Nuovo ValaamIncontro con lo
Ski-Egumeno Giovanni Insegnamenti sulla Preghiera di
Gesù
Stavo
seduto, un giorno d'agosto, con lo ski-egumeno Giovanni, nel giardino del
Nuovo Valaam, e discorrevo con lui.
Malgrado il sole, e un certo calore, si avvertiva già l'approssimarsi della
stagione fredda. L'aria era tersa, le ombre nette; il mattino tranquillo era
tutto d'oro.
-
Ditemi, Padre Giovanni, nella Preghiera di
Gesù possono avvenire deviazioni, o no?
- Ce ne
sono, certamente, perché il demonio ci tenta in tutto. Si dice che a un laico si attacca un demonio, due a un
monaco, tre a una persona che pratica la Preghiera di
Gesù. Avete letto l'Antologia della Preghiera di Gesù,
e i Dialoghi sulla Preghiera di Gesù pubblicati dal
nostro defunto Abate Caritone? (Di questa preziosissima antologia cureremo
presto una sintesi di testi scelti sulla preghiera del cuore – il curatore del
sito)
- Li ho
letti.
- Egli
tocca questo argomento, ma l'insegnamento principale è questo: chi vuol
praticare la Preghiera di
Gesù deve essere un uomo umile, mentre alcuni pensano
troppo bene di se stessi. Perché recitiamo la Preghiera di Gesù? Perché il
ricordo continuo del Signore e il pentimento ci permettano di conquistare la
serenità dello spirito, il silenzio interiore, l'amore della Verità e quello
del prossimo. Allora viviamo in Dio, che è Amore.
Alcuni,
purtroppo, considerano la Preghiera come un operazione magica
che può procurare loro cose meravigliose - come la capacità di leggere i
pensieri altrui, la premonizione degli avvenimenti, il dono delle guarigioni...
E’ un atteggiamento riprovevole. Quelli che pensano in questo modo diventano
facilmente vittime di un certo potere occulto che può portarli alla rovina per
sempre.
Io ero Abate di
Pecenga, molto lontano da qui, sulle rive dell'Oceano Polare, dove durante
l'estate il sole non tramonta per tre mesi, e d'inverno la notte dura pure tre
mesi. La solitudine, in quei luoghi, è quasi assoluta, l'Oceano tempestoso, e la
tundra all'intorno vuota e triste. In simili condizioni alcuni monaci diventano
degli esaltati, e cominciano a udire voci e ad avere visioni. Uno credette,
allora, di udire nella sua cella certe voci angeliche che gli suggerivano che,
essendo diventato santo, egli poteva, come nostro Signore camminare sulle
acque. Convinto da queste voci, il nostro "illuminato" decise di provare a se
stesso la loro verità, e si inoltrò sul ghiaccio fragile, come avrebbe potuto
fare un angelo senza peso. Lo salvarono, ma morì poco dopo per le conseguenze
di quel bagno nell'acqua diaccia. E’ un caso estremo: ma i demoni tentano in
altri modi anche i più saggi. Alcuni, pregano molto, e osservando in se stessi
un grande progresso spirituale, arrivano gradualmente e impercettibilmente ad
avere un'alta stima di sé e a disprezzare gli altri come carnali e indegni
della loro professione monastica. Infine, giungono a credersi i veri eletti di
Dio, con la missione di correggere e istruire gli altri. Questi praticanti
criticano tutti, si irritano facilmente quando qualcuno li biasima, e sono
sempre inquieti.
L'apostolo Paolo,
è vero, dice che chiunque invoca il Signore Gesù per la propria salvezza, e
confessa che egli è il Figlio di Dio, sarà salvo; ma il Signore stesso ha pure
proclamato: «Non tutti quelli che mi dicono: Signore, Signore! entreranno nel
Regno di Dio. Vi entreranno soltanto quelli che fanno la volontà del Padre mio
che è in cielo». Molti invocano il Signore, ma il loro cuore è lontano da
lui.
Bisogna dunque
aggiungere alla Preghiera
la pratica delle virtù, perché la fede senza le opere è morta, mentre
attraverso le opere la fede arriva alla perfezione.
- Come
riconoscere, Padre ski-egumeno, colui al quale ci si può rivolgere per avere un
consiglio?
