Il Papa e l'Eucarestia
(4 marzo 1956)
Il Papa è Capo di tutta la Chiesa perché tutta la Chiesa divenga materia del suo Sacrificio, perché tutta la Chiesa divenga l'Ostia che egli deve immolare. Mi sembra che il Papa sia soprattutto questo. Fermarsi a considerarne gli altri privilegi non dice ancora tutta la sua grandezza, né ci fa capire precisamente quello che è la Chiesa, il Cristianesimo.
Bisogna vedere il Papato in relazione all'Eucarestia. Si è sempre detto che l'Eucarestia è al centro della vita cristiana, è al centro della Chiesa, ma poi quando si parla del Papa non si vede praticamente la sua relazione con l'Eucarestia. Ma, allora, ha due centri la Chiesa? Che significato ha il Papato, se non lo si vede in rapporto alla Messa? Sarebbe dunque il Papato una funzione, una missione marginale nella Chiesa, o soltanto un principio esteriore di unità - ci sarebbe un insanabile dissidio interiore, in seno alla Chiesa, fra quello che è il Cristianesimo come Mistero e quello che è il Cristianesimo come organizzazione esteriore di mezzi di grazia? Ma in seno al Cristianesimo non c'è questo dissidio interiore, non c'è questa rottura! Dobbiamo considerare il Papato in rapporto all'Eucarestia: è in rapporto all'Eucarestia che esso manifesta fino in fondo la sua grandezza, ed è attraverso l'Eucarestia che noi comprendiamo la necessità intima di questa presenza e di questa funzione. Se noi vediamo l'Eucarestia soltanto come presenza di Cristo, allora si può fare a meno del Papa; basta un qualunque sacerdote, perché qualunque sacerdote ha ogni potere sul Corpo reale di Cristo - io ho esattamente lo stesso potere del Papa sul Corpo reale di Cristo. E il Papa che cosa può fare su questo Corpo reale più di quello che faccio io? Consacro, lo distribuisco ai fedeli... Anche il Papa non fa nulla di più.
Ma l'Eucarestia non è soltanto la presenza di Cristo. Vedere nel Tabernacolo soltanto la presenza di Gesù ha deformato in certo modo la pietà cattolica. Dobbiamo avere la devozione alla Messa! Una vera pietà eucaristica non consiste tanto nell'adorazione a Gesù Sacramentato quanto nell'assistenza alla Messa, nella partecipazione al Mistero della Messa.
L'Eucarestia non è soltanto la presenza di Gesù. È anche questo, certo, ma è la presenza di Gesù nella presenza del Sacrificio della Chiesa, è la presenza di Cristo nella presenza stessa della Chiesa.
Non conficitur ibi Christus ubi non conficitur universus. La presenza di Cristo è la presenza di tutta la Chiesa. La Consacrazione è in qualche modo l'edificazione di tutta la Chiesa come Corpo mistico di Cristo. È nella Consacrazione che Cristo si fa presente, ma questa presenza di Cristo si opera nell'assunzione, in Cristo, di tutti gli elementi del mondo, dell'offerta che il Sacerdote ha fatto prima, offerta che, in fondo, è il popolo fedele stesso. Nel pane e nel vino che il sacerdote offre, chi è presente se non gli uomini, se non tutti coloro che hanno offerto, se non la Chiesa come comunità dei fedeli? La Chiesa comunità dei fedeli diviene il Corpo mistico di Cristo nell'istante medesimo che questa offerta, che è il sangue e l'anima mia, il mio corpo, diviene invece il Corpo e il Sangue di Gesù.
Vi è uno strettissimo, intimo rapporto, dunque, fra il Papa e l'Eucarestia. Così, l'Eucarestia non posso più pensarla come presenza sola di Gesù di Nazareth, Ave verum Corpus natum de Maria Virgine. Sì, è questo, ma è per noi anche molto di più; l'Eucarestia non è soltanto la presenza di Gesù, è la presenza del Christus totus: laddove è Cristo, ivi è la Chiesa, laddove è Cristo ivi è l'universo. L'Eucarestia è Gesù, ma è anche tutto il popolo cristiano, sono anch'io, siete anche voi.
