Nel centenario della nascita del fondatore, il 25 aprile, la Comunità dei Figli di Dio ha pensato di pubblicare un’antologia delle lettere che inviava a chi si affidava alla sua direzione spirituale. In ogni relazione don Divo trasmetteva tutta la sua ricchezza interiore, un traboccare di acqua fresca capace di irrigare il terreno arido e assetato di tanti cuori. E tra Palaia e Firenze sono tante le iniziative per ricordare don Barsotti.
In occasione del centenario della nascita di don Divo Barsotti la Comunità dei Figli di Dio ha pensato di pubblicare un’antologia di sue lettere di direzione spirituale.
Don Divo è stato certamente un grande comunicatore nella predicazione, uno studioso appassionato di tutte le forme dell’espressività umana – letteratura, ricerca filosofica, arti figurative… – attento a cogliere l’essenza di ogni cultura. È stato soprattutto un teologo e un esegeta illuminato, coinvolto in una singolarissima esperienza della realtà del Mistero. Assorbito come pochi dal suo rapporto con Dio in un dialogo di amore esclusivo, Barsotti sentiva però altrettanto forte la chiamata religiosa a non evadere da un mondo che attende salvezza dalla testimonianza resa alla volontà salvifica di Dio da chi ne è coinvolto personalmente.
Per questo, nonostante la sua indole schiva, è stato sempre disponibile a coltivare relazioni mai banali con coloro che, in un modo o in un altro, riconosceva suoi compagni nella grande avventura della vita perché – ne era convinto – Dio stesso glieli faceva incrociare. Ogni uomo era per lui un autentico «sacramento vivo» – così soleva dire – della presenza dell’Altro, di Dio: di quell’Unico che non si stancava mai di farsi a lui vicino in quanti gli chiedevano accoglienza, provocandolo a una risposta di amore sempre uguale e pur sempre nuova. In qualunque relazione, facile o difficile che fosse, sempre egli si imbatteva nel mistero della persona umana come rivelatrice della Presenza divina e come apertura, più o meno consapevole, alla Trascendenza; ogni volta era per lui un invito a compromettersi nella consumazione di quell’esclusivo rapporto di amore con Dio, l’Unico in cui il suo cuore trovava riposo. Ecco perché in ogni relazione, anche passeggera, qualunque fosse la condizione esistenziale dell’interlocutore, Barsotti sentiva che era in gioco il suo personale rapporto con Dio.
Dotato di un particolare carisma di paternità spirituale, egli in ogni relazione trasmetteva tutta la sua ricchezza interiore, quasi un traboccare come di acqua fresca capace di irrigare il terreno arido e assetato di tanti cuori, ancora non totalmente aperti ma già risvegliati dal tocco della grazia al bisogno di Dio, alla ricerca di una guida per ben captare la vera Luce e imparare a seguirla. Don Divo era certo che quelle anime gliele affidava Dio stesso perché, attraverso l’esperienza della sua paternità spirituale, facessero esperienza della Paternità divina, approdo definitivo di ogni autentico cammino umano. Al bisogno di chi cercava una guida, anzi una paternità da cui essere generato alla vita soprannaturale dei figli di Dio, egli rispondeva educando all’ascolto sapienziale della Parola, all’esperienza del mistero nella Liturgia, all’esercizio delle virtù teologali, condizione ineludibile per essere raggiunti dall’Amore divino e crescerci dentro quali «figli nel Figlio».
A tutti egli sentiva di dover portare un messaggio che, conformato volta per volta alla realtà di coloro ai quali era indirizzato, comportava in ogni caso l’invito ad aprire gli occhi sulla realtà del Mistero di Dio e dell’uomo come unico Mistero e a far propria una proposta di amore personale nell’accogliere il Cristo, rivelatore del Padre e della vocazione soprannaturale di ogni uomo.
Le lettere naturalmente erano mezzo privilegiato per mantenere vivi e continui tali rapporti. Delle già più di 3000 lettere di don Divo custodite nell’Archivio, una buona parte è relativa al ministero della paternità spirituale. Si è pensato così di pubblicare questa antologia, perché il dono di luce e di consolazione ricevuto allora dai destinatari potesse divenire patrimonio comune per i tanti che oggi sono alla ricerca di una guida nell’impegnativo cammino alla sequela del Cristo. Si tratta di testi da accostare con attenzione religiosa, sintonizzandosi per quanto possibile sulla stessa lunghezza d’onda su cui comunicarono allora mittente e destinatario.
Don Divo si fa vicino alle anime con rispetto religioso, secondo un’attitudine «monastica» fatta anzitutto di ascolto e insieme grande disponibilità a lasciarsi provocare dalle realtà, più o meno problematiche e tipiche del «mondo», che solitamente impegnano i suoi interlocutori. Sente l’urgenza di aiutarli a scoprire e ad assecondare l’azione della grazia già in atto in essi, convinto – di una convinzione generata dall’amore – che aiutare un’anima a rispondere all’appello di Dio non è servire solo la persona umana ma collaborare col Signore per l’estensione della Sua regalità sui cuori dei figli. Aprirgli la strada in tante anime ancora acerbe, chiuse o distratte da altro e quindi incapaci di percepire amore da parte di Dio, è per don Divo continuare a rendere presente nell’oggi della nostra storia l’abissale mistero di amore che ha mosso il Figlio a quel «sì» al Padre che ha determinato l’Incarnazione.
Divo Barsotti, «Amatissimo dal signore...». Lettere di paternità spirituale. San Paolo, 168 pagine, 12 euro