-
Cercati uno starec sereno, buono, umile, che viva nel silenzio interiore
e abbia una coscienza senza macchia, cioè non giudichi nessuno e non sia causa
di scandalo. Evita, in ogni caso, quelli che criticano tutti, che sono sempre
scontenti e, per di più, avari. Bisogna fuggire tali persone per non corrompersi
frequentandole. Ricordati che è bene vivere presso uno starec per
qualche tempo, per imparare la preghiera e la vigilanza sui pensieri: ma quando
hai imparato tutto questo, a che cosa può più servirti uno starec? Non
bisogna vivere sempre da fanciulli; con l'età, bisogna rispondere personalmente
dei propri peccati ed errori. A suo tempo, potrai anche tu diventare
starec.
- Come
è possibile?
- E’
semplicissimo. Lo starec, l'anziano, è un uomo ricco di esperienza
spirituale, di saggezza proveniente da Dio, e di un grande amore per gli uomini. Molti semplici
monaci sono divenuti grandi starcy, come Zosima Verhovskij, di
cui Dostoevskij tracciò il ritratto nel suo starec Zosima dei Fratelli
Karamazov; lo starec Basilio di Turinsk, o Giovanni di
Moldavia, lo ski-ierodiacono Melkisedek, morto a 125 anni, Daniele di Atcinsk,
un grande starec siberiano, e Coma di Birsk, erano anch'essi dei semplici
laici: eppure erano visitati non solo da altri laici o da preti secolari, ma
anche da monaci, da Vescovi di grande saggezza, e anche da altri starcy.
E quel grande starec che è stato il contadino anonimo autore dei
Racconti del Pellegrino?
Si è trovato nella corrispondenza del Padre Ambrogio di Optino che era un
contadino di Orel. Poiché il manoscritto dei Racconti fu scoperto nel monastero
di San Panteleimon, sul Monte Athos, si può ritenere che il manoscritto
originale si trovi laggiù. Forse questo Pellegrino, di ritorno dalla Terra
Santa in Russia, visitò il Monte Athos, come altri pellegrini; qui poté
raccontare la sua storia al confessore del monastero, lo Ieroski-monaco
Gerolamo Solomensèv. Quest'ultimo, forse, ha ordinato a qualche monaco di
trascrivere quei racconti; o l'autore li ha scritti lui stesso...; chi lo
sa?
- Il
Pellegrinaggio è un atto eroico, Padre Giovanni?
- Senza dubbio: solo
la "follia per Gesù Cristo" lo supera. Ma la pratica della "follia per Cristo"
non è permessa se non a chi abbia la benedizione di grandi starcy. Con
sforzi incessanti possiamo appena affrontare la pratica delle virtù ordinarie:
come oseremmo praticare la "follia per Cristo"? Si racconta dello starec
Leonida di Optino l'episodio
seguente. Un monaco lo importunava da tempo per avere il permesso di portare
delle catene. Lo starec gli rispondeva sempre: «A che scopo portare
catene? La vita monastica è già una catena assai pesante da portare, se è
vissuta come si deve». Ma quel monaco insisteva. Finalmente lo starec
gli diede il permesso. Chiamò poi il monaco fabbro e gli disse: «Domani
verrà da te un monaco e ti dirà di fargli delle catene. Tu gli risponderai: A
che scopo le catene? e lo schiaffeggerai». L’indomani, il monaco che voleva le
catene tornò dallo starec in gran collera e gli disse che aveva chiesto
le catene al fabbro, e quello, anziché mettersi a preparargliele, l'aveva
schiaffeggiato. «Così, gli disse lo starec: « non hai saputo
sopportare un solo schiaffo, e sei corso a lagnartene. Come riusciresti a
portare le catene? Non bisogna tentare di saltare al di sopra della propria
testa».
- Il
Padre Michele mi ha detto: «Semina, fratello, la buona parola dappertutto, lungo
i sentieri battuti, tra le pietre, tra gli sterpi. Forse qualcosa germinerà e
porterà frutto, fino al centuplo». Che cosa pensate di questo, Padre
Giovanni?
-
Ebbene, se il Padre Michele ti ha detto questo, devi obbedirgli. Semina la buona
parola, e sarai come il pellegrino, un forestiero dovunque. Ma questo, amico
mio, è un compito difficile.
- Riuscirò a
compierlo?
- Con la fede potrai,
perché Paolo ha detto: «Posso tutto in Colui che è la mia forza». Affidati alla
Preghiera di Gesù: essa
ti sarà di grande aiuto.
Tratto da: Sergio Bolsakov, Incontri
con la preghiera del cuore, ed. Ancora - Milano, a cui si rimanda per
l'approfondimento