Dalla santità l’unità della Chiesa d’Occidente con quella d’Oriente
“L’unità è possibile”, cioè il far coesistere in perfetta armonia sensibilità cristiana occidentale e orientale, è questo il messaggio che don Divo Barsotti ci ha lasciato. Tutto questo si evince dalla lettura del volume, pubblicato da Cantagalli: “Don Divo Barsotti – L’unità vissuta”, nella collana Testimoni di Ecumenismo, curata dal diacono della diocesi di Livorno Renato Rossi.
Il testo, come scrive nell’introduzione don Mauro Lucchesi, Coordinatore della Commissione Ecumenica Regionale della CET, è opera di Francesco Terreni ed è il frutto della sua tesi di Laurea in Scienze Religiose conseguita presso l’Istituto Superiore Stenone di Pisa. Don Lucchesi definisce molto bene lo scopo della pubblicazione, infatti scrive: “Abbiamo ritenuto opportuno più che di raccontare cronache di iniziative, di presentare dei testimoni.
Una caratteristica dei testimoni è data dal fatto che la loro vicenda si è intrecciata con quella di cristiani di altre Chiese e questo non è mai riconducibile ad un fatto privato, ma diventa un segno e uno stimolo -magari non sempre facile da accogliere- per le Chiese a cui appartengono”. L’autore delinea una completa biografia di don Divo e mette in rilievo che “il pensiero e gli scritti di Barsotti sull’Oriente cristiano non muovono i passi principalmente da una volontà immediata di riportare l’Oriente a Roma, ma dalla necessità che egli sente sempre più stringente per l’Occidente di conoscere i tesori e le ricchezze spirituali che l’Oriente porta in sé”. Don Divo viene affascinato dalla figura di Dostoevskij che provoca in lui “uno svegliarsi dal sonno”, “un risveglio di fede”. Sul grande romanziere russo scriverà un libro “La passione per Cristo” e in seguito sarà il personaggio dominante di “Nella Santa Russia.
Diario di un viaggio”. “L’incontro autentico con Dio e l’apertura verso l’Oriente cristiano è senza dubbio partito dall’interesse iniziale per l’opera dello scrittore russo”. E’ grazie a questo scrittore che don Divo si avvicinerà a capire alcune figure del mondo spirituale russo come Sergio di Radonez, Serafino di Sorov e Silvano del Monte Athos. Grazie a San Sergio di Radonez, don Barsotti stabilisce un legame con la Santa Russia e percepisce una comunione con l’Oriente cristiano che prescinde quasi dalla propria volontà. La sua opera “Cristianesimo russo” diviene la capostipite della conoscenza in Italia della spiritualità russa ed è da considerarsi fondamentale per il dialogo ecumenico “perché conoscersi è il primo passo per potersi accettare”. L’ecumenismo di don Divo vede sempre al centro la persona di Gesù Cristo come protagonista indiscusso dell’unità dei cristiani. Ma specifica chiaramente l’autore del volume: “L’ottica di Barsotti non è quella di un certo ecumenismo da salotto secondo cui tutto ciò che appartiene ai fratelli separati deve essere preso a modello, bensì il punto di vista è sempre quello del Cristianesimo uno e indiviso che trova il superamento della divisione tuttora esistente tra i cristiani”. Per far tornare unito il Cristianesimo Dio si serve dei Santi perché i Santi, dice don Divo “ci permettono di parlare di una unità spirituale della Chiesa”. “L’Occidente senza l’Oriente è più povero e il Cristianesimo, se diviso, non può dirsi tale!”. Occidente e Oriente sono dunque parti di un tutto.
Il tema della santità caratterizzerà tutta l’opera di don Barsotti che lo spingerà a creare la Comunità dei figli di Dio nell’idea che non vi può essere teologia se non vi è prima la santità. Attraverso i Santi russi don Barsotti riconosce una santità al di fuori della Chiesa cattolica e grazie a questi Santi arriva a “concepire come la Chiesa debba essere una”. La comunione dei Santi sta a testimoniare che già è possibile vivere l’unità, è questo l’insegnamento che don Divo ricava dal suo viaggio in Russia, che sarà il perno di tutta la sua opera.
Gianni Giovangiacomo