Ma la diffusione di internet ha questo di buono: ha reso accessibile a chiunque, con pochi clic, testi che, chiusi nelle biblioteche, erano finora appannaggio esclusivo di studiosi e liturgisti; e questi ultimi, in maggior parte modernisti, non li andavano certo a divulgare.
O meglio, se divulgavano, ecco che cosa scrivevano: "Quanto alla seconda [preghiera eucaristica], si noti che è presa quasi letteralmente dal più antico testo liturgico conosciuto, quello della Tradizione apostolica di sant'Ippolito (inizio del III secolo). Quello stesso Ippolito che, dopo essersi opposto al papa Callisto da lui accusato d'essere troppo indulgente coi peccatori, si ritrovò con il successore di questo pontefice, s. Ponziano, condannato come lui per la fede, ad essere deportato in Sardegna!" (Y. CONGAR, La crisi nella Chiesa e Mons. Lefebvre, Queriniana, 1976, p. 32). Abbiamo evidenziato noi quell’avverbio "quasi letteralmente", perché giudicherete voi quanto sia appropriato.
Ma ora, dicevamo, anche il fedele qualsiasi che abbia voglia di documentarsi un po’ (è già un punto di partenza leggere la nostra pagina sugli scritti liturgici dell’allora card. Ratzinger), scopre agevolmente che quelle affermazioni sono una vera e propria mistificazione, un travisamento della storia. Come aveva ben capito George Orwell (nel suo profetico libro 1984), domina il futuro chi è in grado di riscrivere il passato. Ma oggi, grazie a internet, possiamo recuperare, dai "buchi della memoria" dove li avevano cacciati i riformisti, i dati seguenti:
- La celebrazione verso il popolo è una creazione interamente moderna, prima d’ora (e quindi anche ai tempi apostolici) del tutto sconosciuta.
Il testo originale greco del canone di Ippolito è perduto; ci è giunta solo la traduzione in latino. Per chi desidera operare il raffronto tra il testo d’Ippolito nel latino in cui ci è pervenuto con quello, pure in latino, della Prex Eucharistica II del Messale di Paolo VI, riportiamo i due testi di seguito in caratteri più piccoli:Anafora di Ippolito (circa 215 d.C.)
Ti rendiamo grazie, o Dio, per mezzo del tuo diletto figliolo [puerum] Gesù Cristo, che negli ultimi tempi hai inviato a noi come salvatore, redentore e messaggero della tua volontà; egli è il tuo Verbo inseparabile, per mezzo del quale hai creato tutte le cose e fu di tuo gradimento; che hai mandato dal cielo nel seno di una vergine e, accolto nel grembo, si è incarnato e si è manifestato come tuo figlio, nato dallo Spirito Santo e dalla Vergine. Per compiere la tua volontà e acquistarti un popolo santo, egli stese le mani nella passione per liberare dalla sofferenza coloro che confidano in te.
Mentre si consegnava liberamente alla passione per distruggere la morte, spezzare le catene del demonio, calpestare l'inferno, illuminare i giusti, fissare la norma e manifestare la risurrezione, preso il pane ti rese grazie e disse: "Prendete, mangiate, questo è il mio corpo che sarà spezzato per voi".
Allo stesso modo fece col calice dicendo: "Questo è il mio sangue che sarà versato per voi. Quando fate questo, fatelo in memoria di me". Ricordando dunque la sua morte e la sua risurrezione, ti offriamo il pane e il calice e ti rendiamo grazie per averci fatti degni di stare alla tua presenza e di renderti culto. E ti preghiamo di inviare il tuo Spirito Santo sull'offerta della santa Chiesa. Unendo in una sola cosa, dona a coloro che partecipano dei santi misteri la pienezza dello Spirito Santo per confermare la loro fede nella verità, affinché ti lodiamo e ti glorifichiamo per Gesù Cristo tuo figliolo, per il quale gloria e onore a te con lo Spirito Santo nella tua santa Chiesa ora e nei secoli dei secoli. Amen.
[Pseudo-IPPOLITO, Tradizione apostolica, Introduzione, traduzione e note a cura di Elio Peretto, Roma, Città Nuova, 1996, pp. 108-111]
Preghiera eucaristica II (Messale 1970)
Prefazio
È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre e in ogni luogo a te, Padre santo, per Gesù Cristo, tuo dilettissimo Figlio.
Egli è la tua Parola vivente, per mezzo di lui hai creato tutte le cose, e lo hai mandato a noi salvatore e redentore, fatto uomo per opera dello Spirito Santo e nato dalla Vergine Maria.
Per compiere la tua volontà e acquistarti un popolo santo, egli stese le braccia sulla croce, morendo distrusse la morte e proclamò la risurrezione.
