LA PRATICA DELLA PREGHIERA MONOLOGICADalla preghiera continua alla "preghiera pura"
Ai discepoli più
avanzati nella vita esicastica, alcuni startsi consigliano, dopo attento
discernimento, la pratica della "preghiera monologica" che consiste nella
semplice ripetizione/invocazione del Nome santo: Gesù... Gesù... Gesù...E' questa la
vera preghiera monologica che, a seconda dei casi e del metodo seguito, può
assumere diverse forme e varianti tecniche:
Prima variante: PREGHIERA MONOLOGICA SEMPLICEche può essere di
due tipi:
- VOCALE
- MENTALE
Seconda variante: PREGHIERA MONOLOGICA SINCRONIZZATA CON IL RESPIRO
A. SEMPLICE (con o senza trattenuto): si tratta di abbinare semplicemente il ritmo respiratorio nelle sue varie fasi con il Nome di Gesù
Possibile sequenza:
INSPIRAZIONE <> GESU'
(TRATTENIMENTO DEL RESPIRO <> GESU') - facoltativo
ESPIRAZIONE <> GESU'
(TRATTENIMENTO DEL RESPIRO <> GESU') - facoltativo
ESPIRAZIONE <> GESU'
B. MEDIATA: in questo secondo caso la precedente
sequenza viene preceduta e favorita dalla "discesa della mente nel cuore"
attraverso la fase di inalazione che favorisce un maggiore raccoglimento
e permette di approfondire il contatto della mente con il cuore, secondo le
indicazioni di Gregorio Sinaita. L'invocazione/grido interiore del Nome
Gesù... Gesù... Gesù...
viene emessa solo dopo aver stabilito questo
contatto.
Terza variante: PREGHIERA MONOLOGICA DIRETTA E SINCRONIZZATA COL BATTITO CARDIACO
Come per la preghiera di Gesù estesa ("Signore Gesù
Cristo, Figlio di Dio, abbi pietà di me peccatore") si può:
A. Far discendere direttamente la mente/spirito nel
"luogo del cuore" senza l'ausilio della fase inspiratoria e dare il via
all'invocazione incessante del Nome di Gesù...
B. Far discendere direttamente la mente/spirito nel
"luogo del cuore" ( sempre senza l'ausilio della fase inspiratoria) e dare il
via all'invocazione incessante del Nome di Gesù... accordandola però col battito
cardiaco.
Questa modalità più avanzata e difficile richiede la capacità di "sentire" la pulsazione ritmica del proprio cuore (evidentemente in una situazione di isolamento, silenzio e buio) e di associare ad ogni battito il Nome o una parte del Nome. Se si abbina il Nome intero di Gesù alla pulsazione, la ripetizione monologica diventa naturalmente più rapida rispetto alla tecnica basata sull'associazione del Nome santo alle fasi del respiro (essendo queste più lente nella loro durata e frequenza rispetto al ritmo cardiaco). Si ha anche l'impressione che la preghiera diventi sempre più profonda, interiorizzata e silenziosa, più "collegata" al cuore. Quando parliamo di "preghiera del cuore" facciamo quindi riferimento, da un punto di vista antropo-fenomenologico, a tre elementi strettamente connessi:
- al trasporto di amore verso Gesù invocato, proveniente dal nostro cuore;
Questa modalità più avanzata e difficile richiede la capacità di "sentire" la pulsazione ritmica del proprio cuore (evidentemente in una situazione di isolamento, silenzio e buio) e di associare ad ogni battito il Nome o una parte del Nome. Se si abbina il Nome intero di Gesù alla pulsazione, la ripetizione monologica diventa naturalmente più rapida rispetto alla tecnica basata sull'associazione del Nome santo alle fasi del respiro (essendo queste più lente nella loro durata e frequenza rispetto al ritmo cardiaco). Si ha anche l'impressione che la preghiera diventi sempre più profonda, interiorizzata e silenziosa, più "collegata" al cuore. Quando parliamo di "preghiera del cuore" facciamo quindi riferimento, da un punto di vista antropo-fenomenologico, a tre elementi strettamente connessi:
- al trasporto di amore verso Gesù invocato, proveniente dal nostro cuore;
- al "luogo" dove avviene l'invocazione, il "centro
spirituale" della nostra persona;
- ad un collegamento in qualche modo fisiologico del
Nome santo alle pulsazioni del stesso cuore.
