Card.Siri concepiva la liturgia come l’espressione visibile della fede (…) Per il cardinale l’importanza del culto non può essere sovrastimata, perché esso “rappresenta per la maggior parte degli uomini nella gran parte della vita la principale sorgente, spesso l’unica, della fede conservata, della grazia di Dio, della speranza eterna”, come osserva in una lettera pastorale al clero dell’arcidiocesi nel 1977. Quindi la ”custodia dell’ortodossia della fede implica l’accurata custodia dell’ortodossia nella liturgia”.
Lo splendore del rito aiuta a vedere la verità
Per comprendere il pensiero e l’azione del cardinale Giuseppe Siri nell’ambito della sacra liturgia bisogna riandare ai suoi anni di formazione come seminarista e come giovane sacerdote a Genova. Nella prima metà del Novecento la metropoli della Liguria emerse come importante centro di movimento liturgico. Nel 1903 l’arcivescovo Edoardo Pulciano iniziò nel seminario genovese l’insegnamento di liturgia come disciplina distinta da quella delle rubriche. Nel 1914 venne fondata la “Rivista Liturgica”, un progetto congiunto delle abbazie di Finalpia, nel savonese, e di Praglia. Nella presentazione della nuova rivista si indicava come scopo quello di studiare e spiegare sia al clero sia ai fedeli la sacra liturgia, quale “culto pubblico che la Chiesa a rende a Dio”.Continua a leggere...