Per questo mistero di salvezza, uniti agli angeli e ai santi, cantiamo a una sola voce la tua gloria:
Santo, Santo, Santo...
Consacrazione
Padre veramente santo, fonte di ogni santità, santifica questi doni con l’effusione del tuo Spirito, perché diventino per noi il corpo e il sangue di Gesù Cristo nostro Signore.
Egli, offrendosi liberamente alla sua passione, prese il pane e rese grazie, lo spezzò, lo diede ai suoi discepoli, e disse: "Prendete e mangiatene tutti, questo è il mio corpo offerto in sacrificio per voi". Dopo la cena, allo stesso modo, prese il calice e rese grazie, lo diede ai suoi discepoli, e disse: "Prendete e bevetene tutti: questo è il calice del mio sangue, per la nuova ed eterna alleanza, versato per voi e per tutti [latino: pro multis] in remissione dei peccati. Fate questo in memoria di me".
Mistero della fede.
Assemblea: Annunziamo la tua morte, Signore, proclamiamo la tua risurrezione, nell’attesa della tua venuta. Oppure: Ogni volta che mangiamo di questo pane e beviamo a questo calice annunziamo la tua morte, Signore, nell’attesa della tua venuta. Oppure: Tu ci hai redenti con la tua croce e la tua risurrezione: salvaci, o Salvatore del mondo
Celebrando il memoriale della morte e risurrezione del tuo Figlio, ti offriamo, Padre, il pane della vita e il calice della salvezza, e ti rendiamo grazie per averci ammessi alla tua presenza a compiere il servizio sacerdotale.
Ti preghiamo umilmente: per la comunione al corpo e al sangue di Cristo lo Spirito Santo ci riunisca in un solo corpo.
Ricordati, Padre, della tua Chiesa diffusa su tutta la terra [nelle domeniche:] e qui convocata nel giorno in cui il Cristo ha vinto la morte e ci ha resi partecipi della sua gloria immortale: rendila perfetta nell’amore in unione con il nostro Papa N., il nostro Vescovo N., e tutto l’ordine sacerdotale.
Ricòrdati dei nostri fratelli, che si sono addormentati nella speranza della risurrezione, e di tutti i defunti che si affidano alla tua clemenza: ammettili a godere la luce del tuo volto.
Di noi tutti abbi misericordia: donaci di aver parte alla vita eterna, insieme con la beata Maria, Vergine e Madre di Dio, con gli apostoli e tutti i santi, che in ogni tempo ti furono graditi: e in Gesù Cristo tuo Figlio canteremo la tua gloria.
Per Cristo, con Cristo e in Cristo, a te, Dio Padre onnipotente, nell’unità dello Spirito Santo, ogni onore e gloria per tutti i secoli dei secoli. Amen
ANAFORA DI IPPOLITO (circa 215 d.C.)
Gratias tibi referimus, Deus, per dilectum puerum tuum Jesum Christum, quem in ultimis temporibus misisti nobis salvatorem et redemptorem et angelum voluntatis tuae, qui est verbum tuum inseparabile, per quem omnia fecisti et bene placitum tibi fuit, misisti de caelo in matricem virginis, quique in utero habitus incarnatus est et filius tibi ostensus est, ex Spiritu Sancto et virgine natus. Qui voluntatem tuam complens et populum sanctum tibi acquirens, extendit manus cum pateretur, ut a passione liberaret eos qui in te crediderunt.
Qui cumque traderetur voluntariae passioni, ut mortem solvat et vincula diaboli dirumpat, et infernum calcet et iustos illuminet et terminum figat et resurrectionem manifestet, accipiens panem gratias tibi agens dixit: Accipite, manducate, hoc est corpus meum quod pro vubis confringetur.
Similiter et calicem dicens: Hic est sanguis meus qui pro vobis effunditur. Quando hoc facitis, meam commemorationem facitis.
Memores igitur mortis et resurrectionis ejus, offerimus tibi panem et calicem, gratias tibi agentes quia nos dignos habuisti astare coram te et tibi ministrare.
Et petimus ut mittas Spiritum tuum Sanctum in oblationem sanctae ccclesiae: in unum congregans des omnibus qui percipiunt sanctis in repletionem Spiritus Sancti ad confirmationem fidei in veritate, ut te laudemus et glorificemus per puerum tuum Jesum Chrislum, per quem tibi gloria et honor Patri et Filio cum Sancto Spiritu in sancta ecclesia tua et nunc et in saecula saeculorum. Amen.