Lo diceva Sant'Agostino nelle sue Enarrationes in Psalmos, ed è magnifico: "Il Mistero dell'Eucarestia è il vostro stesso mistero", egli diceva ai fedeli di Ippona. Sì, non per nulla il Sacerdote può dire le parole della Consacrazione e non dire una menzogna. Potrebbe altrimenti una menzogna essere santificante, potrebbe veramente onorare Dio? leggere tutto...
Bisogna vedere il Papato in relazione all'Eucarestia. Si è sempre detto che l'Eucarestia è al centro della vita cristiana, è al centro della Chiesa, ma poi quando si parla del Papa non si vede praticamente la sua relazione con l'Eucarestia. Ma, allora, ha due centri la Chiesa? Che significato ha il Papato, se non lo si vede in rapporto alla Messa? Sarebbe dunque il Papato una funzione, una missione marginale nella Chiesa, o soltanto un principio esteriore di unità - ci sarebbe un insanabile dissidio interiore, in seno alla Chiesa, fra quello che è il Cristianesimo come Mistero e quello che è il Cristianesimo come organizzazione esteriore di mezzi di grazia? Ma in seno al Cristianesimo non c'è questo dissidio interiore, non c'è questa rottura! Dobbiamo considerare il Papato in rapporto all'Eucarestia: è in rapporto all'Eucarestia che esso manifesta fino in fondo la sua grandezza, ed è attraverso l'Eucarestia che noi comprendiamo la necessità intima di questa presenza e di questa funzione. Se noi vediamo l'Eucarestia soltanto come presenza di Cristo, allora si può fare a meno del Papa; basta un qualunque sacerdote, perché qualunque sacerdote ha ogni potere sul Corpo reale di Cristo - io ho esattamente lo stesso potere del Papa sul Corpo reale di Cristo. E il Papa che cosa può fare su questo Corpo reale più di quello che faccio io? Consacro, lo distribuisco ai fedeli... Anche il Papa non fa nulla di più.
Ma l'Eucarestia non è soltanto la presenza di Cristo. Vedere nel Tabernacolo soltanto la presenza di Gesù ha deformato in certo modo la pietà cattolica. Dobbiamo avere la devozione alla Messa! Una vera pietà eucaristica non consiste tanto nell'adorazione a Gesù Sacramentato quanto nell'assistenza alla Messa, nella partecipazione al Mistero della Messa.
L'Eucarestia non è soltanto la presenza di Gesù. È anche questo, certo, ma è la presenza di Gesù nella presenza del Sacrificio della Chiesa, è la presenza di Cristo nella presenza stessa della Chiesa.
Non conficitur ibi Christus ubi non conficitur universus. La presenza di Cristo è la presenza di tutta la Chiesa. La Consacrazione è in qualche modo l'edificazione di tutta la Chiesa come Corpo mistico di Cristo. È nella Consacrazione che Cristo si fa presente, ma questa presenza di Cristo si opera nell'assunzione, in Cristo, di tutti gli elementi del mondo, dell'offerta che il Sacerdote ha fatto prima, offerta che, in fondo, è il popolo fedele stesso. Nel pane e nel vino che il sacerdote offre, chi è presente se non gli uomini, se non tutti coloro che hanno offerto, se non la Chiesa come comunità dei fedeli? La Chiesa comunità dei fedeli diviene il Corpo mistico di Cristo nell'istante medesimo che questa offerta, che è il sangue e l'anima mia, il mio corpo, diviene invece il Corpo e il Sangue di Gesù.
Vi è uno strettissimo, intimo rapporto, dunque, fra il Papa e l'Eucarestia. Così, l'Eucarestia non posso più pensarla come presenza sola di Gesù di Nazareth, Ave verum Corpus natum de Maria Virgine. Sì, è questo, ma è per noi anche molto di più; l'Eucarestia non è soltanto la presenza di Gesù, è la presenza del Christus totus: laddove è Cristo, ivi è la Chiesa, laddove è Cristo ivi è l'universo. L'Eucarestia è Gesù, ma è anche tutto il popolo cristiano, sono anch'io, siete anche voi.
Lo diceva Sant'Agostino nelle sue Enarrationes in Psalmos, ed è magnifico: "Il Mistero dell'Eucarestia è il vostro stesso mistero", egli diceva ai fedeli di Ippona. Sì, non per nulla il Sacerdote può dire le parole della Consacrazione e non dire una menzogna. Potrebbe altrimenti una menzogna essere santificante, potrebbe veramente onorare Dio? leggere tutto...