuno può credere che il Pontefice della
tenerezza abbia voluto o autorizzato una cosa simile. Troppo grande sarebbe la
contraddizione fra il suo insegnamento (“amore e gentilezza, non bastonate”) e
la pratica concreta che ricorda i fantasmi dell’Inquisizione.
E’ pur vero che in passato l’Inquisizione, i
cui metodi furono spazzati via grazie a Joseph Ratzinger, nel corso della sua
storia colpì diversi santi.
L’ultimo fu padre Pio. Com’è noto il santo
cappuccino, fra 1960 e 1961, dovette subire – sotto il cosiddetto “Papa buono” –
provvedimenti restrittivi e punitivi molto duri. Erano del tutto ingiusti, come
poi ha dimostrato la piena riabilitazione voluta da Paolo VI e la canonizzazione
del frate stigmatizzato fatta da Giovanni Paolo II.
Ma fa un certo effetto che si perseguitasse un
santo come lui, proprio mentre nella Chiesa si portavano in palmo di mano
teologi come Karl Rahner che Roncalli nominò fra i consultori del Concilio
Vaticano II.
Rahner ha avuto un’influenza assai nefasta
nella teologia post-conciliare (basti dire che Hans Kung è stato il suo degno
allievo). La sua teoria dei “cristiani anonimi” fu un autentico veleno.
Tuttavia Rahner è intoccabile anche oggi. Ci
sono teologi che si permettono di mettere in discussione i dogmi della fede
cattolica, la Madonna e i santi. Ma Rahner non si può discutere.
Invece fra le coraggiose iniziative di
riflessione teologica che i “Francescani dell’Immacolata” hanno intrapreso negli
anni passati c’è stato proprio un convegno di studi intitolato
significativamente “Karl Rahner: un’analisi critica”. In netto contrasto con la
“teologia progressista” oggi dominante.
INQUISITORI SINISTRI
Molti sospettano che fatti del genere abbiano
contribuito a mettere i “Francescani dell’Immacolata” nel mirino del potere
clericale, dove oggi siedono ecclesiastici che hanno avuto trascorsi nella
“Teologia della liberazione”, come il cardinale brasiliano João Braz de Aviz che
è proprio il capo della Congregazione vaticana che ha deciso il
commissariamento.
In un’intervista di qualche tempo fa il prelato
ha raccontato come visse quella fase della sua vita, ma curiosamente lì non ha
fatto sua la condanna degli errori della Teologia della liberazione che fu
firmata da Giovanni Paolo II e da Joseph Ratzinger.
Anzi ha affermato: “rimango convinto che in
quella vicenda è passato comunque qualcosa di grande per tutta la
Chiesa”.
Sì, una grande catastrofe.
Ecco ora nuovi disastri “progressisti”, come
l’annichilimento dei “Francescani dell’Immacolata”. Se questi frati fossero
stati seguaci di Rahner, Kung o della Teologia della liberazione, la loro
persecuzione avrebbe suscitato uno scandalo sui media. Invece sono fedeli alla
Chiesa, dunque nessuno li difende.
C’è chi sostiene che si tratti di una sorta di
vendetta trasversale contro Benedetto XVI per il “Motu proprio” che liberalizzò
la messa tradizionale. Esso suscitò pesanti reazioni e opposizioni in Curia e
fra i vescovi.
Mentre i “Francescani dell’Immacolata”
attuarono fedelmente il “motu proprio” volendo essere in comunione col Papa. E’
questa la loro colpa?
Io credo che la loro distruzione danneggi
tantissimo pure l’attuale papa. Perché annichilisce un carisma prezioso per la
Chiesa e perché porta acqua al mulino dei lefebvriani che hanno attaccato
pubblicamente Bergoglio [Francamente di attacchi
non ci risulta. Ci risultano alcune critiche. E comunque è evidente che Socci
non conosce come la pensava Mon. Lefebvre. In attesa di tradurre e pubblicare,
inserisco queto link] Adesso costoro possono dire:
“vedete, nella Chiesa di Francesco c’è posto per tutti, meno che per i
cattolici”.
Avendo sempre difeso il Pontefice da questi
attacchi, io spero che, informato dei fatti, quanto prima egli metta fine a
questa incredibile persecuzione e ristabilisca la verità e la giustizia.
ANTONIO SOCCI
Da “Libero”, 5 gennaio 2014 Lettera aperta al Papa. Ripristino Messa Antiquior a Santa Maria Maggiore
Santo Padre,
ci rivolgiamo a Lei come Pastore Supremo della
Chiesa universale e nostro, per chiedere il Suo autorevole intervento in vicende
che recentemente stiamo registrando e subendo con doloroso attonito
rammarico.
Si tratta della progressiva abolizione di
celebrazioni della Santa Messa Antiquior a partire da quelle, che hanno
suscitato sorpresa ed emozione nell'intero Orbe cattolico, celebrate dai
Francescani del'Immacolata, sulla cui vicenda ovviamente non entriamo, in attesa
degli esiti del Commissariamento. Ci limitiamo tuttavia a sottolineare che, al
di là delle vicende interne all'Ordine e con nessun riferimento ad esse, sono
state soppresse le celebrazioni garantite in Centri di eccellenza, alcuni ora
chiusi altri languenti, i cui animatori sono stati rimossi con la generica
motivazione della "missione", mentre la loro missione si svolgeva con grande
edificazione dei fedeli a loro affidati, le cui voci dolenti - espresse
ufficialmente dal Coordinamento Nazionale Summorum Pontificum - non sono
state ascoltate né dal nuovo Superiore né dagli stessi vescovi.
Da ieri, primo sabato dell'anno, la scure
inesorabile si è abbattuta anche sulla celebrazione del primo Sabato del mese
presso la Cappella Cesi di Santa Maria Maggiore, la Basilica Papale a Lei così
cara, interrompendo una consuetudine di quattordici anni.
Non riusciamo a comprendere come la Santa e
Divina Liturgia, sdoganata per tutta la Chiesa universale dal Motu proprio del
Suo amato predecessore, possa essere oggetto di tale pastorale esclusione.
Chiediamo dunque il Suo autorevole intervento
affinché venga ripristinato lo ius divinum del Signore al culto a Lui
dovuto secondo una Tradizione bimillenaria e quello pastorale dei fedeli che lo
custodiscono - una cum Papa nostro - ben lontani da ventilati sospetti
di fissismo di tipo museale.
Siamo credenti devoti e uniti nel Signore e
nella preghiera al Soglio di Pietro, e ci attendiamo da Lei una parola di
condivisione e accoglienza che la sua tenerezza non nega ai più lontani e agli
ultimi. La nostra "periferia" di fedeli, emarginati e spesso addirittura
ignorati quando non disprezzati, piange e geme per questi fraintendimenti e
queste esclusioni che arrivano tanto più inattese, quanto più riconosciute e
sancite dalla Tradizione Apostolica giunta fino a noi e confermata dal ricordato
motu proprio di Benedetto XVI.
Certi della Sua paterna accoglienza, Le
chiediamo un segno della Sua tenera premura attraverso il ripristino della
nostra Santa Messa mensile in Santa Maria Maggiore, proprio nella Basilica
Papale a Lei così cara. Ricordando che il primo sabato del mese è dedicato alla
sentita ed amorosa devozione nei confronti della Santa Vergine in riparazione
delle tante offese che purtroppo ogni giorno vengono fatte al suo Cuore
Immacolato.
Con i sensi della nostra profonda devozione, in
unione di preghiera in Cristo Signore, attendiamo una Sua parola di paterna
conferma.
Il Coetus Summorum Romano