Il tutto espresso anche attraverso una postura fisica possibilmente "ripiegata" che favorisca l'unificazione di tutte le dimensioni della persona (la mente, il corpo, l'affettività, la volontà, la vocalità esteriore o interiore) attorno al centro del Cuore-Nome.
Il tutto espresso anche attraverso una postura fisica possibilmente "ripiegata" che favorisca l'unificazione di tutte le dimensioni della persona (la mente, il corpo, l'affettività, la volontà, la vocalità esteriore o interiore) attorno al centro del Cuore-Nome.
Nulla vieta di integrare le varie tecniche
presentate, iniziando, ad esempio, a far discendere la mente nel cuore con
l'ausilio del processo inspiratorio per, poi, risiedere più stabilmente nel
"luogo del cuore" e unificare mente, parola e battito cardiaco, lasciando
scorrere la respirazione secondo un ritmo profondo e rilassato che favorisce e
accompagna questa unificazione nel nostro centro.
Dopo anni di pratica e di ascesi sotto la continua
direzione di un padre spirituale, e nei tempi e modi stabiliti dalla Sapienza
divina, può avvenire, "per grazia", il "trapasso" del Nome di Gesù nella sfera
fisiologico-corporea e lo "sprofondamento" di tutto il composto umano
(corpo-mente-cuore) in una dimensione spirituale caratterizzata dall'unione
trasformante con la Persona invocata (Gesù Cristo) e da uno scambio d'Amore che
via via diventa sempre più intenso e indicibile. E' la porta dell'estasi e del
"rapimento" che prelude alla PREGHIERA PURA e
ineffabile, intessuta solo di silenzio e beatitudine.
In questo stadio, i momenti estatici, non potendo essere "trattenuti" e prolungati oltre un certo limite, sono intrecciati, quasi racchiusi e avvolti in una PREGHIERA CONTINUA più lunga e spontanea che non richiede più sforzo, tecnica, volontarietà, in quanto è lo stesso Spirito deificante che mormora incessantemente come un ruscello nelle profondità del nostro essere, innalzando una lode perenne a Dio anche durante il sonno. Questo melodioso alternarsi di "preghiera continua" e "preghiera pura" - divina liturgia che si (ri)celebra sull'altare del nostro cuore - costituisce il massimo di felicità e di gaudio a cui un essere umano possa aspirare su questa terra, il Regno dei Cieli già pregustabile in questa vita.
Sia lode a Dio che ai semplici e agli umili apre le Porte della Sapienza e della eterna gioia.
In questo stadio, i momenti estatici, non potendo essere "trattenuti" e prolungati oltre un certo limite, sono intrecciati, quasi racchiusi e avvolti in una PREGHIERA CONTINUA più lunga e spontanea che non richiede più sforzo, tecnica, volontarietà, in quanto è lo stesso Spirito deificante che mormora incessantemente come un ruscello nelle profondità del nostro essere, innalzando una lode perenne a Dio anche durante il sonno. Questo melodioso alternarsi di "preghiera continua" e "preghiera pura" - divina liturgia che si (ri)celebra sull'altare del nostro cuore - costituisce il massimo di felicità e di gaudio a cui un essere umano possa aspirare su questa terra, il Regno dei Cieli già pregustabile in questa vita.
Sia lode a Dio che ai semplici e agli umili apre le Porte della Sapienza e della eterna gioia.
R.B.D.M.