PREGHIERA EUCARISTICA II (Messale 1970)
Vere dignum et iustum est, aequum et salutare, nos tibi, sancte Pater, semper et ubique gratias agere per Filium dilectionis tuae Iesum Christum, Verbum tuum per quod cuncta fecisti: quem misisti nobis Salvatorem et Redemptorem, incarnatum de Spiritu Sancto et ex Virgine natum. Qui voluntatem tuam adimplens et populum tibi sanctum acquirens xtendit manus cum pateretur, ut mortem so1veret et resurrectionem manifestaret. Et ideo cum Angelis et omnibus Sanctis gloriam tuam praedicamus, una voce dicentes:
Sanctus, Sanctus, Sanctus
Vere Sanctus es, Domine, fons omnis sanctitatis. Haec ergo dona, quaesumus, Spiritus tui rore sanctifica, ut nobis Corpus et Sanguis fiant Domini nostri Iesu Christi. Qui cum Passioni voluntarie traderetur, accepit panem et gratias agens fregit, deditque discipulis suis, dicens:
Accipite et manducate ex hoc omnes: hoc est enim Corpus meum, qui pro vobis tradetur
Simili modo, postquam cenatum est, accipiens et calicem, iterum tibi gratias agens dedit discipulis suis, dicens:
Accipite et bibite ex eo omnes: hic est enim Calix Sanguinis mei novi et aeterni testamenti, qui pro vobis et pro multis effundetur in remissionem peccatorum. Hoc facite in meam ommemorationem.
Mysterium fidei.
Acclamazioni dei fedeli (omissis)
Memores igitur mortis et resurrectionis eius, tibi, Domine, panem vitae et calicem salutis offerimus, gratias agentes quia nos dignos habuisti astare coram te et tibi ministrare. Et supplices deprecamur ut Corporis et Sanguinis Christi participes a Spiritu Sancto congregemur in unum.
Recordare, Domine, Ecclesiae tuae toto orbe diffusae, ut eam in caritate perficias una cum Papa nostro N. et Episcopo nostro N. et universo clero.
Memento etiam fratrum nostrorum, qui in spe resurrectionis dormierunt, omniumque in tua miseratione defunctorum, et eos in lumen vultus tui admitte. Omnium nostrum, quaesumus, miserere, ut cum beata Dei Genetrice Virgine Maria, beatis Apostolis et omnibus Sanctis, qui tibi a saeculo placuerunt, aeternae vitae mereamur esse consortes, et te laudemus et glorificemus per Filium tuum Iesum Christum.
Per ipsum, et cum ipso, et in ipso, est tibi Deo Patri omnipotenti, in unitate Spiritus Sancti, omnis honor et gloria per omnia saecula saeculorum.
Citiamo, per concludere il discorso, quanto scritto da P. CANTONI, Novus Ordo Missae e fede cattolica, Quadrivium, 1988, p. 115 s. (interamente consultabile a questo link): "La II Prex eucharistica è quella che ha sollevato (e solleva) più problemi. Il riferimento sacrificale è in essa veramente assai tenue. Generalmente, nel rispondere alle critiche, ci si è accontentati di trincerarsi dietro l'origine venerabile per antichità di questa preghiera. [..] Basta un confronto, anche superficiale, con l'antica anafora per rendersi conto di cosa valga questo argomento. Anche p. Lanne, che non può certamente essere annoverato fra gli avversari della riforma liturgica, rileva che "nella nuova anafora romana... quanto si riferisce all'opera salvatrice di Cristo è stato arbitrariamente abbreviato perché male si adattava alla mentalità moderna. Cristo con la sua Passione libera coloro che credono in lui; egli ha spezzato i vincoli del diavolo, calpestato l'inferno, illuminato i giusti ... Il testo ippolitiano dice: "Et petimus ut mittas spiritum tuum sanctum in oblationem sanctae ecclesiae, in unum congregans de omnibus qui percipiunt sanctis in repletionem spiritus sancti ad confirmationem fidei in veritate ut ..." ... È’ stata ritenuta... la domanda perché coloro che partecipano al Corpo e al Sangue di Cristo siano uniti come una sola cosa mediante lo Spirito Santo, mentre è scomparso l'oggetto di questa unione per opera dello Spirito: la confermazione della fede nella verità. Si noterà che questa soppressione corrisponde a quella fatta poco prima nella commemorazione dei vari elementi dell'opera salvatrice di Cristo: la Passione libera coloro che credono in lui. Per ben due volte quindi in questa anafora d'Ippolito la fede viene posta al primo piano, mentre è scomparsa nel nuovo testo. Tutta l'eucaristia come proclamazione della fede risente di una certa incrinatura" [E. LANNE, Introduzione a M. THURIAN, L’Eucaristia Memoriale del Signore, Sacrificio di Azione di grazie e d’intercessione, Ed. A.V.E., 1971, p. XXIV s.]".
fonte:messainlatino.it